Albenga. “L’Albenga-Carcare-Predosa è un’autostrada non necessaria, ma indispensabile”. Ne è convinto Giacomo Pronzalino del Comitato Albenga-Carcare-Predosa.
“A margine del convegno del 19 giugno scorso che ha visto unanime plauso da parte delle autorità, operatori commerciali ed industriali, rappresentanti delle forze produttive e sindacali ritengo opportuno un approfondimento che possa ulteriormente chiarire, se ce ne fossebisogno, l’essenziale importanza di questa arteria di scorrimento veloce – spiega – Il quotidiano drammatico intasamento del traffico porta a concentrarci sulla necessità di alleggerire il flusso veicolare con riferimento alla direttrice Portogallo-Spagna-Francia-Italia, per il nord Italia e per le nazioni confinanti. Ma questo corridoio essenziale per tutti i traffici verso l’Europa, addirittura fino a Kiew o alla via della seta, non rappresenta l’unico vantaggio per la Liguria, specialmente per i porti di Genova, Voltri, Savona, Vado Ligure, e per gli stessi porti turistici di Varazze, Finale Ligure, Loano, Imperia. Quello che potrebbe non essere non correttamente percepito in tutto il suo immenso potenziale economico è costituito dal bacino di utenza che questi porti rappresentano per la direttrice opposta che in tutto il Nord, non solo italiano, è in cerca affannosa di uno sbocco al mare”.
“Il mare che ci circonda e di cui la Liguria è ricca è la maggiore autostrada per le merci che provengono da ogni parte del mondo e che proprio nei porti liguri trova il miglior approdo, economicamente più conveniente per la breve distanza dalle regioni primatiste del prodotto interno lordo e del centro Europa, culla della civiltà e della produttività europea. Il Piemonte conta 4,5 milioni di persone, la Lombardia 10 milioni di persone, l’Emilia Romagna 4,4 milioni di persone, l’Austria 8,5 milioni di persone, la Germania 82,5 milioni di persone, la Svizzera 8,5 milioni di persone. Sono più di 100 milioni di persone in cerca di uno corridoio al mare. E in Liguria c’è 1,5 milioni di persone. Tutta l’area produttiva di questa vastissima area italiana ed europea, ha un potenziale economico immenso che non aspetta altro di avere uno sbocco al mare: ed il mare siamo noi”.
Secondo Pronzalino “le infrastrutture in grado di soddisfare questo mercato globale devono essere messe in condizione di ricevere e smistare questi flussi commerciali, che sono il nostro petrolio, sia per la valorizzazione di tutto quanto passa per i nostri porti, sia per il flusso turistico verso la recettività alberghiera ligure. Tutto ruota sui principali porti liguri che sono ad un passo dalle nazioni europee più produttive. Livorno e Civittavecchia possono servire altre aree regionali, ma è evidente che le tre province Genova, Savona e Imperia sono quelle naturalmente preposte a soddisfare assolutamente e puntualmente le esigenze del bacino produttivo del Nord Italia e delle Nazioni con queste confinanti. Ovviamente le aree interne disponibili in prossimità dei porti saranno beneficiate quali primi punti di appoggio per le merci e per le più svariate produzioni che vedranno i costi logistici diminuire enormemente per la riduzione dei costi di trasferimento e stoccaggio essendo in prossimità dei porti di imbarco e sbarco”.
“Con il potenziamento dei porti di Genova-Voltri e Savona-Vado Ligure si sta delineando uno scenario che, se ben compreso e incentivato diventerà il motore trainante per l’economia ligure con risvolti occupazionali per tutto il territorio tali da garantire la qualità della vita alle future generazioni. I fattori che portano alla realizzazione di questa arteria indispensabile risiedono fondamentalmente: nell’interesse del mondo imprenditoriale, che vede la possibilità di enorme espansione economica, e le tre regioni direttamente interessate, Liguria in primis, Piemonte e Lombardia sono da sempre terre di grandi imprenditori che vedono lontano. Nell’interesse del mondo sociale che ne trae beneficio innalzando l’occupazione e la qualità della vita dei suoi abitanti. Nella sensibilità del mondo politico, non offuscato da una visione limitata al proprio giardinetto, a cui non può sfuggire la grande opportunità di dare una svolta epocale ad una vastissima area interregionale che può, in questo modo, far letteralmente esplodere il potenziale intrinseco che la caratterizza”.
“Per questo è indispensabile agire, ora e subito, perché le condizioni realizzative lo consentono e possono veramente rappresentare un investimento produttivo di ricchezza concreta e stabile nel tempo. Quello che ci chiede l’Europa”, conclude Giacomo Pronzalino.