Savona-Albenga. Oggi il Ddl Zan riprende l’esame in Senato. E IVG.it ha incontrato Samantha, transgender savonese, per capire cosa cambierebbe se il provvedimento venisse approvato. Ai nostri microfoni ha raccontato la sua storia.
“Sono una transgender non binaria, sono nata e vivo in provincia di Savona, faccio una vita dignitosa, ma estremamente difficile e complicata, – ha esordito. – Vivo con poco, per fortuna ho casa di proprietà, ma ho comunque difficoltà di ogni tipo, complice il fatto che sono una cristiana credente. Una discriminazione in più. Mi sento donna, ma amo il mio corpo, così come il Creatore me lo ha dato, cioè maschile. Non lo rifiuto né lo modifico, se non col trucco, depilazione e abiti femminili”.
“Ma non giudico chi vive e pensa diversamente da me. Ho poco pretese, non frequento locali o luoghi di aggregazione. Le poche distrazioni che mi permetto sono andare al mare d’estate e fare un po’ di movimento fisico. Compio solo quelle poche azioni che sono per tutti noi indispensabili. Come quella di fare spesa al supermercato”, ha proseguito.
Samantha è un fiume in piena: “Ma ormai, neanche questo elementare compito mi è permesso senza incorrere in gravi e assurde conseguenze. Sono mesi, quasi tutta l’estate, che vengo minacciata, molestata, perseguitata e tenuta sotto osservazione, ogni qualvolta vado ad acquistare all’interno di alcuni supermercati ad Albenga”.
“La vigilanza, invece di occuparsi dei furti, perde tempo a contestare il mio modo di vestire, sino a impedirmi di poter espletare i miei acquisti in modo sereno e tranquillo. Ho cambiato quattro vestiti, una follia, per andare semplicemente a fare la spesa nello stesso posto, sperando così che mi lasciassero in pace, ma non è servito a nulla. Vengo addirittura ‘sequestrata’ alle casse come una delinquente. Mi bloccano alle casse automatiche, non permettendomi nemmeno di pagare la mia spesa, sino a che la pattuglia dei carabinieri non interviene”.
E ancora: “Sono stata persino multata per aver violato ex Art.726 ed ho fatto ricorso in Prefettura. Avevo semplicemente degli abiti femminili, scollati sì, ma che non avrebbero urtato nessuno se fossero stati indossati da una donna biologica. Anzi”.
E dopo aver ascoltato le sue vicissitudini, le chiediamo cosa significherebbe per lei l’approvazione del Ddl Zan che oggi approda al Senato: “Tutto ciò forse non sarebbe successo se il Ddl Zan fosse legge dello Stato, – ha spiegato. – La mia valutazione complessiva su questo provvedimento è sicuramente positiva, con qualche riserva, a condizione che sia approvato senza ulteriori emendamenti. Ma onestamente non credo succederà”.
“Se, come sembra, si vuole estromettere l’identità di genere dall’Art.1, peggiorare ancor di più l’Art.4, oltre che eliminare la giornata contro le discriminazioni a scuola all’Art.7, per noi non ci sarà spazio, forse per l’omosessualità, ma non certo per il mondo trans e non-binario che io rappresento. Sarebbe una legge-beffa”.
“Voglio ricordare, inoltre che, nel testo originario, nell’Art.4 che si occupa della libertà di espressione, a mio parere, vi è già un margine tale di discrezionalità nel testo ‘… purché non idonee a determinare il concreto pericolo…’ che renderebbe la tutela, in molti casi, difficilmente applicabile”, ha concluso.