Savona. Si terrà oggi alle ore 15 il digital talk online organizzato da Tirreno Power, nel quale verrà presentato il documento che analizza le ricadute sul territorio dopo la conclusione dell’operazione di reindustrializzazione del sito di Vado Ligure, riportandolo come esempio di successo e di buona pratica. A partecipare all’incontro, oltre al governatore della Liguria Giovanni Toti, anche il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani.
Una presenza che affatto piace a Stefano Milano del Comitato contro le fonti fossili, che definisce la partecipazione del ministro “incredibile” e a lui rivolge diversi interrogativi.
Lo scettiscismo di Milano parte dal titolo scelto per una delle tematiche dell’incontro, ovvero “Uscita dal carbone e reindustrializzazione. Il caso di successo di Vado Ligure”. “Sig. Cingolani, secondo Lei è un caso ‘di successo’ andare a processo per disastro ambientale, con (secondo la Procura) centinaia di morti collegabili alle emissioni? – domanda Milano – Lei che ha fondato il National Nanotechnology Laboratory del CNR, lo sa che proprio il CNR ha rilevato il +49% di mortalità imputabile alla centrale (essendo stati analizzati i dati di 144.000 persone, vuol dire circa 4.000 persone)?”.
“Lo sa che, solo qualche anno fa nel momento del sequestro dell’impianto ad opera della Magistratura, l’azienda non solo non voleva reindustrializzare uscendo dal carbone, ma addirittura raddoppiare gli impianti per altri 30 anni? Quale scelta aziendale ‘di successo’? Se non ci fossero stati i Comitati e la Procura ora parleremmo di una megacentrale che brucerebbe 7.000 tonnellate di carbone al giorno, in mezzo alle case (la centrale da queste parti ha bruciato carbone per 43 anni)!”, sottolinea.
“Perché si presta a questa passerella di Tirreno Power, utilizzata dall’azienda probabilmente per tentare di farsi bella agli occhi di qualche giudice? Perché, per il ruolo che Lei ricopre, non mette distanza da un’azienda legata tutt’oggi a un processo per inquinamento da carbone?”, conclude Milano.