Tensione

Green pass, il giorno-verità tra proteste e rischio paralisi su rifiuti, porto e trasporti

Possibili ripercussione su porto, autotrasporto, raccolta rifiuti, trasporto urbano

sciopero no green pass savona

Savona. A poche ore dall’introduzione dell’obbligo green pass per i lavoratori sia del settore pubblico che privato che sarà in vigore da domani, preoccupano le possibili ripercussioni sulla qualità dei servizi. Diversi i fronti che saranno monitorati, in particolare il servizio di igiene urbana (Ata), il trasporto pubblico su gomma (Tpl Linea), il porto, sia per quanto riguarda i mezzi in entratache per i dipendenti del porto stesso.

Per i lavoratori sarà obbligatorio essere in possesso della certificazione verde che viene in rilasciata con la vaccinazione o con l’esito negativo di un tampone (durata di 48 ore dopo le quali scade e va ripetuto).

Il servizio di raccolta rifiuti: “Possibili disservizi”

L’azienda stima che i dipendenti non vaccinati sono il 20-30% del totale. “L’applicazione delle norme sul Green Pass a partire 15 ottobre rischia – commentano da Ata -, con molta probabilità, di creare notevoli disservizi su un servizio pubblico essenziale come la raccolta dei rifiuti”.

L’amministratore unico Gianluca Tapparini esprime la propria solidarietà a chi ha deciso di non sottoporsi a vaccinazione: “In qualità di amministratore della società e di privato cittadino mi associo quindi alle decine di persone, non vaccinate e vaccinate, che da settimane stanno manifestando pacificamente per il blocco di questa norma sul Green Pass. Lo Stato ha lasciato a lavoratori, datori di lavoro, ai cittadini tutte le responsabilità che lo Stato stesso non si è voluto assumere – prosegue Tapparini -. Tutto questo genera dubbi, incertezze, contrasti tra le persone e difficoltà di applicazione di regole incoerenti e variabili creando così situazioni di disagio con ripercussioni pesanti su tutti”.

L’autotrasporto: “Rischio paralisi”

Anche in questo settore la percentuale di non vaccinati si aggira intorno al 30%. “Il rischio di una paralisi di un settore vitale per l’economia ligure è concreto“, ha detto ieri Cinzia Franchini, portavoce di Ruote Libere. La richiesta rivolta al governo è quella di tornare indietro e eliminare l’obbligo: “Nella consapevolezza che tutti gli autotrasportatori rispettano le norme del distanziamento e dell’uso della mascherina e che per loro nelle aziende sono previsti percorsi dedicati per ridurre al minimo i contatti ravvicinati – prosegue Franchini -, crediamo che il buonsenso imponga un ripensamento sul tema Green Pass“.

Per questi lavoratori Franchini sottolinea le difficoltà che si presenterebbero in caso di volontà di sottoporsi al test: “Le norme sui tempi di guida e riposo – puntualizza la portavoce di Ruote Libere – rendano completamente inattuabile la strada alternativa del tampone“.

Porto: “Potrebbe esserci un calo dei traffici”

I portuali non vaccinati sono circa il 20% del totale per cui i sindacati temono “un calo dei traffici”. In questo settore ci sono ancora alcuni nodi da sciogliere: chi si fa carico del costo del tampone e dove potranno essere effettuati (ai varchi e/o in autogrill).

Nei giorni scorsi il ministero dell’Interno ha inviato una lettera a tutte le prefetture chiedendo di sollecitare i terminalisti affinché “valutino di mettere a disposizione del personale sprovvisto di green pass test molecolari o antigienici rapidi gratuiti”.

Autobus: modificato il servizio e sospese alcune corse

Ci saranno ripercussioni anche sul servizio di trasporto pubblico su gomma. L’azienda savonese ha reagito sospendendo alcune corse e modificando il servizio almeno fino al 24 ottobre con l’obiettivo di “limitare – spiegano la presidente Simona Sacone e il presidente Giovanni Ferrari Barusso – i danni all’utenza”.

Sono 15 i lavoratori che non hanno il green pass: “Data l’impossibilità di sostituire il personale – commentano Sacone e Barusso -, sono inevitabili le ripercussioni sui turni e l’operatività del nostro parco mezzi: per questo siamo obbligati a ridurre il servizio offerto”. Il quadro definitivo sarà chiarito comunque solo da domani e nei giorni successivi: ogni giorno, infatti, sarà obbligatorio verificare la presentazione, o meno, da parte dei lavoratori, del Green pass: “Auspichiamo che quanti non vogliano vaccinarsi accettino, comunque, di sottoporsi al tampone per avere un “pass” di 24 ore da confermare in base all’orario di lavoro”.

La protesta: “In piazza contro uno misura discriminatoria e lesiva della dignità”

Dopo la manifestazione e il corteo di lunedì 11 ottobre in piazza sisto e per le vie della città di Savona, è previsto per domani un nuovo sciopero e un presidio a Savona davanti alla prefettura dalle 8 alle 12 indetti dalla Cub. “Raccogliamo – spiegano dal sindacato – la decisa contrarietà di centinaia e centinaia di lavoratori, cittadini, studenti e antifascisti savonesi, contrari alla pretesa del Governo Draghi di imporre ai lavoratori di poter accedere ai luoghi di lavoro, studio e vita sociale solo attraverso l’esibizione di un lasciapassare punitivo e discriminatorio verso chi non ha accolto l’invito alla vaccinazione anti covid-19”.

“L’invito che rivolgiamo a tutti – concludono dalla Cub – è quindi di non presentare al datore di lavoro alcun certificato, lasciarsi allontanare dal luogo di lavoro (chiedendo che venga formalizzato per iscritto), partecipare al presidio e dimostrare così che questa misura, oltre che discriminatoria e lesiva della dignità e dei diritti delle persone, non solo non ha alcuna valenza sanitaria ma è anche pesantemente nociva all’economia e all’organizzazione del lavoro, privando i dipendenti della giornata di stipendio ma anche i datori di lavoro della prestazione lavorativa cui dovranno, noi riteniamo controvoglia, rinunciare”.

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