Pensiamoci

I problemi di ferragosto

Tre anni dal crollo del Morandi, lacrime e discorsi. Da domani in autostrada sarà l’inferno: speriamo di non dover contare altre vittime

Previsti fino a 10 km di code. I controlli, le violenze e il caso emblematico delle discoteche “chiuse”

Liguria. Il 14 agosto del 2018 crollava il ponte Morandi in una giornata di maltempo infernale. Oggi il diavolo si chiama Lucifero, porta condizioni meteo di segno opposto e ci introduce comunque a pensierini di Ferragosto che da tre anni girano e rigirano attorno alle autostrade. Tre anni, con 43 morti e danni incalcolabili, passati invano: domani torna l’inferno (rieccolo) del traffico, e speriamo che non si debbano contare altre vittime.

TUTTI SOTTO IL PONTE: LACRIME E PROMESSE

Non poteva che portare commozione la cerimonia per l’anniversario del crollo del Morandi. Molti erano presenti, altri hanno mandato messaggi, come il presidente del Consiglio Draghi, che ha pronunciato parole molto dure: si ricordi però di far seguire i fatti. Cartabia ha pianto lacrime sincere: speriamo però faccia la sua parte perché sulle nostre autostrade – questa volta sopra, non sotto – non si debbano piangere altre vittime.

FERRAGOSTO & DINTORNI: DA DOMANI INFERNO IN A10

Una regione che vive di turismo ha nel Ferragosto l’apice delle sue attività, di speranze e delusioni. Purtroppo oggi possiamo parlare solo di problemi, e il lavoro del cronista è facilitato dalla puntuale informazione di IVG che, dopo aver registrato il triste anniversario del crollo del Morandi, avvisa che da domani sono attese code anche di 15 chilometri sulla famigerata A10.

Tre anni passati invano, dicevamo, e non resta che ripetere ciò che abbiamo già scritto: i nostri politici (citiamo la categoria perché ben pochi ci sembrano esenti da pecche) hanno inveito dopo il crollo contro i Benetton, ma poi hanno comprato le autostrade con i soldi nostri e adesso sono incapaci di rinviare i lavori di qualche settimana in preda a delirio da burocratese, perché di questo si tratta.

TUTTI GLI EQUIVOCI E IL CAOS GREEN PASS

Anche in questo caso le cronache di tutti i media ci esimono ampiamente da qualsiasi tipo di ricapitolazione, arrivando al dunque: la ministra Lamorgese, titolare degli Interni, snodo essenziale per la nostra sicurezza – poveri noi – ha smentito il governo sul controllo dei documenti da parte degli esercenti, poi ha smentito se stessa dicendo che i documenti devono essere chiesti in caso di “gravi incongruenze”. E giù a discutere su quanto gravi debbano essere queste incongruenze.

Una ministra totalmente sconnessa dalla realtà, che non sa rendersi conto di che cosa significhi gestire un ristorante o un bar e che offre argomenti preziosi, alla fine della fiera, ai no vax.

CONTROLLI A TAPPETO E DISCOTECHE CHIUSE

Come ogni anno, dopo gli immancabili e rituali vertici, si annunciano (e si mettono in atto) controlli di tutti i generi, che hanno una grande utilità soprattutto nel proteggere le persone perbene da bande scatenate che a Ferragosto, come da tradizione, danno il meglio di sé, con l’arrivo last minute dei più disperati e violenti dalle città del Nord. Anche in questo caso può essere utile seguire le cronache di IVG.

Resta il fatto, anche in questo caso emblematico, che la chiusura (almeno formale, sono spesso aperte come bar e ristoranti in musica) impedisce di togliere dalla strada e da situazioni ambigue qualche migliaia di giovani che potrebbero divertirsi e ballare in tutta sicurezza. Si sa, il ministro Speranza proprio non vuole capire.

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