Attacco

Sanità, Rossetti (PD): “Aumento ristori al comparto socio sanitario, dalla giunta regionale solo parole”

"I ristori per il Covid sono stati solo parziali e non hanno tenuto conto dell'aumento dei costi. Toti si assuma le sue responsabilità"

pippo rossetti

Liguria. “Il comparto socio sanitario ligure è in forte difficoltà: chiediamo al presidente e assessore alla sanità Giovanni Toti di assumersi le sue responsabilità, perché malgrado l’annuncio dell’aumento delle tariffe alle Rsa e ai Centri Diurni dalla giunta alle strutture sono arrivati pochi soldi e senza criteri precisi. I ristori per il Covid sono stati solo parziali e non hanno tenuto conto dell’aumento dei costi”. Così il consigliere regionale del Partito democratico Pippo Rossetti sui mancati aumenti dei ristori al comparto socio sanitario da parte della giunta.

“Per il budget 2020 – prosegue – si è riconosciuto un aumento dell’1,8% a tutti i comparti, e alle Rsa che seguono gli anziani si è riconosciuto il 3% in più sulle tariffe e un parziale e progressivo sostegno al mancato fatturato per le assenze a causa del Covid. Ma per il 2021, per ora, tutto tace. E non si prevede nessuno sforzo ulteriore per i Centri Diurni, anello più debole dei servizi territoriali”.

“E’ evidente che sono contributi parziali e inferiori alle spese sostenute soprattutto nei comparti disabili, psichiatrici e dipendenze. Ciò a fronte degli annunci che gli aumenti delle tariffe sarebbero stati del 5% per il comparto anziani e sarebbe stata data la copertura dei sovracosti Covid per tutto il sociosanitario.
Chiediamo che siano presi analoghi provvedimenti per il 2021 visto che il costo dei dispositivi di protezione sono uguali all’anno precedente ed è tutto a carico delle strutture”, osserva Rossetti.

E aggiunge: “La situazione non riguarda solo le tariffe. Gli impegni presi da Toti erano stati quelli di avviare dei tavoli tecnici divisi per comparto (anziani, disabili psichiatria e dipendenze), per verificare la congruità delle tariffe, ma non sono stati mai convocati”.

“Il mancato riconoscimento dei costi effettivi ha due conseguenze: l’aumento delle rette a carico delle famiglie e il rischio di una riduzione della qualità dei servizi. Dal 2009 le tariffe socio sanitarie non sono state modificate e il costo del lavoro in questi anni è aumentato più del 10 per cento. Chi lo paga, visto che da più di 10 anni è stata abolita l’Istat che adeguava le tariffe automaticamente? Oggi il sistema sanitario ligure non riconosce i costi alle strutture e in modo indiretto li fa pagare ai pazienti e ai loro familiari. Inoltre riteniamo incomprensibile che i contratti fra Alisa e le strutture accreditate siano sempre oggetto di discussione, quando invece chiunque svolga un’attività di cura ha bisogno di contratti che diano stabilità nel tempo e budget certi”.

“Siamo tutti consapevoli che serve un nuovo modello di offerta dei servizi e non solo del sistema tariffario, quello in vigore è già stato bocciato dal Tar con tre sentenze. Chiediamo che Toti porti in commissione un disegno chiaro delle regole e delle risorse del sistema socio sanitario, anche alla luce delle novità e delle risorse che saranno messe a disposizione dal PNR. Proposta che non può prescindere dall’esperienza e dalle competenze di chi ha in cura le persone fragili”, conclude il consigliere.

Più informazioni

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.