Punto di vista

Emergenza fauna selvatica, l’associazione Aisa: “L’abbattimento non è la soluzione”

"Il responsabile è l'uomo che ha invaso ed alterato il loro ambiente, e non viceversa..."

Cinghiali San Fedele Albenga

Liguria. L’associazione Italiana Sicurezza Ambientale Liguria e il gruppo promotore di “Green Synthesis” intervengono nel dibattito sui danni della fauna selvatica, provocati soprattutto ad imprese agricole e coltivazioni, oltre al rischio di incidenti stradali, ma non solo…

“Fioccano toni allarmistici sulla presenza della fauna selvatica, che sarebbe sempre più “invadente e nociva”. Dai cinghiali, accusati di distruggere le coltivazioni e provocare incidenti, ai caprioli, ai lupi che, secondo la narrazione vigente, si avvicinerebbero pericolosamente alle case” afferma l’associazione.

Ecco alcuni aspetti da chiarire: “Innanzitutto occorre dire che non esistono, in natura, specie di per se “nocive”. In condizioni di naturalità, tutte le specie risultano in perfetto equilibrio. Interventi umani errati possono causare danni gravi all’ecosistema, rompendo l’equilibrio naturale, e rendendo “problematica” una specie”.

“Esempio tipico di intervento umano dannoso è l’introduzione di specie alloctone, ossia animali (ma anche vegetali) in origine non presenti in una certa area, e che quindi non hanno altre specie competitrici che le limitino. E ‘il caso appunto dello scoiattolo grigio, (Sciurus carolinensis), di origine nordamericana e immesso in Europa dall’uomo. Esso risulta più vorace e prolifico dello scoiattolo” nostrano” , con cui entra in competizione , e pertanto è accusato di mettere a rischio la specie europea nonché di provocare danni ai noccioleti”.

“Altro esempio è il cinghiale. Contrariamente a quanto si crede, il cinghiale autoctono è rarissimo e vive solo in Sardegna. Gli esemplari che abbondano nelle nostre campagne sono ibridi di specie provenienti dall’Europa dell’est e introdotte per scopi venatori” precisa ancora l’associazione.

“Ulteriore esempio di danno provocato dall’uomo è la scomparsa, spesso a causa della caccia, dei predatori, che in natura hanno un ruolo fondamentale nel limitare altre specie ma anche nel garantirne la sopravvivenza in salute, poiché solitamente predano animali vecchi o malati. E’ il caso del lupo, il cui pressoché totale sterminio avvenuto nel passato ha certamente contribuito al soprannumero di alte specie (daini, caprioli, ecc.)”.

“Infine, la distruzione degli ambienti naturali, con incendi, cementificazione, disboscamento, inquinamento, caccia, ecc. spinge la fauna a fuggire verso i centri abitati, ed è all’origine dei sempre più frequenti avvistamenti di animali nelle città”.

“Si tratta quindi, sempre, di problemi provocati dall’uomo. E di questo dobbiamo tenere conto, quando si cerca una soluzione: se è innegabile che un eccessivo numero di cinghiali o di caprioli può danneggiare le coltivazioni, o provocare incidenti stradali, è anche vero che il responsabile è l’uomo che ha invaso ed alterato il loro ambiente, e non viceversa. E’ quindi necessario cercare soluzioni scientifiche al problema, riportando in primo piano il rispetto per la natura e per gli animali stessi”.

“Frequentemente si assiste, invece, a prese di posizione dettate o dall’isterismo o da interessi di parte, e che finiscono per indicare sempre una sola proposta: l’abbattimento. Nel caso del cinghiale non è un’opzione valida. Sparare ai cinghiali, infatti, induce una maggiore prolificità nelle femmine, che tendono a accoppiarsi maggiormente. Pertanto, l’unico risultato è incrementare le battute di caccia, che però presentano evidenti rischi (sia per i cacciatori stessi che per chiunque voglia godersi una passeggiata nei boschi), senza ottenere risultati apprezzabili” conclude l’associazione ligure.

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