Scelta coraggiosa

Euro2020, a Wembley in 60mila nonostante la variante Delta: “Possibile focolaio, non esiste rischio zero”

Ad ammetterlo è il ministro britannico delle Attività Produttive, Kwasi Kwarteng, che però si dice "fiducioso"

stadio Wembley

Londra. È tornato il pubblico delle grande occasioni allo stadio Wembley di Londra. Erano circa 60mila gli spettatori che ieri hanno assistito alla semifinale Euro2020 vinta dall’Italia contro la Spagna, altrettanti saranno i tifosi di stasera per Inghilterra-Danimarca e ovviamente anche domenica per la finalissima. Sono state rispettate (e lo saranno anche nelle partite di questi giorni) tutte le precauzioni del caso, ma il numero, così elevato, fa paura, soprattutto considerando la circolazione della variante Delta, sempre più diffusa nel Regno Unito.

Anche domenica, così come ieri sera, allo stadio non potranno accedere gli italiani, o meglio, potranno farlo solo coloro che sono residenti in UK e che mostreranno un tampone negativo effettuato entro 48 ore oppure un certificato vaccinale completo, con la seconda dose effettuata da almeno 14 giorni. Ma le restrizioni e i controlli potrebbero non evitare la nascita di un focolaio.

Ad ammetterlo è lo stesso governo britannico che, pur dichiarandosi “fiducioso”, non può escludere che si possano verificare dei contagi, ovviamente anche durante i festeggiamenti nelle piazze e strade della capitale. “Penso che siamo in grado di gestire il rischio, ma non possiamo dire che i rischi non esistano quando si hanno migliaia di persone in un luogo”, ha affermato questa mattina il ministro delle Attività Produttive, Kwasi Kwarteng, a radio Lbc.

Parole che sembrano difendere anche il “liberi tutti” annunciato ieri da Boris Johnson che dal 19 luglio, nonostante la diffusione della variante Delta, vorrebbe eliminare le restrizioni anti-Covid ancora in vigore, riaprendo locali notturni e ponendo fine all’uso della mascherina anche nei locali al chiuso e al distanziamento sociale.

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