Intervista

Gabriella Branca nella segreteria nazionale di Sinistra Italiana: “Perché no a Draghi e perché il progetto di Marco Russo è l’unico che può rilanciare Savona”

L'avvocato savonese: "L'agenda del candidato di centrosinistra sta convincendo gli elettori, per i valori e le cose concrete da realizzare".

Gabriella Branca generica

Savona. Maria Gabriella Branca, avvocato, esponente di Sinistra Italiana, il partito che ha come leader Nicola Fratoianni, unico partito di sinistra all’opposizione del governo Draghi, fa parte della direzione e della segreteria nazionale del partito, come responsabile giustizia e legalità.

Avvocato Branca, ricoprire un ruolo di responsabilità a Roma può riverberarsi positivamente sulla sua attività savonese?
“Certamente sì, perché il settore giustizia è uno dei più rilevanti per i cittadini, le famiglie e le imprese: chiunque di noi prima o poi può avere necessità di ricorrere ad un tribunale. Inoltre contribuire, e se possibile influire, mediante il gruppo dei parlamentari di Sinistra Italiana, al processo legislativo, è di grande stimolo: basti pensare ai temi che si discutono in questi giorni in parlamento o in commissione, come il decreto semplificazioni, l’attuazione del PNRR o la stessa riforma della giustizia”.

Essere all’opposizione del Governo Draghi è stata una scelta sofferta, ponderata?
“È stata l’unica scelta possibile per opporsi a un governo di restaurazione. L’esecutivo Pd-Cinque Stelle-Leu non risultava funzionale ad alcune strategie industriali ed economiche, dava evidentemente fastidio a quei poteri forti che esistono (non è una fake news) e, tramite soggetti come Renzi, sono in grado di far cadere un governo di sinistra e vararne uno più idoneo ai loro scopi. Adesso si  va in un’altra direzione, e non potrebbe essere diversamente se alla Transizione Ecologica c’è un ministro come Cingolani. Anche le riforme e lo stesso PNRR forniscono strumenti  alle banche e alle grandi imprese, anche internazionali, a scapito delle fasce sociali più deboli. Basti pensare al disastro dei licenziamenti in massa dopo il lockdown: eppure non era difficile prevederlo. Ora fingono di correre ai ripari con il ricorso straordinario alla CIG”.

Lei con Sinistra Italiana, l’associazione Il rosso non è il nero, ed altre formazioni politiche, alle Comunali di Savona appoggia la candidatura di Marco Russo. Non pensa che potrebbe essere una posizione troppo di sinistra mentre secondo alcuni Russo avrebbe bisogno di ‘coprirsi’ dalla parte opposta?
“Credo che lo schieramento a sostegno della candidatura civica di Marco sia perfettamente equilibrato, proprio perché copre un campo molto ampio. Può contare tra l’altro anche sull’appoggio di una consistente area civica, un settore dell’associazionismo cattolico,  mentre il Laboratorio è stato in questi anni molto presente nella società civile e nel sociale. L’unico fatto che mi è impossibile comprendere è la mancata adesione dei Cinque Stelle”.

Franco Astengo, esponente di spicco di Il rosso non è il nero, interviene spesso con puntuali e argomentate prese di posizione: non rischiano di oscurare in qualche modo lo stesso candidato Russo?
“Domanda che non sarebbe diretta a me, ma credo di poter rispondere anche per Franco. No, la nostra aggregazione ha iniziato a lavorare  avendo come controparte una destra che ha ridotto la città come tutti possono vedere, triste e senza alcuna prospettiva: non vorrei essere costretta a rammentare perle come l’idea di un fantastico Museo del bikini a Villa Zanelli, a cui per decenza hanno poi cambiato nome. Con una sindaca prigioniera delle divisioni della sua maggioranza instabile, con assessori ingovernabili ed accidiosi. La nostra visuale va anche oltre le Comunali, ha il respiro lungo di dare una prospettiva certa a questa città su infrastrutture, innovazione digitale, lavoro, quartieri, scuola, porto, solo per fare alcuni esempi. Stiamo battendo i quartieri, sempre d’accordo con Russo e sempre premettendo che la nostra attività è a supporto leale della sua candidatura”.

Non pensa che in certi campi, come quello della Sanità, il centrosinistra dovrebbe assumere posizioni più forti? Toti ha definito il San Paolo “ospedale cittadino” quando tutti sanno che l’ospedale di un capoluogo di provincia deve avere per legge dotazioni e risorse ben precise.
“In realtà lo abbiamo fatto e lo faremo ancora. Toti è il presidente della Regione, lui e i suoi assessori hanno gioco facile a essere presenti ovunque e ottenerne per forza di cose grande visibilità. Ho visto che è nata la lista Toti per Savona: ecco, noi crediamo  che a Savona debbano pensarci i savonesi e che la candidatura di Russo sia quella giusta. La sua Agenda per Savona viene illustrata a un numero sempre maggiore di cittadini e associazioni con grande riscontro. Continueremo su questa strada e i risultati si vedranno in concreto”.

Si sente di fare un pronostico sul risultato delle elezioni? È possibile che eventuali comizi elettorali di Salvini e Meloni a favore di Angelo Schirru possano nuocere al centrosinistra?
“Credo che i savonesi giudicheranno in base a ciò che hanno provato in questi cinque anni sulla loro pelle, cioè una città che ha bisogno di svoltare, e non in virtù di qualche slogan dell’ultima ora. Per quanto riguarda Schirru, sono in molti a chiedersi che cosa ci faccia nel centrodestra. Le indicazioni che abbiamo ci portano a credere in una vittoria di Marco Russo, con possibilità in crescita a mano a mano che i contenuti del programma saranno ben compresi, nelle loro declinazioni di valori e cose concrete da realizzare”.

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