Mobilitazione

No green pass, nuova protesta a Savona: il 15 ottobre presidio davanti alla Prefettura fotogallery video

Dalle 8 alle 12 del 15 ottobre. E resta aperta anche la questione dei portuali

sciopero no green pass savona

Savona. “Raccogliendo la decisa contrarietà di centinaia e centinaia di lavoratori, cittadini, studenti e antifascisti savonesi, contrari alla pretesa del Governo Draghi di imporre ai lavoratori di poter accedere ai luoghi di lavoro, studio e vita sociale solo attraverso l’esibizione di un lasciapassare punitivo e discriminatorio verso chi non ha accolto l’invito alla vaccinazione anti covid-19”, la CUB savonese annuncia per il giorno 15 ottobre, data in cui entrerà in vigore l’obbligatorietà della certificazione, una nuova protesta con presidio davanti alla Prefettura di Savona.

Ecco l’annuncio del sindacato di base, che prosegue così la sua battaglia dopo il corteo di lunedì: la manifestazione si terrà dalle 8.00 alle 12.00.

“L’invito che rivolgiamo a tutti è quindi di, in questa giornata, non presentare al datore di lavoro alcun certificato, lasciarsi allontanare dal luogo di lavoro (chiedendo che venga formalizzato per iscritto. Vedi certificato allegato), partecipare al presidio e dimostrare così che questa misura, oltre che discriminatoria e lesiva della dignità e dei diritti delle persone, non solo non ha alcuna valenza sanitaria ma è anche pesantemente nociva all’economia e all’organizzazione del lavoro, privando i dipendenti della giornata di stipendio ma anche i datori di lavoro della prestazione lavorativa cui dovranno, noi riteniamo controvoglia, rinunciare” afferma il Cub savonese.

“In pratica, con queste modalità, il Governo ci autorizza a scioperare ogni volta che vorremo, senza peraltro dover formalizzare alcuna comunicazione ma semplicemente dichiarando la nostra impossibilità a prendere servizio, poiché non abbiamo potuto (per qualsiasi motivo) eseguire il previsto tampone” conclude il sindacato.

E in merito al green pass a tenere banco è ancora l’ambito portuale, dopo l’allarme lanciato ieri dai sindacati. “È il caso di ricordare – sottolinea Luigi Merlo, presidente di Federlogistica – che ci sono stati puntualmente e costantemente negati i confronti che avevamo richiesto con un solo risultato: lo Stato ora si piega ad un ricatto inaccettabile”, con riferimento alla vicenda di Trieste, con un braccio di ferro aperto che vede i lavoratori mantenere ferme le loro posizioni, “nessun patto fino a quando non sarà tolto l’obbligo del Green pass per lavorare, non solo per i lavoratori del porto ma per tutte le categorie di lavoratori”. Un esempio che potrebbe avere ripercussioni su altri scali portuali con il possibile blocco delle attività.

“Questo è il frutto maturo di una distorsione di fondo: quando si tratta di occuparsi di temi che riguardano i porti, emergono solo insipienza e superficialità. Di volta in volta assistiamo – aggiunge – al commissariamento del Ministero delle Infrastrutture: era accaduto con il Ministero dei Beni Culturali sul caso Venezia, esautorando totalmente le competenze del Ministero delle Infrastrutture; si ripete oggi con il Ministero degli Interni che su Green pass interviene nei porti senza conoscerli e senza avere la minima idea di come funzionino, di quali equilibri li caratterizzino, persino di quali rapporti intercorrano fra concessionari e Stato”.

“E ciò significa – conclude Merlo – minare un asse portante della nostra economia. Il Ministero delle Infrastrutture dovrebbe avere un sussulto di orgoglio e svolgere la funzione che dovrebbe essere sua” conclude.

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