Alassio/Albisola. “E’ un atteggiamento incoerente. Per gli europei hanno permesso qualunque cosa ma noi non possiamo riaprire neanche con il green pass, come è stato invece permesso a tutte le altre attività. Così distruggono una categoria”.
E’ questo l’amaro commento dei gestori delle discoteche della provincia di Savona Niccolò Fiori de Le Vele, Angelo Pisella de La Suerte e Giacomo Canale dei Golden Beach al decreto approvato ieri dal governo Draghi in merito all’obbligo di Green Pass per poter accedere a molte attività, eccetto le discoteche che continuano a rimanere chiuse.
“E’ una presa di posizione del governo che così vuole tenere uno stato d’allerta – rincara la dose Fiori -. Noi svolgiamo la nostra attività in una struttura legale e controllata. “La stagione è compromessa a prescindere”, condividono i tre gestori. “Non possiamo pensare di sapere da un giorno all’altro quando possiamo riaprire – aggiunge il proprietario de Le Vele -, la stagione ha bisogno di mesi di preparazione”.
“Così, continuiamo a essere l’unica attività chiusa. Chiediamo quindi ristori adeguati, non una somma che non ci permette neanche di pagare luce a acqua. Io ho sempre preferito lavorare ma se è diventata una cosa impossibile poterlo fare e ci obbligano a stare chiusi che ci paghino”.
“Ci sono 160 mila persone che lavorano in 3 mila locali – sottolinea Pisella -. Non siamo abbastanza numerosi evidentemente. Non pensavamo potessero arrivare ad adottare questa decisione senza che ci sia una motivazione. Sono ipocriti”.
Dopo questo colpo, la speranza di poter ripartire si è annebbiata ma qualcuno non si arrende: “Fosse per me bloccherei tutti i giorni l’autostrada”, dice Pisella. Invece dell’avviso opposto Canale: “Le potreste non servono a niente, quindi ci siamo arresti”.
“E’ un calcio di rigore a porta vuota in favore degli abusivi – dice fuori dai denti Canale -. Bar, discobar, feste in piazza come niente fosse mentre le discoteche rimangono ferma al palo. Con la riviera stracolma di gente non si risolvono i problemi. Ieri passando da Savona ho visto assembramenti ovunque, locali affollattissimi”.
L’unica possibilità per chi può e ha gli spazi è convertire la propria attività esclusivamente alla ristorazione: “Riusciamo a fare le cene musicali – ricorda Canale -, che si è rivelato un format vincente. La clientela che richiamiamo così è over 30 ma almeno riusciamo a lavorare”.
La stessa soluzione è stata accolta da Pisella per La Suerte. Invece Fiori non può ma ha trovato una soluzione palliativa: “Ora facciamo servizio di lounge bar, 2 giorni su 7 con prenotazione. E’ evidente che non è la stessa cosa e che questo non è il nostro lavoro ma ci siamo adattati”.