Operazione walhalla

Acquisivano illecitamente finanziamenti dallo Stato per società fantasma: altri 3 arresti e sequestri in Liguria

Operazione congiunta di guardia di finanza e Agenzia delle Dogane: nei guai un noto imprenditore genovese e due spedizionieri

gdf finanza dogane

Liguria. Sono in corso questa mattina tre arresti e una serie di sequestri (denaro, immobili ed altri beni di valore) da parte dei funzionari dell’Agenzia delle dogane e dei militari del comando provinciale di Genova della guardia di finanza, sotto il coordinamento della Procura di Genova, nell’ambito della nuova operazione Walhalla. Grazie alle indagini, infatti, si è scoperto che un gruppo di persone acquisiva in maniera fraudolenta finanziamenti bancari, nella maggior parte dei casi garantiti dallo Stato, a favore di società fantasma che venivano poi indirizzate verso il fallimento.

Si tratta di un noto imprenditore genovese, Giorgio Parodi, presidente dell’Olympia Voltri e due spedizionieri doganali, Bruno e Gianluca Guccini, operanti principalmente in Liguria. Sono stati eseguiti inoltre provvedimenti di sequestro di beni e contanti per il valore di circa 630mila euro.

L’attività criminale era stata già intercettata e bloccata il 21 luglio di quest’anno quando, con l’operazione Odino, le Dogane e la guardia di finanza avevano scoperto una maxi frode attuata con modalità simili: in quell’occasione fu arrestato un imprenditore 40enne residente ad Arenzano e venne acquisita documentazione cartacea ed informatica di rilevante importanza.

Gli ulteriori sviluppi, così come gli esiti di alcune perquisizioni disposte dalla Procura, hanno consentito di “allargare” il perimetro delle indagini portando all’iscrizione nel registro degli indagati di un commercialista, titolare di un avviato studio professionale della riviera ligure di Levante, e di acquisire ulteriori elementi di prova a carico di coloro che erano già destinatari di misure cautelari.

Complessivamente sono 41 le persone indagate, tutte di nazionalità italiana, delle quali numerose già note alle forze dell’ordine: queste agivano attraverso la preventiva costituzione o acquisizione del controllo con prestanome di una galassia di società di capitali (molte delle quali sull’orlo del fallimento e tutte rigorosamente inattive). I bilanci delle società venivano falsificati e utilizzati al fine di attrarre ingenti finanziamenti erogati dal sistema bancario e oltremodo assistiti dalla garanzia statale a favore delle medie imprese.

I finanziamenti, così illegittimamente acquisiti, ammontano complessivamente a 6,9 milioni di euro, dei quali 1,7 garantiti dallo Stato. Il denaro, una volta introitato dalle “cartiere”, è stato destinato a beneficio esclusivo degli organizzatori oppure distratto ed anche reinvestito in ulteriori attività economiche inquinando il tessuto dell’economia legale.

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