Allarme

Incidente mortale sul lavoro, sindacati: “Nel 2021 in aumento. Basta parlare di sicurezza, bisogna farla”

Luca Maestripieri interviene dopo la tragica morte dell'operaio 54enne

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Liguria. “La morte di un operaio di 54 anni caduto, stamattina, dalle impalcature nel cantiere di lavori edili alla Foce, oltre ad essere un evento dolorosissimo per la famiglia e per tutti noi, è l’ennesimo schiaffo alla sicurezza sul lavoro che, dati alla mano, sta peggiorando”. E’ questo il commento del segretario generale della Cisl Liguria Luca Maestripieri alla tragica notizia di questa mattina.

“Non conosciamo ancora la dinamica dell’incidente mortale – prosegue -, né tantomeno possiamo conoscere le responsabilità che saranno accertate dalle autorità competenti, certo è che quando un lavoratore muore non si tratta mai di una fatalità, di un evento inevitabile. Si tratta a volte di fretta, a volte di misure di sicurezza non imposte o non rispettate, di taglio dei costi e dei tempi, di mancata informazione e consapevolezza dovuta alla scarsa formazione”.

“Tutto si può riassumere nella mancanza della cultura della sicurezza sul lavoro – sostiene il sindacalista -. Non si può morire per portare a casa il pane, nel 2021 non si può morire di lavoro. Bisogna aumentare la formazione e i controlli, bisogna rinforzare gli organi di vigilanza, soprattutto nei settori più colpiti dove, dopo il commercio, al secondo posto c’è proprio il settore dell’edilizia”.

“Nei primi 7 mesi dell’anno, in Liguria, sono avvenuti 50 infortuni sul lavoro al giorno – conclude il segretario generale della Cisl Liguria -. Di tutti questi, 14 sono stati mortali, in aumento del 6,3% rispetto al 2020. Non si può continuare a lasciare che le cose vadano così, lo dico ad aziende ed istituzioni: bisogna smetterla di parlare di sicurezza sul lavoro, bisogna cominciare, finalmente, a farla”.

A unirsi al coro, anche il sindacato della Cgil e Fillea. “La misura è colma – sono le prime dichiarazioni di Igor Magni, segretario generale della Camera del Lavoro e Federico Pezzoli, segretario generale Fillea Cgil Genova e Liguria -, un altro lavoratore questa sera non tornerà alla sua famiglia, non siamo più un paese civile”.

Cgil e Fillea si stringono alla famiglia della vittima e inviano le proprie condoglianze ai colleghi e chiedono a istituzioni e politica di investire sulla sicurezza sul lavoro: “Da tempo chiediamo risposte al Governo per vincere questa battaglia, che si può combattere solo con investimenti sulle condizioni di lavoro e sulla sua qualità” dichiara Igor Magni.

“L’edilizia è un settore martoriato dagli infortuni e da tempo chiediamo maggiori investimenti per il controllo dei cantieri – aggiunge Pezzoli – la sicurezza sul lavoro non è un costo, ma un diritto di tutto il mondo del lavoro”.

Pezzoli punta il dito sulla carenza di risorse e sulla formazione, ancora troppo spesso relegata ad un mero adempimento formale: “Se da un lato il proliferare del numero dei cantieri grazie ai vari bonus e agevolazioni è una buona notizia per il comparto, dall’altro è altrettanto vero che la possibilità per un cantiere di essere visitato da un ispettore diventa ancora più remota”.

“Un’altra tragedia che si consuma ormai come rappresentazione quotidiana alla quale non ci si può abituare”. E’ il commento di Uil Liguria, Uilm Genova e Feneal Uil Liguria. “Un operaio di 54 anni dell’impresa SP Servizi Ponteggi, che opera in subappalto, inquadrato con contratto metalmeccanico, perde la vita in pochi istanti, una vita che forse poteva essere protetta e salvata. Una persona che non tornerà più a casa dai suoi cari. L’operaio è morto sul colpo, dopo essere precipitato da un’ impalcatura nel centro di Genova, non in un posto sperduto dove le misure di sicurezza possono essere facilmente eluse, ma davanti agli occhi distratti di istituzioni, imprese e Asl”.

“Non un numero ma una persona che si aggiunge all’esercito dei caduti sul lavoro. In un momento in cui l’edilizia registra una grossa ripresa, occorre prestare maggiore attenzione e mettere in campo tutta la formazione possibile – continuano dal sindacato -. Nonostante le continue campagne di sensibilizzazione che, come sindacato, portiamo avanti nei luoghi del lavoro, ancora scarsa è l’attenzione delle imprese in termini di cultura alla prevenzione. Pochi controlli, personale addetto alle verifiche insufficiente e sanzioni ancora troppo blande sono le cause degli incidenti e dei decessi nei luoghi del lavoro”.

“La Uil – concludono – chiede con forza che salute e sicurezza, così come la prevenzione agli infortuni, siano al centro dell’agenda politica locale prima, dopo e durante le elezioni. Occorre rivedersi insieme alle istituzioni per dare gambe alle tante parole che sono state spese nel corso delle riunioni in prefettura”.

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