La telefonata

Green pass, Pasa (Cgil): “Garantire lavoro e produzione, serve chiarezza e responsabilità”

Il segretario provinciale della Cgil a tutto campo nel corso del podcast di IVG “La Telefonata” condotto dal giornalista Nicola Seppone

Generico settembre 2021

Provincia. È un Andrea Pasa a tutto campo quello intervenuto nel corso del podcast prodotto da IVG e condotto dal giornalista Nicola Seppone “La Telefonata” [CLICCA QUI per visualizzare e ascoltare tutti gli episodi].

Dopo aver ripercorso le tappe più significative di una vita divisa tra il lavoro e il sindacato, il segretario provinciale della Cgil ha affrontato i temi più caldi del momento: dal green pass passando per le crisi industriali savonesi sino ad arrivare alle morti bianche nel nostro territorio.

OCCUPAZIONE E CRISI DEMOGRAFICA: CAMPANELLI D’ALLARME PER IL SAVONESE

Che questo sia un periodo particolarmente difficile è ormai sotto gli occhi di tutti. La crisi pandemica ha messo in ginocchio l’economia del nostro territorio, anche se durante l’ultima stagione sembrano esserci stati dei segnali di ripresa.

“È un momento mai visto prima, drammatico per una serie di motivi legati alla vita di tutti i giorni – spiega Pasa -. L’economia savonese nel 2020 ha perso oltre tre mila occupati (3136), e tutto questo in presenza del blocco dei licenziamenti. Molte persone hanno perso il posto di lavoro perché non erano all’interno di contratti nazionali o in settori in qualche modo vigilati dalle forze sociali”.

Ma è un altro dato a preoccupare il segretario della Cgil savonese: “La nostra provincia ha perso 3066 abitanti. In un solo anno, nel 2020 in Liguria si sono persi 15 mila abitanti. È vero che c’è il problema del lavoro, ma c’è anche un problema che è quello della demografia”.

ASCOLTA “LA TELEFONATA” CON ANDREA PASA

“IL VACCINO? DAL GOVERNO UN LAVORO A METÀ: SERVE L’OBBLIGO”

Sulla questione vaccini, Pasa non ha dubbi: “Il sindacato confederale (Cgil, Cisl e Uil), sin dal primo momento si era schierato a favore. È l’unico strumento che ci può permettere di tornare ad una vita normale, sia dal punto di vista sociale che economico. I dati di oggi ci dicono che non muoiono più le persone di un anno fa”.

Ma i sindacati al Governo chiedono qualcosa di più. Qualcosa di più coraggioso: “Noi pensiamo che sia opportuno che il Governo costruisca una norma, una legge per rendere il vaccino obbligatorio – spiega il segretario della Cgil savonese -. Perché non vorremmo che il green pass fosse alternativo al vaccino. Tu, Governo, ti devi prendere la responsabilità politica, ex articolo 32 della Costituzione, di porre in essere l’obbligatorietà del vaccino. Altrimenti accadrà che il green pass in qualche modo potrà essere usato strumentalmente da questa o quella impresa anche per sanzionare lavoratrici e lavoratori. Dobbiamo aiutare le persone che non si sono ancora vaccinate a capire l’importanza del vaccino. Non dobbiamo demonizzarle”.

GREEN PASS: OBIETTIVO “GARANTIRE LA CONTINUITÀ PRODUTTIVA”

Il Governo, lo sappiamo, ha reso obbligatorio il green pass per determinati settori e lo ha allargato a tutte le imprese a partire dal 15 di ottobre. Ma come si stanno preparando le imprese savonesi in vista di questa importante svolta?

“Nel savonese – commenta Pasa – ho la percezione di una piena responsabilità da parte delle imprese. Tantissime hanno fatto investimenti straordinari, anche mettendo in sicurezza le mense”.

C’è un aspetto, tuttavia, che preoccupa il sindacato: “Ma potrebbe accadere, e qualche azienda ce lo ha già detto, che nelle piccole medie imprese, ovvero il 90% del nostro tessuto territoriale, ci sarà il problema di garantire la continuità produttiva. Se, per esempio, sono il titolare di una impresa metalmeccanica di 12 persone, cinque delle quali si occupano delle attività di tornitura, e ho delle commesse perché l’economia sta riprendendo, e di questi cinque magari tre non sono vaccinati, quindi non hanno il green pass, io li devo lasciare a casa, anche perché la norma è chiara. Ma io azienda a quel punto non sono più in grado di portare avanti quella commessa rischiando di perdere le commesse dei mesi futuri”.

Ecco, quindi, lo scenario che sembra prendere forma anche nella nostra provincia: “Ci sono degli imprenditori che si sono messi d’accordo con i lavoratori per sostenere loro la spesa per il tampone per garantire il green pass ai lavoratori per le 48 ore purché ci sia la garanzia di continuità. Oggi comunque la sensazione è che circa il 90% si sia vaccinato”.

CRISI INDUSTRIALI: IL TRISTE RECORD SAVONESE E L’OCCASIONE DA COGLIERE

Piaggio, Bombardier, Sanac, Funivie. Queste le vertenze industriali savonesi che da anni tengono con il fiato sospeso centinaia di lavoratori. Controversie sindacali che Pasa conosce molto bene: “Il nostro territorio per troppi anni è stato calpestato solo perché ha più crisi in percentuale di qualsiasi altro territorio. Il savonese ha tantissime vertenze industriali, è vero, ma ha anche delle opportunità straordinarie. È necessario rendere competitivi i territori iniziando a difendere quello che c’è”.

“La difesa di quello che c’è”, tuttavia, sembra essere il “ritornello” musicale di una canzone che i savonesi ormai hanno imparato a conoscere fin troppo bene. Di chi è la colpa se ancora oggi, in alcuni casi a distanza di diversi anni, ci ritroviamo a parlare di queste vertenze? Secondo il segretario provinciale della Cgil individuare i soggetti responsabili è molto semplice: “L’assenza di autorevolezza da parte della politica locale e della politica regionale negli ultimi anni ha fatto sprofondare il territorio – afferma Pasa -. Chi ha la possibilità di risolvere le crisi? Su Funivie la decisione spetta al Ministero dei Trasporti, perché la funivia è di proprietà del Governo. Su Piaggio, che è una azienda di proprietà del Governo italiano con un Commissario, spetta al Ministero della Difesa. Bombardier, che riguarda il settore ferroviario, dipende dalle commesse che l’azienda statale/privata deve ordinare. Sanac, infine, sta dentro la discussione più generale dell’Ex Ilva di Taranto, oggi Acciaierie di Italia, che non si capisce perché da 30 mesi deve acquisire gli stabilimenti in giro per l’Italia, Vado in particolare, ma non ne veniamo a capo”.

IL BICCHIERE MEZZO PIENO

Certo, alla luce di tutto ciò la situazione non sembra essere delle migliori. Eppure Pasa è ottimista per una ragione molto chiara: “Ci sono tante crisi – spiega -, ma è anche vero che, pur nelle difficoltà, comunque le aziende le abbiamo mantenute tutte”.

“Stiamo parlando di vertenze che non vedono una risoluzione, ma che hanno tutte un minimo comune denominatore – prosegue Pasa -. Sono tutte collocate all’interno di settori strategici per il Paese. Aerospazio, ferroviario, acciaio e infrastrutture. Sono i temi che sono contenuti anche nel Pnrr di questo Paese, per cui stiamo per ottenere oltre 300 miliardi di euro dall’Europa. Ci sono tutte le condizioni per salvare queste imprese. Di più. Possiamo anche rilanciarle attraverso investimenti pubblici e privati”.

LA PARTICOLARITÀ DELLA VERTENZA PIAGGIO

La crisi Piaggio merita un discorso a parte, se non altro perché stiamo parlando di una vertenza che intreccia interessi politici e produttivi molto forti: “È un’azienda che è stata riconosciuta come strategica dal Governo stesso nel 2014 – continua il segretario – Da due anni il Commissario nominato dal Governo ha fatto un lavoro straordianrio. Ha portato tantissime commesse, private e pubbliche, a questa impresa. Ora manca l’ultimo miglio, ovvero che la politica nazionale, ossia il Governo e i Ministeri interessati (Difesa e Sviluppo), decidano a quale soggetto vendere questa impresa strategica”.

SANITÀ: “LA MEDICINA DEVE ANDARE DALLA PERSONA, NON IL CONTRARIO”

“Quando proviamo a chiedere alle persone quali sono i problemi che vogliono vedere risolti nel loro territorio, tutte ti rispondono lavoro e salute. Per rendere competitivi i territori sulla salute bisogna investire sulle infrastrutture, che non sono solo strade, autostrade e porti, ma anche quelle socio-sanitarie. Non solo ospedali, ma tutta la rete territoriale socio-sanitaria”.

La cura di Pasa per la sanità savonese nel mondo post-Covid è tutta in queste poche righe. Non solo ospedali da riqualificare e potenziare, quindi, ma una medicina territoriale che deve tornare a rivestire un ruolo fondamentale: “Dobbiamo irrobustire la rete ospedaliera ma soprattutto quella territoriale socio-sanitaria. Serve un investimento straordinario in sanità pubblica per garantire la vicinanza della medicina alle persone, anche utilizzando gli strumenti digitali che abbiamo come la tele-medicina”.

Per il segretario provinciale della Cgil è anche venuto il momento di dire basta ad un modello di sanità a trazione regionale (e quindi diversificato da nord a sud): “È arrivato il momento che la Sanità venga ripresa a livello centrale. Non è più possibile avere uno Stato, e in pandemia lo abbiamo visto, che ha 22 modelli sanitari diversi. È una cosa che non va più bene. In Liguria, a Savona in particolare, quello che sta accadendo da anni, in modo marcato negli ultimi anni, è la volontà di replicare a modelli socio-sanitari che guardano molto di più al privato rispetto al pubblico. Questo si è tradotto in un depauperamento dei servizi socio sanitari sul nostro territorio. Io dico sempre a tutti: la domanda da farsi è se ci sono più attività e servizi socio sanitari oggi o ce n’erano di più 10 15 anni fa?”.

Pasa ne è convinto: “Ci vuole più sanità pubblica, più servizi, ci vuole il punto di primo intervento h24 ad Albenga e Cairo, il punto nascite al Santa Corona e una serie di servizi e attività chiusi durante il Covid che devono essere subito ripristinati. Non ci vuole meno sanità, ma ce ne vuole di più. Soprattutto nella nostra provincia, anche perché quella savonese è la più vecchia d’Europa e di Italia. Tutti ci dicono che l’Italia tra 20 anni sarà come oggi è la provincia di Savona, perché il dato demografico è quello.

LA “STRAGE” DELLE MORTI SUL LAVORO: “NEL SAVONESE CIRCA 280 MILA ABITANTI E SOLO CINQUE ISPETTORI”

“Siamo arrivati ad oltre 800 morti nel 2021 a livello nazionale e ad un numero di morti in Liguria e in provincia di Savona per cui ormai utilizzare l’aggettivo strage è troppo poco”. Non utilizza mezzi termini Pasa quando tocchiamo l’argomento delle morti bianche sul nostro territorio.

Il paradosso, tuttavia, è che gli strumenti per combattere questi drammatici episodi ci sarebbero anche. A mancare, secondo Pasa, sono semplicemente gli ispettori: “Abbiamo le regole più stringenti di tutta Europa, mancano i controlli. Nel savonese ci sono circa 280 mila abitanti. Quanti ispettori che controllano il territorio ci sono? Quattro o cinque. Una cosa incredibile. A Savona il dato è eclatante, il 98% delle morti nei luoghi di lavoro è all’interno della filiera degli appalti e sub-appalti. Quindi noi chiediamo una cosa semplice: dobbiamo intensificare i controlli, quindi assumere degli ispettori”.

Un ultimo strumento per ridurre (o provare ad azzerare) il numero delle morti bianche secondo Pasa potrebbe essere quello della patente a punti per tutte le imprese. Attraverso questo sistema sarebbe possibile permettere di analizzare le aziende più virtuose o meno rispetto al numero di drammi avvenuti.

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