Misure

Fenoglio (RiformiAmo Savona): “Riduzione dei tributi per chi non risiede nelle zone più centrali”

"Come corso Italia o via Paleocapa, che a differenza di altre zone sono sempre al centro dell’attenzione e curatissime"

Savona Allagamenti

Savona. “Un proprietario savonese di un negozio in città, sito in zona rossa esondabile (a 200 metri dal Letimbro), non riuscendo a locarlo come negozio e non potendo più pagare un’IMU, troppo alta decide di chiedere all’ufficio urbanistica di Savona il declassamento in magazzino, poiché è il Comune che stabilisce la destinazione urbanistica. Spende pertanto 1.000 euro per la pratica urbanistica ed altri 500 euro per il nuovo accatastamento. Tutto ok. Però, dopo tre mesi, il catasto risponde che il declassamento non è accettabile e ripristina la categoria originale. Ma la frittata è fatta perché siamo in zona rossa esondabile, per normativa, e così il magazzino non può tornare nuovamente negozio. Il cittadino invia domanda di autotutela ma il catasto conferma la sua posizione. Così si rivolge ad un tecnico, il sottoscritto, che gli prepara un ricorso in commissione tributaria e spende altri soldi. Ma oggi non sappiamo, con certezza, se il ricorso sarà davvero vinto. Però l’episodio è, comunque, degno di profonda riflessione”. Ne è convinto Franco Fenoglio, presidente dell’Uppi (Piccoli Proprietari) e candidato in consiglio comunale nella lista Riformiamo Savona con Marco Russo.

Secondo Fenoglio, i motivi di interesse sono diversi: “Catasto e Comune sembra che vivano due mondi diversi e non si parlano, così il catasto ignora che la destinazione d’uso dipende solo da una determinazione dell’ufficio urbanistica. Se un cittadino proprietario decide di trasformare un negozio in magazzino la cosa è comunque molto triste perché significa che per il commercio savonese la situazione è davvero tragica. Se l’amministrazione comunale incassa dei soldi per l’IMU per gli immobili di un quartiere non può evitare di investirne, almeno una parte, per migliorare la vivibilità del quartiere stesso. Tanto più che l’aliquota è fissata, in tutta Savona, nella percentuale massima possibile senza distinzione alcuna”.

Prosegue: “Da alcuni decenni la zona compresa fra via XX settembre, via Guidobono e corso Mazzini, via Belloro ed altre vie, è soggetta periodicamente a gravi allagamenti. Non è certo un capriccio se un grande negozio, in una di queste vie, ha addirittura fatto rialzare il pavimento di 45 centimetri, con tre gradini, per evitare l’allagamento. Quindi tutti i cittadini che abitano o lavorano, nonostante tutto, nella zona esondabile sanno bene cosa vuol dire patire i disagi di un allagamento periodico come, per esempio, restare isolati in casa con bambini ed anziani malati oppure trovare l’ambiente di lavoro semi allagato e non poter lavorare”.

Ma quali sono le cause? “Pare si tratti dei tombini mal funzionanti e difficoltà della conduttura sotterranea che recapita nel Letimbro. Oppure può trattarsi anche del fondo dell’alveo del Letimbro che, negli anni, a causa dei depositi stratificati, si è rialzato, oppure è imputabile a più ampie cause di tipo idraulico collegate alla conformazione della foce del Letimbro, dove sbocca in mare. Cause che sarebbero forse poco indagate e sicuramente poco pubblicizzate. Ma soprattutto, al di là di ogni studio relativo alle cause, non è più sopportabile che un’amministrazione comunale abbia il coraggio di attuare un sistematico salasso nei confronti dei cittadini contribuenti tramite IMU, TARI ed altro, senza guardare in faccia nessuno”.

“Quindi se la situazione rimarrà ancora grave e persistente, ovvero se non sarà possibile ovviare presto alle cause, sarà opportuno e giusto che la prossima amministrazione comunale conceda almeno una riduzione, se non addirittura una totale abrogazione di IMU ed altri tributi a favore di quei cittadini che hanno la sfortuna di non risiedere in corso Italia o via Paleocapa, che a differenza di altre zone sono sempre al centro dell’attenzione e curatissime”, conclude Fenoglio.

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