Albenga. “Il Ppi dell’ospedale Santa Maria di Misericordia di Albenga potrebbe chiudere tra pochi giorni“, ma l’Asl2, lo stesso Punto di primo intervento ingauno (riaperto il 12 agosto scorso) e il sindaco Riccardo Tomatis sono intervenuti subito per “smentire tale ipotesi“.
L’indiscrezione è nata da informazioni raccolte dal consigliere comunale e assessore provinciale albenganese Eraldo Ciangherotti, che ha rilanciato la notizia, smentita però categoricamente dall’azienda sanitaria, dall’ospedale e dal Comune ingauno.
“Il rapporto con la cooperativa che fornisce il personale medico sarebbe a rischio interruzione“, ha affermato Ciangherotti in una nota, suscitando la reazione dell’Asl2, che ha invece fatto sapere che: “L’ipotesi al momento non è concreta. Si sta facendo di tutto per evitare tale possibilità. Si sono verificate alcune problematiche con l’attuale cooperativa, al momento al vaglio di Asl2, ma la chiusura del punto di intervento non è uno scenario contemplato“.
Nonostante la carenza di medici resti, purtroppo, una triste e innegabile realtà, la posizione dell’Asl è stata però confermata anche dal direttore dello stesso Ppi dell’ospedale Santa Maria di Misericordi Luca Corti, in costante contatto con il sindaco di Albenga Tomatis, al quale “è stata garantita la prosecuzione del servizio“.
Di seguito, la nota di Ciangherotti: “Numerosi colleghi mi hanno contattato per chiedermi di interrogare il direttore dell’Asl2 Marco Prioli sul futuro del punto di primo intervento dell’ospedale di Albenga. Da quanto ho appreso, infatti, la settimana prossima verrà interrotto il rapporto con la cooperativa privata che sinora ha fornito i medici alla struttura”.
“Mi auguro che Prioli nel prendere atto dell’imminente interruzione del rapporto con la cooperativa abbia anche pensato ad un piano b. Del resto lo paghiamo per trovare delle soluzioni, non per farci tornare indietro”.
“I cittadini di Albenga attendono che il punto di primo intervento passi dalle attuali 12 ore di attività a 24. Di certo non si aspettano che diventi attivo solamente a sei ore o che addirittura venga completamente chiuso come a questo punto è legittimo aspettarsi dopo le ultime notizie. Ora la speranza è che il dottor Prioli si sia premurato di far fronte ad un problema che, in mancanza di soluzioni, impatterà inevitabilmente e negativamente su tutta la popolazione”.
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