Vado Ligure. “Assurdo che per parlare di transizione energetica (o ecologica) si porti ad esempio la realtà di Tirreno Power, dove la transizione dal carbone è iniziata solamente perché sono stati sequestrati gli impianti, mentre l’azienda aveva addirittura intenzione di raddoppiarne la potenza installata e proseguire con le emissioni per altri 30 anni”.
A commentare il digital talk organizzato da Tirreno Power e andato in onda nel pomeriggio di ieri, nel quale è stato presentato il documento che analizza l’operazione di reindustrializzazione del sito di Vado Ligure riportandolo come esempio di successo e di buona pratica, è il senatore del gruppo misto – Potere al Popolo, Matteo Mantero.
Presente all’incontro, oltre al governatore della Liguria Giovanni Toti, anche il ministro Roberto Cingolani che ha suscitato alcune critiche: “È inopportuno che il ministro della transizione ecologica partecipi ad un incontro organizzato da chi con la transizione energetica centra ben poco – afferma il senatore ligure – in quanto l’azienda, al momento del sequestro dell’impianto ad opera della Magistratura, non solo non aveva nessuna intenzione di “reindustrializzare” uscendo dal carbone, ma addirittura si proponeva di raddoppiare la potenza installata”.
“Quale scelta aziendale ‘di successo’? – conclude Mantero -. Se non ci fossero stati i Comitati e la Procura di Savona, ora parleremmo di una mega-centrale che brucerebbe 7.000 tonnellate di carbone al giorno, in mezzo alle case, come per altro ha fatto per 43 anni, fino a quel marzo del 2014”.