Savona. “Abbiamo perso due autovetture e siamo isolati perchè la strada di accesso è distrutta in più punti e il guado è stato demolito dalla forza dell’acqua del torrente”. E’ questa la situazione in cui si trovano gli abitanti della cascina Montegrosso, sopra San Bartolomeo del Bosco a Savona, dopo che le piogge del 4 ottobre 2021 hanno “spezzato” in due la strada (vicinale a uso pubblico) che conduceva al nucleo di case e abbattuto il ponte che collegava tra le due sponde del torrente.
“E’ rimasta in piedi solo la casa“, l’amaro commento di Enrico Siccardo. A essere isolati sono 4 nuclei familiari che ci vivono abitualmente ai quali si aggiungono altri due proprietari di una seconda casa. “Sembra di essere a Varigotti”, il commento di uno dei residenti per sdrammatizzare la situazione.
La strada ormai non è più carrabile ma solo percorribile a piedi: “La viabilità e la possibilità di raggiungere le abitazioni è stata compromessa – ripetono i residenti -. Il nostro appello è rivolto al Comune. Avevamo intrapreso un percorso con entrambi i candidati (Angelo Schirru e Marco Russo) perchè questo posto è il crocevia del progetto dell’outdoor savonese e vorremmo che quanto si era immaginato potesse essere portato avanti”. Sono tantissime, infatti, le mountain bike che passano per questa zona, snodo tra Santuario, Cadibona e San Bartolomeo del Bosco.
Ma non solo, sono stati, almeno momentaneamente, spezzati i sogni di dare vita un’azienda agricola: “Avevamo intenzione di far partire un’attività economica con un allevamento di lumache, produzione di miele e un punto ristoro in modo da poter avere la possibilità di accogliere i turisti del progetto Altra Via”.
Ma i residenti non si tirano indietro e chiedono “solo” la compartecipazione dell’amministrazione comunale nella spesa: “Noi come abitanti confermiamo la nostra volontà di dare il nostro contributo economico, ma ci serve la’ituto del Comune”. E gli abitanti sollecitano l’iter di costruzione del ponte: “In previsione di costruzione ci sarebbe anche il collegamento carrabile tra le due sponde opposte del torrente per un totale di 140 mila euro che vedrebbe la spesa a metà tra residenti e Comune”.
E Siccardo conclude con un appello rivolto ai decisori locali: “Cascina Montegrosso insieme a Castel Sant’Agata è un presidio per questo territorio. Chiunque ha visto la discarica che c’è a Cimavalle può immaginare cosa potrebbe succcedere qui se non ci fossimo noi. Quando siamo arrivati a inizio anni 2000 c’era una discarica e abbiamo portato via a nostre spese la spazzatura e se questo posto venisse nuovamente abbandonato perchè siamo costretti ad andare via tornerà a essere quello che era prima“.