Commento

Ddl Zan, il vescovo Borghetti: “Inutile, il nostro ordinamento garantisce già questi diritti”

"La segreteria di Stato ha fatto un intervento forte, ma fuori tempo massimo"

Monsignor Guglielmo Borghetti generica Albenga

Albenga. Sono giornate di grande dibattito nel Paese e in Parlamento, alle prese in queste ore con il Ddl Zan, una tematica delicata che infiamma gli animi. A far entrare in fibrillazione tutto il panorama politico l’intervento della Segreteria di Stato che nelle settimane scorse, con una inusuale comunicazione scritta ha posto la richiesta di rivedere alcuni punti controversi della legge in discussione.

Poi le prese di posizione di Fedez e Chiara Ferragni contro la posizione di Matteo Renzi leader di Italia Viva che ha proposto una mediazione con il centro destra che fa parte della maggioranza per consentirne l’approvazione, mettendo la legge al riparo dai voti segreti ed una quasi inevitabile sonora bocciatura. Un asse inedito dei due Matteo sta facendo discutere e mette sulle difensive il Partito Democratico con un Letta sulle barricate a difendere il Ddl Zan così come è scritto. Una legge che fa discutere la politica e il mondo cattolico anche a livello locale.

Ed è a Monsignore Guglielmo Borghetti, Vescovo della Diocesi Albenga – Imperia che abbiamo chiesto un‘opinione sulla legge in discussione in Parlamento: “Sono sono sempre stato dell’avviso che il ddl Zan sia una proposta di legge ‘inutile’, perchè il nostro sistema è già attrezzato sufficientemente e non presenta lacune nella difesa dei diritti che riconosciamo tranquillamente. Con la premessa che sono contro ogni discriminazione e questo lo dò per scontato ovviamente, su questo punto io sono abbastanza fermo e mi sembra quindi una cosa sinceremente pleonastica”.

“Il nostro ordinamento è già provvisto sufficientemente per garantire questi diritti. Il secondo punto, un po’ più filosofico è la questione dell’identità di genere, trattata come un bene da presidiare con una sanzione penale ed è parte di un disegno antropologico più ampio che ruota intorno ad una nuova norma fondamentale: l’autodeterminazione assoluta, un principio che per la retta ragione e per il cristiano sono radicalmente irricevibili e inaccettabili. Questi sono i miei due punti chiave”.

“A mio avviso sta nascendo un nuovo criterio di umanità che possa autodeterminarsi in modo assoluto. Noi non siamo padroni della nostra vita così com’è, ma dobbiamo accoglierla come un dono. Quindi questa prospettiva e questa proposta, a mio parere, diventano estremamente preoccupanti”.

E a proposito dell’intervento della segreteria di Stato il Vescovo aggiunge: “La segreteria di Stato con il suo intervento di modifica, ha fatto un intervento forte, ma fuori tempo massimo, perché a queste cose ci deve pensare il popolo di Dio. I cristiani ci dovevano pensare prima, e non quando i buoi sono scappati arrivare con un discorso. C’è tutto un lavoro culturale e un’educazione fondamentale su cosa significa essere persone umane che andava fatto prima e che non è stato fatto”.

“Ovviamente – conclude Borghetti – ribadisco che sono per il riconoscimento di tutti i diritti, ma ritengo che il sistema mi sembra già molto garantista verso i diritti di ogni persona umana qualunque sia la sua condizione”.

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