Il commento

Savona 2021, Toti: “Derby a destra non ha funzionato, sbagliato inseguire i no vax”

"Dove abbiamo fatto qualche guaio in più, come a Savona dove il sindaco è cambiato in zona Cesarini, siamo stati penalizzati"

Giovanni Toti Messaggio Fine Anno

Savona. “Il derby a destra non ha funzionato, la somma e la sottrazione dei voti fra i concorrenti non ha portato algebricamente un risultato superiore al centrodestra”. E’ il commento di Giovanni Toti al risultato elettorale di Savona, dove il candidato sindaco del centrodestra Angelo Schirru è in svantaggio di circa 11 punti percentuali su quello del centrosinistra Marco Russo.

“L’assenza di un polo moderato di centro evidentemente ha penalizzato – spiega – Credo che in questi ultimi mesi e settimane il centrodestra abbia perso quella profonda sintonia con il paese che pure lo aveva contraddistinto nell’epoca del disagio, del tumulto sociale. Non ha saputo rapidamente indossare una maglia di governo, mettersi la maglia della crescita, della pacatezza, dell’equilibrio e della rassicurazione: tutti sentimenti che il Paese oggi richiede e per cui ha dato a Draghi una fiducia gigantesca come nessun altro governo negli ultimi anni”.

“In tutto questo la mia Liguria, se posso essere autoassolutorio un pochino, è andata meglio: a Savona andiamo al ballottaggio, ci andiamo secondi ma c’eravamo andati secondi anche nel 2016. Sempre a Savona la lista Toti e la lista Schirru esprimono oltre il 16-17 percento e sono in assoluto il primo partito della coalizione. Liguria popolare che ha tentato un esperimento in solitaria è riuscita a farmi perdere il mio comune Ameglia per 70 voti: una magra soddisfazione di fronte all’uno e spiccioli ottenuto a Savona”.

“Nel complesso mi rassicura la serenità di giudizio degli elettori – continua – dove abbiamo fatto bene alle scorse regionali siamo stati premiati, dove abbiamo fatto qualche guaio in più e qualche incertezza in più, penso a Savona dove il sindaco è cambiato in zona Cesarini, siamo stati penalizzati. Questo dovrebbe insegnare alla nostra classe dirigente tutta che il consenso si conquista strada per strada, casa per casa e che non c’è un generale che sia Milano a Roma o a Genova che ti mette le mostrine sulle spalle”.

“Abbiamo bisogno di una riflessione profonda sul perché abbiamo inseguito l’antiscienza più che la scienza – conclude, analizzando le ragioni della sconfitta a livello nazionale – i no vax più che l’obbligo di vaccino, per quale ragione abbiamo talvolta sottolineato più le differenze sulla politica economica di Draghi che non le nostre affinità. Abbiamo consegnato la nostra esperienza di governo di un banchiere centrale, cultura anglosassone, più a destra di Giolitti, alla cultura di sinistra che non gli è propria. Credo che questa sia una colpa profonda, quindi l’autoassolutoria analisi sul sull’inadeguatezza dei candidati, che si sono spesi e che meritano il nostro rispetto, non chiudono la partita. Occorre sedersi a un tavolo”.

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