Liguria. C’è un dato statistico fornito dall’Agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, che spiega quanto tempo è necessario perché il numero dei pazienti Covid ricoverati negli ospedali arrivi a raddoppiare. In pratica è un indicatore della velocità con cui l’ondata di contagi impatta sul sistema sanitario. In Liguria questo dato, secondo l’ultima rilevazione, è di 41,4 giorni per l’area medica e di 55,8 giorni per la terapia intensiva. Per farsi un’idea, un mese fa, precisamente lo scorso 26 luglio, il tempo di raddoppio per l’area medica era di 4,2 giorni.
Che cosa significa? Che, nonostante si continui a registrare una crescita delle ospedalizzazioni, interrotta solo per un breve periodo a inizio agosto, la situazione non è tale da far presagire un brusco peggioramento. E anzi, il ritmo è sensibilmente rallentato negli ultimi 30 giorni.
Al momento – secondo i dati del bollettino di ieri – si registrano 95 ricoverati in tutta la Liguria di cui 10 in terapia intensiva. Per quanto riguarda quest’ultimo dato, la proiezione di Agenas in collaborazione con l’università di Padova prevede un’ulteriore diminuzione dei ricoverati nei prossimi 7 giorni.
Non è così ad esempio per la Sicilia, che vede avvicinarsi la zona gialla e il ritorno delle restrizioni a partire da lunedì prossimo: con il 19% di posti occupati da pazienti Covid in area medica e l’11% in terapia intensiva (in crescita, secondo le proiezioni), la regione isolana ha superato entrambe le soglie (rispettivamente 15% e 10%) ritenute sufficienti per la permanenza in zona bianca. A rischio anche la Sardegna, che ha sforato il parametro delle terapie intensive (11%) ma non ancora quello dell’area medica (14%).
Da questo punto di vista la Liguria può dormire sonni tranquilli: per entrambe le aree ospedaliere il dato è fermo al 5%, di poco sotto la media nazionale che è del 6%. Anche sul tempo di raddoppio dei ricoveri la situazione ligure è migliore rispetto a quella dell’Italia in generale che vede per l’area medica 29,7 giorni e per le terapie intensive 27,1 giorni. Insomma, al momento il rischio di cambiare colore è davvero molto lontano.
“Il tempo di raddoppio – si legge nella nota metodologica di Agenas – fornisce delle informazioni aggiuntive rispetto alla usuale misura del coefficiente di riproduzione Rt (ovvero quante persone sono contagiate in media da una persona infetta in presenza di restrizioni). Il vantaggio di questa misura è che può essere utilizzata come misura di allerta, in quanto se il tempo di raddoppio decresce, ci vorrà meno tempo a mettere in seria difficoltà il sistema, ad esempio attraverso il raggiungimento della piena capacità dei reparti, quindi si dovrà aumentare l’attenzione verso una probabile vicina condizione di ampliamento dei servizi, quali ad esempio nuovi posti letto”.