Interrogativi

Zona T1 a Ceriale, la minoranza: “La variante potrebbe essere illegittima”

"Non si sarebbe dovuto rendere nota prima la volontà dell'amministrazione di trasformare l'area al 100% in residenziale, in modo tale da poter vedere più partecipanti all'asta?"

area t1 Ceriale

Ceriale. “Il nostro obiettivo è risanare quell’area a qualunque costo”, così aveva dichiarato in consiglio comunale il sindaco Luigi Romano riguardo alla riqualificazione della zona T1. Una frase che non è piaciuta al gruppo di minoranza “Uniti per Ceriale” che si dice “attonito e sgomento” per le parole del primo cittadino.

“A nulla sono servite le numerose interrogazioni abbiamo posto attenzione sulle modalità adottate in detta procedura, ritenute pregiudizievoli sotto vari profili di legittimità. Le risposte ottenute sono sempre del tenore di favorire, a tutti i costi, le modifiche all’intervento concordate con la ditta aggiudicataria. Ebbene sì ad ogni costo questa maggioranza porterà in consiglio una variante che dai documenti in nostro possesso potrebbe presentare profili di illegittimità”, spiegano dall’opposizione.

E poi si domandano: “A qualunque costo significa approvare una variante dopo che l’asta è stata aggiudicata? Non si sarebbe dovuto rendere nota prima questa volontà dell’amministrazione in modo tale da poter vedere più partecipanti all’asta? A qualunque costo significa vantarsi di opere a scomputo di oneri già previste dal progetto iniziale?”.

“Il complesso residenziale sito nella zona T1 – Turistica 1 – di Ceriale, già sottoposto a varie vicissitudini e poi rientrato nel fallimento della società GEO srl, facente capo ad Andrea Nucera, è stato oggetto di numerose aste giudiziarie di cui quattro sono andate deserte e solo l’ultima ha trovato la Rush srl unica offerente ed aggiudicataria dell’asta per un prezzo di 2,4 mln di euro a fronte di 7mln di euro di base della prima asta – ricordano -. L’attuale amministrazione ha espresso fin da subito la volontà di procedere a revisionare quanto previsto dal PRG, ormai scaduto, nonché dal SUA (Strumento Urbanistico Attuativo) della zona T1 attraverso l’applicazione dell’art.47 ter della Legge Urbanistica Regionale n.36/1997 e ss.mm.ii. Le aste si sono basate su un parere legale redatto dall’avv. Paolo F. Gaggero, espresso il 20/09/2016 sull’allora testo vigente dell’art. 47 ter della L.R. n.36/1997 che è stato successivamente modificato dall’art.25 della L.R. 29 del 18/11/2016, ampliando la casistica delle variante ammesse per gli strumenti urbanistici approvati da oltre dieci anni”.

“Quello che non risulta chiaro – sottolinea la minoranza – è il motivo per cui il Comune non ha proceduto ad informare il curatore fallimentare dell’intenzione di avvalersi dell’opportunità dell’art. 47 ter L.R. 36/1997, mentre si è premurata di renderlo noto, prima dello svolgimento dell’asta, con l’attuale aggiudicataria della stessa. La volontà dell’amministrazione comunale avrebbe dovuto trovare idonea attuazione nella fase preliminare alle aste effettuate, al fine, da un lato, di garantire la ‘par condicio’ a tutti i possibili ‘competitor’ che avrebbero così valutato correttamente le reali possibilità edificatorie che nel bando risultano molto diverse e indubbiamente più penalizzanti rispetto quanto previsto dalla variante in discussione”.

“L’asta ha avuto come oggetto dell’incanto il lotto con le previsioni edificatorie del 50% a destinazione ricettiva, il 20% a destinazione commerciale ed il 30% a destinazione residenziale, mentre oggi grazie a quanto concordato con una sola società prima della vendita è possibile trasformare al 100% in residenziale, eliminando l’albergo e la parte commerciale precedentemente previste. Ci sembra proprio un bel regalo…”, concludono da “Uniti per Ceriale”.

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