Pensiamoci

Il commento di storti

Savona, Amici del San Paolo: “L’ospedale discriminato per motivi politici, a repentaglio la salute dei cittadini”

Angiografo e Centro ictus i casi più evidenti, la Regione non attrezza il nosocomio come impone la legge per i capoluoghi di provincia

Ospedale San Paolo Savona

Savona. Il Comitato Amici del San Paolo aveva preferito tenere un profilo basso durante la campagna elettorale, pur continuando a lavorare sottotraccia, per non essere accusato di interferenze politiche. 

Lo ribadisce oggi, quando le tradizionali e annose battaglie per l’ospedale di Savona possono riemergere alla luce del sole, il presidente Giampiero Storti. “In questi mesi – spiega – abbiamo tenuto un rispettoso silenzio, preferendo incontri diretti con i candidati che cortesemente hanno chiesto di parlarci, senza ricorrere a comunicati stampa. Abbiamo ora ricominciato l’attività pubblica ringraziando il sindaco e il consiglio uscenti per quanto fatto in questi anni difficili per il mondo sanitario ‘bombardato’ dal Covid e da fattori istituzionali nazionali. Adesso è il momento di un doveroso saluto al nuovo sindaco e al nuovo consiglio comunale nella speranza di continuare una fattiva collaborazione per la salvaguardia del San Paolo”.

Esauriti i saluti di rito, che non sembrano comunque solo formali, Storti si concentra sul (molto) lavoro da fare: “Non possiamo che cominciare dall’angiografo multidisciplinare per il quale ci siamo tanto battuti con la Regione, finalmente installato ma non ancora funzionante, mentre i pazienti hanno bisogno di un prezioso strumento salvavita senza dover fare chilometri”.

E ancora: “È ormai ventennale la richiesta di dotare il San Paolo di un Centro ictus, avanzata da tanti primari che hanno lasciato l’ospedale con rimpianti, come Leonardi e Bandini. Ma c’è da sottolineare soprattutto che dal 2016 la legislazione nazionale impone negli ospedali dei capoluoghi di provincia Centro ictus e angiografo. Davanti a tale evidenza, supportata anche dall’ampiezza del territorio e dal numero di abitanti che gravitano sul San Paolo, turisti compresi, sorge spontaneo il dubbio di una opposizione politica contro l’ospedale di Savona e la sua popolazione”.

Giova ricordare, a questo punto, che Toti ha incredibilmente definito il San Paolo “ospedale cittadino”.

Ancora Storti: “Ci sembra che un accordo trasversale tenda a lasciar languire il San Paolo, ospedale di capoluogo di provincia, impedendogli di fatto di fornire prestazioni adeguate e consone al suo ruolo definito dalle leggi sanitarie”.

Conclude il presidente degli Amici del San Paolo: “La riscrizione del piano socio-sanitario, anche legato al PNRR, potrebbe essere l’occasione giusta per strutturare finalmente il nostro ospedale come merita quello di un capoluogo, ma la preoccupazione è tanta anche per quanto riguarda altri settori, come chirurgia della mano, nefrologia, gastroenterologia, pneumologia o l’assenza di un servizio di chirurgia vascolare. Senza dover ripetere che in caso di ictus un intervento tempestivo è indispensabile per salvare una vita o evitare al paziente gravi danni neurologici permanenti. È troppo chiedere rispetto per la salute della nostra popolazione?”.

Ricapitolando, l’angiografo tarda per lavori da completare e formazione del personale, il Centro ictus (mancano neurologi) resta  nel vago campo delle promesse nonostante un primo, importante intervento della Fondazione De Mari per allestirlo.

Come riportano le cronache quotidiane, nessuno degli ospedali della nostra provincia gode di buona salute, ma senza dubbio il San Paolo appare discriminato senza ragione: lavoro anche per il nuovo sindaco Marco Russo.

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