A metà

Funivie al palo, oltre 1 miliore per la cassa integrazione. Ma manca la copertura finanziaria per i lavori di ripristino

L'emendamento passato ieri in commissione Trasporti non aveva la copertura finanziaria

Funivie palo

Savona. Vittoria a metà nella partita Funivie. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha garantito la copertura finanziaria per pagare la cassa integrazione ai lavoratori dell’azienda ma mancano le risorse per coprire le spese dei lavori di ripristino.

E’ passato oggi pomeriggio alla Camera dei Deputati l’emendamento che prevedeva di stanziare risorse per gli anni 2021, 2022, 2023 e 2024 per finanziare le misure a sostegno dell’impianto funiviario modificando l’articolo 94 della Legge 27 del 14 aprile 2020. Precisamente sarebbero stati destinati 90 mila euro per il 2021, 2 milioni di euro per il 2022 e 5.6 milioni per il 2023 e altrettanti per il 2024. I deputati sono riusciti a “strappare” al Ministero solo 1 milione 187 mila euro per la cassa integrazione (quasi fino alla fine del 2022).

Per i lavori di ripristino il provveditore aveva stimato poco meno di 5 milioni di euro. Al momento sono stati stanziati 4 milioni di euro e mancherebbero, quindi, 900 mila euro per cui sarà presentato un emendamento alla legge di Bilancio.

Il nodo risorse è stato parzialmente sciolto in extremis, ieri secondo le indiscrezioni che sono arrivate da Roma mancava la copertura finanziaria del Ministero dell’Economia e delle Finanze per l’implementazione dell’emendamento che mira ad “assicurare il recupero della piena funzionalità tecnica della Funivia Savona – San Giuseppe di Cairo – si legge nel testo dell’emendamento -, la continuità dell’esercizio dei servizi di trasporto portuale a basso impatto ambientale e di traffico, il mantenimento dei livelli occupazionali“.

Tra le misure previste dalla modifica anche il commissariamento dell’infrastruttura propedeutico al passaggio sotto la gestione pubblica (Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale) per rimetterla sul mercato successivamente ma – spiegano da Roma – la Ragioneria “si è opposta prima bisogna verificare se subentrando a un concessionario privato ci sono oneri a cui adempiere e quindi un’ulteriore spesa a carico delle casse del governo”.

“Auspichiamo che i lavori partano adesso con i 4 milioni – commenta il deputato della Lega Edoardo Rixi -. Non bisogna pensare che una volta sistemata la cassa integrazione poi lasciamo cadere l’impianto.Togliere camion dalle strade per la provincia di Savona è una manna dal cielo, per cui l’impianto deve tornare operativo prima possibile per tutte le rinfuse“.

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