Incontro

Il consiglio del sindaco Gori a Russo: “Serve comunicare in modo chiaro e non fare propaganda”

Il sindaco di Bergamo è stato a Savona a sostegno del candidato Russo

Savona. “La comunicazione ha tante sfacettature. E bisogna distinguerla dalla propaganda. Serve comunicare in modo chiaro per riuscire ad arrivare a tutti i cittadini di Savona. Dire le cose in modo comprensibile per tutti. E’ importante non semplificare tagliando le cose con un’accetta e ridurle a uno slogan dicendo così le cose che la gente vuole sentire perché fatta per raccogliere un applauso”. A dirlo è il sindaco di Bergamo Giorgio Gori in occasione del confronto di stasera, moderato da Nicola Stella, con il candidato sindaco di centro sinistra Marco Russo che si è concentrato su comunicazione, commercio, politica partecipativa.

La città rappresenta una realtà di dimensioni relativamente piccole con cui ci si confronta quotidianamente: “Fare della propaganda in una città è più difficile perché i cittadini hanno sotto gli occhi la realtà. Si è costantemente misurati su cose molto concrete. Il consenso nel corso dell’esperienza amministrativa si misura nel bene o nel male nelle cose che si sono fatte ma la gente poi ti vota per quello che farai non per quello che hai fatto“.

Un endorsement “senza se e senza ma” quello di Gori per Russo: “Marco ha fatto un ottimo lavoro partendo dal progetto di città. L’agenda è servita per costruire la coalizione. Dalle idee poi ha costruito l’alleanza. Ha fatto le cose nell’ordine giusto, a volte si parte dagli schieramenti politici, qui ha fatto esattamente il contrario”.

Al centro dell’incontro tra il primo cittadino di Bergamo e Russo è stato il commercio. In questo ambito il lavoro fatto nella città lombarda è stato intenso: “Abbiamo aiutato i commercianti aiutando la loro competitività. Non possiamo né bloccare i grandi centri commerciali e neanche l’e-commerce. Ma bisogna diventare consapevoli che il commercio online non è solo appanaggio di Amazon“. E da questa convinzione si è sviluppata l’idea attraverso cui l’amministrazione comunale ha sostenuto i negozi di vicinato: “Abbiamo istituito una piattaforma online mediante la quale i negozianti possono vendere i loro prodotti. Abbiamo anche dato vita ai distretti urbani del commercio”.

Azioni nei confronti dei negozi di quartiere che Russo ha subito apprezzato: “A Savona il tema del commercio è di grandissima urgenza e importanza. La sua crisi produce due effetti negativi: riduce l’attrattività della città e riduce il presidio del territorio. Ci sono una sequela di serrande abbassate che crea abbandono di territorio. Per questo ci siamo posti nella nostra agenda questo tema del rilancio del commercio come elemento strategico e ci siamo ispirati a Bergamo. Credo che quella adottata a Bergamo (distretti urbani) sia per Savona una modalità sulla quale bisogna lavorare, il centro è già pronto invece nei quartieri bisogna fare un lavoro molto articolato e accompagnamento progressivo dei commercianti”.

Il sindaco Gori a Savona con Russo

Per quanto riguarda il coinvolgimento della popolazione Gori prende, in parte, le distanze: “Ci si presenta alle elezioni con un programma e si viene votati per quello. Quindi non c’è bisogno di chiedere ogni volta ai cittadini cosa ne pensano“. Ma ci sono anche occasioni in cui è fondamentale farlo: “Poi ci sono aspetti che non sono delineati nel programma e per cui è necessario la partecipazione dei corpi sociali. In questo caso il risultato deve essere il frutto della coralità delle voci ascoltate”.

In merito alla sanità il primo cittadino bergamasco fa eco al presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini e sostiene che nel presente e nel futuro sarà necessario sviluppare quella territoriale: “E’ la cosa che dobbiamo portarci a casa dell’esperienza Covid. E’ una lezione che non si può più dimenticare, così come che la consapevolezza che sanità pubblica è fondamentale. Anche per un paese come il nostro che deve fare economia non può tagliare sulla sanità. Sviluppare solo gli ospedali non funziona né per le cronicità né per un virus. La spinta che arriva al governo va nettamente in questa direzione con il finanziamento delle case della salute”.

Favorevole all’obbligo di Green Pass “ovunque” ma non solo: “E’ un modo per riappropiarsi della propria libertà in sicurezza. Chi non lo capisce ha una visione egoista per cui i suoi diritti possono prevalere sulle necessità della comunità. Condividerei anche il vaccino obbligatorio”.

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