Savona/Finale Ligure. Come il lockdown e le norme imposte dal Covid hanno rivoluzionato i musei? A rispondere la dottoressa Daniela Gandolfi, responsabile dell’Istituto degli studi liguri, che comprende i musei di Savona, Finale Ligure, Diano Marina, Ventimiglia e Acqui Terme.
“I musei hanno sempre lavorato anche quando erano chiusi – spiega Gandolfi -. Nel periodo di non apertura al pubblico abbiamo imparato a comunicare sempre maggiormente attraverso i canali social. Questo ha coinvolto soprattutto le scuole, con cui sono stati avviati progetti a distanza, visite e percorsi virtuali. Abbiamo arricchito i nostri siti per mantenere un rapporto con il territorio ma anche con la comunità scientifica ed abbiamo ampliato le traduzioni per i visitatori internazionali, aggiungendo anche la lingua russa”.
Prima il lockdown, ora il green pass. Cosa cambia nel modo di vivere i musei? “Non abbiamo avuto alcun problema sotto questo punto di vista, tutti i visitatori dei musei esibiscono il green pass ancor prima che gli venga chiesto. Abbiamo però imparato a riscoprire ed apprezzare anche gli spazi esterni, che diventano sempre più un valore. I visitatori iniziano a tornare e la nostra offerta sarà sempre più variegata: dai laboratori didattici con e le scuole, alla collaborazione con i biologi marini, alle conferenze. Un’ampia sezione del nostro museo è dedicata alle anfore vinarie, un ottimo connubio con l’associazione italiana sommelier di Imperia per raccontare la storia del vino e la cultura del territorio”.
Cosa si può fare concretamente per sostenere i musei? “Molti musei civici e statali in Liguria stanno lavorando per creare una rete: se ne è parlato a lungo e spesso ma non è ancora una realtà. La rete permetterebbe di avere un’azione di coordinamento più ampia. Le distanze in Liguria sono piccole, dobbiamo essere noi a facilitare la mobilità. Sarebbe infine un’ottima idea che i musei venissero sponsorizzati tramite le strutture ricettive: il mare e la spiaggia sono fondamentali per il turismo ma chi viene in vacanza potrebbe apprezzare maggiormente l’offerta culturale dei musei”.