Bagarre

Consiglio regionale, referendum sulla riforma della giustizia: l’opposizione esce dall’aula

Deliberazione non determinante: la Liguria è la sesta Regione a chiedere l'indizione della consultazione. Fratelli d'Italia astenuta su due quesiti

Martello giudice tribunale

Liguria. Via libera dal Consiglio regionale alla richiesta di indire i sei quesiti referendari sulla giustizia proposti dalla Lega e dal Partito Radicale, passati coi soli voti della maggioranza. Il gruppo di Fratelli d’Italia non ha sottoscritto e si è astenuto sui quesiti riguardanti l’abolizione della legge Severino e la modifica della disciplina sulle misure cautelari. Tutti i consiglieri di opposizione sono usciti dall’aula e non hanno partecipato alla votazione.

L’approvazione non è determinante in quanto la Liguria è la sesta Regione a proporre i quesiti mentre ne bastano cinque.

Ecco i sei quesiti:
Referendum abrogativo di articoli delle “Norme sulla costituzione e sul funzionamento del Consiglio superiore della Magistratura”
Referendum abrogativo di articoli del “Risarcimento dei danni cagionati nell’esercizio delle funzioni giudiziarie e responsabilità, civile dei magistrati”
Richiesta di referendum abrogativo di articoli su “Istituzione del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione e nuova disciplina dei Consigli Giudiziari”
Richiesta di referendum abrogativo di articoli relativi alle leggi sull’organizzazione nella magistratura
Richiesta di referendum su misure di custodia cautelare
Richiesta di referendum abrogativo del “Testo Unico disposizioni materia incandidabilità e divieto ricoprire cariche elettive e governo”.

“È solo uno strumento di propaganda della Lega, visto che al governo è in corso una riforma della giustizia che la stessa Lega sta votando favorevolmente”, è il commento del capogruppo del Pd Luca Garibaldi.

“Non partecipiamo quindi alla votazione di una richiesta infondata, visto che le cinque Regioni necessarie per presentare il referendum ci sono già e quindi aggiungere la Liguria non è necessario. Uno scenario che conferma lo scopo meramente propagandistico della Lega”, osserva Garibaldi.

Il consigliere regionale Enrico Ioculano, aggiunge: “Il giudizio su questa farsa del referendum non può che essere negativo, ci troviamo di fronte a un partito che propone un documento che per alcuni quesiti ha effetti completamente opposti a quelli propagandati. Inoltre è paradossale che un partito di governo che sta partecipando alla riforma della giustizia, anziché lavorare sul campo, promuova contestualmente un referendum su tematiche equivalenti: è evidente che lo faccia solo per farsi notare e fare polemica”.

“La politica e le istituzioni chiederebbero maggiore serietà – commenta il consigliere regionale Pippo Rossetti – . Un referendum proposto dalle Regioni dovrebbe riguardare materie concrete che fanno riferimento alle competenze regionali, non a materie di esclusiva responsabilità dello Stato. Una forzatura solo propagandistica perché basta leggere i quesiti per capire che sono incomprensibili e quindi inammissibili”.

“Di fronte a una riforma della giustizia così importante come la Riforma Cartabia credo che i referendum abrogativi proposti dalla Lega siano delle inutili provocazioni con un unico fine: la ricerca spasmodica del consenso elettorale”, dichiara il consigliere regionale Roberto Arboscello. “È un nostro dovere, delle istituzioni, riformare la giustizia. Ma le riforme di tali portate vanno fatte in Parlamento, non con dei referendum. Chi non è riuscito a sabotare la riforma in parlamento prova ora la carta referendaria. Chi guarda solo al consenso elettorale non fa bene al paese e agli italiani”, conclude.

“È un’iniziativa ingiusta che va contro tutto quello in cui ho sempre creduto. È un voto contro la giustizia che la Liguria, con la Resistenza, ha contribuito a realizzare”, ha aggiunto il consigliere Ferruccio Sansa, capogruppo dell’omonima lista.

“È scorretto usare quest’aula per fare propaganda”, ha rimarcato il consigliere Paolo Ugolini del M5s. “Questo slogan ‘giustizia giusta’ non vuol dire nulla, ma probabilmente farà presa”, ha chiosato Gianni Pastorino di Linea Condivisa prima di abbandonare l’aula.

Stefano Mai e Alessio Piana della Lega sono stati designati rispettivamente delegato effettivo e delegato supplente: entro il 30 settembre dovranno consegnare i 6 quesiti referendari all’Ufficio per i referendum, istituito presso la Corte di Cassazione: “Una Giustizia giusta. Anche i magistrati, quando sbagliano, devono pagare con un giusto indennizzo. L’Assemblea legislativa della Liguria oggi ha dato il via libera alla presentazione della richiesta dei sei referendum abrogativi sulla Giustizia, per i quali la Lega sta raccogliendo le firme sul territorio” ha dichiarato il capogruppo regionale Stefano Mai (Lega).

“Esprimiamo soddisfazione: alla decisione della Liguria e delle altre Regioni che hanno approvato i quesiti referendari si affianca l’opera di raccolta firme che prosegue senza sosta nel Paese. Il nostro impegno è quello di far votare i cittadini su un tema molto sentito. Spiace constatare che la minoranza abbia invece abbandonato l’aula, facendo ostruzionismo contro i referendum, e voglia impedire ai liguri e agli italiani di votare. Un atto democratico e di libertà, rispetto al quale le sinistre hanno ormai sviluppato una vera e propria allergia”.

“Ricordiamo che, oltre alla responsabilità diretta dei magistrati, i quesiti riguardano i limiti agli abusi della custodia cautelare, la separazione delle carriere, l’equa valutazione dei magistrati, la riforma del Csm, l’abolizione della Legge Severino” ha concluso Mai.

“Il via libera del Consiglio regionale della Liguria alla presentazione della richiesta dei sei referendum abrogativi sulla giustizia promossa dalla Lega è un’iniziativa opportuna che viaggerà in parallelo alla raccolta firme. Il segnale arrivato dalla Regione è importante perché com’è noto anche 5 Consigli regionali possono proporre di legiferare” ha aggiunto Federico Bertorello, responsabile giustizia Lega per la Liguria.

Il presidente del Consiglio regionale Gianmarco Medusei ha espresso piena soddisfazione per l’approvazione delle sei proposte referendarie sulla giustizia presentate nella competente commissione consiliare e poi in aula: “Con il voto di oggi – dichiara Medusei – concludiamo, fra le prime Regioni in Italia, un percorso democratico per garantire a tutti i cittadini, rispetto ad alcuni temi molto sentiti dalla pubblica opinione, un’opportunità di consultazione e di confronto su questioni da tempo dibattute in diverse sedi istituzionali”.

Il presidente prosegue: “L’Assemblea legislativa della Liguria, assumendo questa iniziativa referendaria, ha voluto intraprendere questo importante cammino e i referendum saranno l’occasione per un approfondimento, esteso a tutti gli italiani, per conoscere nel merito le questioni poste a più livelli e decidere in libertà e piena consapevolezza su materie che intervengono anche nella vita di ciascuno di noi”.

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