Iniziativa

Riders, Consumerismo lancia la petizione online: “Turni insostenibili e sotto controllo h24”

“Il potere di difendere i lavoratori è anche nelle mani dei consumatori"

protesta riders

Liguria. “Riders sfruttati e sotto controllo 24 ore su 24 per una pizza calda, costretti a turni insostenibili per evitare che l’algoritmo utilizzato dalle varie società li retroceda e li porti al licenziamento. Questa la grave situazione dei riders italiani, contro la quale Consumerismo No Profit lancia oggi anche in Liguria la petizione online #SAVETHERIDER volta a salvare i lavoratori della categoria operanti nella regione, tutelare i loro diritti e ottenere una legge che imponga regole e limiti precisi agli algoritmi”. Così l’associazione lancia la sua proposta a tutela di questi lavoratori.

“Attraverso tale campagna – spiegano – si chiede al Governo di adottare in Italia e promuovere, anche in sede europea, l’introduzione di una norma che imponga la preventiva verifica degli algoritmi utilizzati per l’organizzazione del lavoro. Una normativa chiara che imponga la contrattazione ed il preventivo controllo dei dati utilizzati dall’algoritmo adottato dalle società del food delivery e che impedisca alle multinazionali di accaparrarsi il mercato grazie al mancato rispetto del diritto dei lavoratori in Italia”.

“Chiediamo ai consumatori della Liguria, utilizzatori finali dei servizi offerti dai riders, di far sentire la propria voce a tutela del lavoro di tutti e contro il proliferare di nuovi strumenti di controllo e gestione dei lavoratori, illegali e già sanzionati da diversi Tribunali italiani – afferma il presidente Luigi Gabriele -. E’ il momento di aprire gli occhi sulle condotte delle multinazionali di food delivery che si arricchiscono grazie alla non applicazione di regolari contratti collettivi. Questi lavoratori sono spesso i nostri vicini di casa, padri separati o che, una volta perso il lavoro a causa della crisi Covid, si sono dati da fare come rider”.

“Il potere di difendere i lavoratori è anche nelle mani dei consumatori, che possono attivarsi per difendere i diritti di chi il sabato sera gli porta a casa la pizza, e rischia di perdere il lavoro se non è veloce come l’algoritmo delle società di food delivery vorrebbe” – conclude Gabriele.

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