Dal concept al progetto

Che cos’è Chorus Life, il modello di “città del futuro” che potrebbe sorgere a Pietra Ligure fotogallery

Un modello di città "replicabile nel mondo come format urbanistico virtuoso", il primo è in costruzione a Bergamo

Pietra Ligure. Si chiama “Chorus Life”, ed è un modello di città “dove le tre generazioni possono vivere, socializzare e crescere insieme condividendo lo stesso spazio”. Ecco quale potrebbe essere, dopo troppi anni di incertezza, il futuro delle aree degli ex cantieri Rodriquez a Pietra Ligure dopo la cessione, da parte della holding di Colaninno, della società (Pietra Ligure srl) che detiene la proprietà delle aree a un’azienda (Polifin Spa) facente capo alla famiglia Bosatelli (il cui nome è legato alla Gewiss).

Al momento, ovviamente, non ci sono annunci ufficiali. Ma la cessione delle quote di Pietra Ligure Srl trasferisce di fatto la proprietà dell’area a un gruppo industriale che ha già lanciato il progetto di riqualificazione urbana “Chorus Life” (a Bergamo) annunciando l’intenzione di replicarlo in varie parti d’Italia e del mondo “come format urbanistico virtuoso”. Sarebbe quindi questa la soluzione per riqualificare le ex aree del cantiere.

Ma cos’è Chorus Life? “È una coralità intesa come insieme di servizi ma soprattutto come insieme sociale – è la descrizione sul sito web – in cui ogni barriera viene annullata per favorire l’integrazione fra gli individui, nel rispetto dell’ambiente. Grazie ad un innovativo sistema immobiliare che coniuga l’edilizia con l’industria, l’architettura con le tecnologie digitali più avanzate, Chorus Life è un centro di aggregazione socio-economica che migliora il benessere e la qualità di vita degli individui offrendo un’importante opportunità di sviluppo e crescita economica”.

Una sorta di modello di “città del futuro”, insomma: quartieri pensati per essere belli e vivibili, con una struttura “standard” che, nelle intenzioni dell’azienda, verrebbe riproposta in repliche pressochè identiche, perchè – spiega l’architetto Joseph Di Pasquale – “l’architettura di Chorus Life è compatibile con qualsiasi condizione climatica e posizionamento geografico, salvo piccole personalizzazioni locali. Standardizzata sarà anche l’attività gestionale, con tutti i vantaggi dell’economia di scala”.

Tre i valori fondanti alla base del progetto. Il primo è una nuova visione del tessuto sociale: “Grazie a un’organizzazione intelligente degli spazi e a una tecnologia pensata al servizio della vita umana, in Chorus Life le differenti generazioni possono tornare a incontrarsi e confrontarsi in modo autentico. L’assenza di barriere architettoniche e un’alta densità relazionale, rappresentata dalla presenza di un’agorà centrale, favoriscono le condizioni per una qualità di vita migliore, basata sul benessere della persona integrata in società”.

Poi ci sono lo sviluppo e la crescita economica: “Il progetto non solo rilancia il settore delle costruzioni, creando nuovi posti di lavoro, ma costituisce anche una sfida all’innovazione, aprendo le porte a nuove opportunità di sviluppo economico per un’edilizia integrata con il settore terziario e industriale, la domotica, la paesaggistica e l’architettura”. Infine la tecnologia applicata all’impiantistica: “Per Chorus Life è stato progettato un sistema di Smart Grid, che distribuirà l’energia secondo il fabbisogno reale, evitando gli sprechi e abbattendo l’impatto ambientale della casa (smart home) e della città stessa (smart city). Il modello GSM darà forma alle infrastrutture tecnologiche e coordinerà la comunicazione mobile, favorendo lo scambio tra fisico e virtuale a beneficio del singolo individuo e della comunità”.

Il progetto originale di Chorus Life (che come detto dovrebbe essere molto simile, ma ovviamente non per forza identico, a quello che potrebbe approdare a Pietra Ligure) prevede 25 mila mq di spazi aperti, piazze e aree verdi attrezzate, oltre a un’arena multifunzionale all’avanguardia da 6500 posti: un capolavoro di automazione meccanica che, da impianto per manifestazioni sportive, in 12 minuti “solo premendo un bottone” vedrà comparire tavoli da 12 posti e un bar già attrezzato.

chorus life
Il progetto Chorus Life

Non mancheranno un hotel e soprattutto un residence da 100 alloggi. E proprio in quest’ultimo si concentra il “cambio di mentalità” del nuovo concept residenziale: gli abitanti, infatti, non pagherebbero un semplice affitto ma un’offerta integrata e scalabile di servizi abitativi, energia, manutenzione, sicurezza. Un canone unico, in sostanza, per il “servizio abitativo integrato” che comprende oltre all’affitto anche consumi, connessione internet, pulizie, manutenzioni e, a scelta, servizi esterni come terrazza leisure, Sky Jogging, palestra, Spa e ristorante dell’hotel.

Chorus Life è un concept nato a Bergamo ma che sarà replicato in Lombardia, in Italia e nel mondo: “Un sogno meraviglioso” lo ha definito in un’intervista a Bergamonews l’ex patron di Gewiss Domenico Bosatelli (ora al timone dell’azienda c’è il figlio Fabio). L’idea è nata nell’ambito dell’evoluzione impiantistica di Gewiss: “Volevamo andare oltre la domotica. Abbiamo stretto una forte alleanza con Siemens e Microsoft, inventando un nuovo impianto futuristico chiamato GSM: in quel momento è nata l’esigenza di avere un laboratorio applicativo e polivalente per testarlo. Da qui nasce Chorus Life, struttura finalizzata all’aggregazione sociale trigenerazionale”.

Per quanto riguarda i tempi su Pietra Ligure, ovviamente, per ora è impossibile pronosticare alcunché. Anche perché, già solo per formalizzare il trasferimento delle quote societarie, sarà necessario attendere il primo trimestre del 2022. E la prima Chorus Life, quella nelle ex aree Ote a Bergamo, al momento è ancora in costruzione: costruita da Costim, una joint venture tra Domenico Bosatelli e Francesco Percassi (nipote del patron dell’Atalanta), dovrebbe vedere la luce entro l’8 aprile 2022.

L’idea è di ampliarci a macchia d’olio, partendo dalla Lombardia dove prevediamo 12 strutture – ha spiegato l’imprenditore – In Italia saranno 100 e ci sono tantissimi investitori che si stanno informando e sono disponibili a sostenere le spese di realizzazione. Potenzialmente è un mercato da 250 miliardi con ricadute enormi dal punto di vista occupazionale ed economico. Tutto il mondo ci contatta: gli arabi lo vogliono ad Abu Dhabi, uno lo si vuole realizzare a Milano entro le Olimpiadi del 2026, così come a Cortina. Abbiamo parlato di Pavia, Bologna, Sorrento, la Versilia, tutto il Nord Europa con la Svezia in prima linea, l’Arabia, il Giappone, la Cina“.

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