Varazze. “Continuità e capacità decisionale”. Ti risponde determinato Luigi Pierfederici, candidato a sindaco per le prossime amministrative, quando gli chiedi, al termine di una lunga chiacchierata, due aggettivi che ben traducano lo spirito di Essere Varazze.
Ci prova come primo cittadino, dopo mesi da vicesindaco reggente. “Esperienza forte” ci dice.
La nostra è una passeggiata nel cuore di Varazze. Scelgo il centro storico. I caruggi, le strette strade del commercio. Qui pulsa l’anima di una città che aspetta i primi di ottobre. È presto e tra via Malocello, piazza Beato Jacopo, Sant’Ambrogio, una “scacchiera” di risseu bianchi e neri che sostiene la Collegiata, è tutto un vociare soffuso.
“Essere Varazze è al lavoro da anni” ci spiega “un gruppo non politico, civico. Persone che vogliono il bene della città e mettono sul tavolo, passione, idee, sacrificio”. E “sono stati faticosi questi mesi di pandemia” sottolinea.
Varazze si affaccia a un nuovo giorno. Il pesce è fresco, l’aria profuma di pane. C’è una città che lavora e aspetta risposte importanti. Pierfederici ne dà una sulla questione nevralgica della discarica della Ramognina . Ci dice “la chiudiamo entro l’anno. I comuni conferitori, nostri vicini di casa, sono già stati avvertiti”.
Il tempo stringe, veniamo al dunque. Gli diamo pochi secondi per andare dritto sui primi tre punti del suo programma: “Il compimento delle opere già partite e da eseguire, continuare a gestire in maniera eccellente con una vera sinergia tra l’Amministrazione e le associazioni l’emergenza della pandemia, gli aiuti alle famiglie in difficoltà che mai sono mancati, centinaia e centinaia di persone. Porteremo, tra le priorità, a termine il totale riassetto e la messa in sicurezza delle zone alluvionate”.
Suonano le 10 in via Campana. Sant’Ambrogio arriva fino a qui per dirci che è tempo di andare.
Torna in Comune, Pierfederici, ingegnere, trentasette anni, tante cose da fare e da pensare. Due passi, nemmeno un minuto, ed è in viale Nazioni Unite.