Memoria

Albenga, inaugurato il monumento ai partigiani. Nicola Nante: “La Resistenza sia argomento di unità civile, non di scontro” fotogallery

Rappresenta Felice Cascione che, con la sua squadra partigiana, canta “Fischia il Vento”

Albenga. Si è tenuta questa mattina presso i Giardini “Libero Nante” di Albenga, in zona Pontelungo, l’inaugurazione del monumento “Partigiani cantano Fischia il Vento”. Realizzato dall’artista Flavio Furlani, è stato donato al Comune dal professor Nicola Nante in memoria del padre, medico (già medico condotto nell’entroterra ingauno, 7 specialità, Primario Chirurgo), partigiano (dirigente sanitario dell’ospedaletto da campo a Carnino e poi della Brigata Nino Berio ad Alto) e imprenditore (nella ricostruzione postbellica della rete di assistenza sanitaria ingauna, fondò due Case di Cura, di cui una, la “San Michele”, ancora in funzione).

Erano presenti, oltre al professor Nante, al sindaco di Albenga Riccardo Tomatis e ai membri dell’amministrazione comunale, il sindaco di Ceriale Luigi Romano, il sindaco di Pietra Luigi De Vincenzi, il vice sindaco di Laigueglia Giancarlo Garassino, i consiglieri regionali Roberto Arboscello e Brunello Brunetto, il parlamentare ingauno Franco Vazio, la presidente di Confcommercio Albenga Lorenza Giudice, il professor Pier Franco Quaglieni e Antonio Ricci.

“L’idea di questo monumento mi è venuta nel 2008, quando l’amministrazione comunale ha dedicato questi giardini alla memoria di mio padre – spiega Nicola Nante – Flavio Furlan già allora mi aveva proposto di realizzare e collocare qui un monumento che aveva già ideato. Ora che le condizioni lo hanno consentito ho dedico di andare a ripescare quell’antica promessa”.

“Fischia il Vento”, come noto, è stata composta dal partigiano ingauno Felice Cascione: “E’ stata per lungo tempo l’inno della Resistenza – ricorda Nante – dato che ‘Bella ciao’ è venuto tempo dopo. Felice Cascione è stato un grande partigiano, un martire delle nostre montagne, Medaglia d’Oro. Mio padre è stato medico, ma anche un partigiano, seppure ‘piccolo’ rispetto a Cascione. Da qui la decisione di dedicargli questa piazza. Penso che il modo migliore per valorizzare questo sito fosse proprio collocarvi un monumento che celebrasse la Resistenza come fatto unitario. Il fatto che questo importante fenomeno storico sia ancora oggi un argomento divisivo mi fa male al cuore e farebbe male anche a mio padre e ai tanti che oggi non ci sono più. E’ un peccato che la Resistenza sia motivo di scontro civile e non di unità civile”.

Il sindaco Tomatis ha sottolineato l’importanza di monumento e momenti come quello di oggi: “Più andremo avanti negli anni e meno testimonianze avremo di quella che è stata la lotta di Resistenza – spiega – Questi monumenti ci ricordano una delle pagine più drammatiche ma anche più eroiche del nostro paese”.

Il consigliere regionale Brunello Brunetto ha sottolineato: “E’ un’emozione e un onore essere qui a vivere queste storie con tutti i presenti. Perché qui ci sono tante storie: c’è la storia dei Nante, quella dell’artista Flavio Furlani, quella della cittadinanza di Albenga. Io sono cresciuto con due genitori splendidi, un padre piuttosto taciturno, che aveva all’interno del braccio sinistro un curioso tatuaggio con un simbolo rotondo. Pian piano mi portò a conoscenza del suo passato, condensato in un quaderno intitolato ‘I miei 20 anni ma avuti’. Si era imbracato nella Marina Militare nella Seconda Guerra Mondiale, è stato a Dachau e poi partigiano in Savoia. Mi portò nei luoghi in cui lui fu partigiano. Questa piccola storia si condensa in un messaggio che mi ha trasmesso e che io credo di aver onorato. I valori che mi ha insegnato sono quelli della libertà, del rispetto e della democrazia. Non sono qui solo in rappresentanza di Regione Liguria ma anche per la mia storia. Grazie a Nicola Nante e alla città di Albenga per avermi permesso di essere presente”.

Cristina Porro e Gerolamo Calleri, consiglieri della Lega, aggiungono: “Con grande entusiasmo abbiamo partecipato alla cerimonia di inaugurazione del monumento ‘partigiani cantano fischia il vento’. Un sentito ringraziamento alla famiglia Nante per aver impreziosito questi giardini e la ns città con una testimonianza vivente di eroicità. Siamo tutti antifascisti, poiché nessun colore politico deve mai giustificare la violenza e tanto meno la guerra”.

Eraldo Ciangherotti, capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale ad Albenga e assessore provinciale, ha affermato: “Sono onorato di essere stato invitato alla cerimonia di svelamento della statua “Partigiani che cantano Fischia il Vento”, opera dello scultore Flavio Furlani, donata dal professor Nicola Nante al Comune di Albenga in memoria di sua padre Libero, insigne medico e medico partigiano. Sposo in pieno i valori che si sono affermati durante la guerra partigiana, libertà, democrazia, rispetto e riconoscimento di tutti quei giovani che scelsero l’antifascismo. In montagna, c’erano comunisti, cattolici, laici, monarchici, militari, sacerdoti, una vera rivolta di popolo nei confronti dei nazifascisti”.

“Quei valori, a distanza di più di 70 anni, sono ancora validi, sono stati scritti dai Padri Costituenti nella nostra Costituzione, ancora viva e alla base della nostra convivenza democratica – ha continuato – Fischia il Vento, scritta da Felice Cascione, capo partigiano e medico, rappresenta, più che un manifesto ideologico, un canto di speranza per un futuro migliore. Se lo auguravano quei giovani nell’inverno del ‘43, ma dobbiamo augurarcelo anche noi che siamo alle soglie di una rinascita dopo la lunga, terribile pandemia. Grazie professor Libero Nante per quello che ha fatto, grazie Nico per averlo voluto ribadire con un gesto che va oltre le parole”.

La manifestazione è stata organizzata di concerto tra Comune di Albenga, Regione Liguria, Istituti Storici della Resistenza e dell’Età Contemporanea delle Province di Savona e di Imperia. Il programma prevedeva, a partire dalle 11, una introduzione di Nicola Tante e i saluti di Riccardo Tomatis, Brunello Brunetto (in rappresentanza del presidente Giovanni Toti) e Franco Vazio. A seguire gli interventi di Giovanni Rainisio (presidente Isrec Imperia), Franca Ferrando (presidente Isrec Savona), Francesco Tessarolo (presidente nazionale Fivl) e Carlo Ghezzi, vice presidente nazionale vicario Anpi.

Il monumento vuole rappresentare Felice Cascione (medico, Medaglia d’Oro al Valor Militare) che, con la sua squadra partigiana, canta “Fischia il Vento”, definita da R.Battaglia nella sua “Storia della Resistenza italiana” (1953) “la canzone più nota ed importante nella Lotta di Liberazione” nata tra le nostre montagne.

A scoprire il monumento sono state due “madrine”. Maria Aschero, sorella del Martire della Foce Attilio, e Wanda Di Ferro, sorella della Medaglia D’Oro Roberto. A impartire la benedizione è stato monsignor Ivo Raimondo, vicario generale della Diocesi di Albenga-Imperia.

A seguire la descrizione del monumento, che è stata tradotta, oltre che in inglese, anche in braille, dal momento che il sito verrà inserito dal Comune di Albenga nel percorso protetto “Ci vado al buio” volto a guidare anche le persone disabili alla fruizione dei punti storico-culturali della città.

L’OPERA

In bronzo, rappresenta la Banda Partigiana di Felice CASCIONE che canta il suo Inno “Fischia il Vento”: volti trasfigurati dal grido di dolore di giovani, costretti ad uccidere o essere uccisi.

Il testo fu partorito sotto la regia del Capo Partigiano, Dr.Felice CASCIONE”, uno dei primi martiri della Guerra di Liberazione (settembre 1943- aprile 1945), Medaglia d’Oro al Valore Militare, nelle lunghe notti passate con i compagni d’arme nei “Casoni” di montagna, baite che li ospitavano via via, in preparazione degli assalti o in fuga dalle rappresaglie nazi-fasciste.  Nel “Casone di Votagrande” presso “u Passu du Beu”, alle spalle del Pizzo d’Evigno (Stellanello-SV, inizio dicembre 1943) ai gregari della banda ribelle viene l’idea di scrivere un  proprio inno: Giacomo SIBILLA (IVAN), reduce dalla Campagna di Russia (agosto 1941-dicembre 1943, sempre nel contesto della Seconda Guerra Mondiale), accompagnandosi con la chitarra intona l’aria di Katiuscia (canzone popolare russa, testo di Ivan ISAKOVSKIJ, musica di Matvej BLANTER). Felice (U MEGU – il Medico)  e Silvano ALTERISO (VASSILI) scrivono i primi versi.  Le strofe vengono completate tra il 15 ed il 25 dicembre, nel “Casone dei Crovi”, sul monte Castellermo (Vendone-SV), con la collaborazione di altri Partigiani della Banda; la madre di Felice, Maria BAIARDO, maestra, vi apporterà le prime correzioni. Una prima prova del testo completo avvenne a Curenna (frazione di Vendone-SV), dalle cui famiglie  i Partigiani vennero ospitati la sera di Natale del ’43.

Vi furono (e vi sono) incertezze su alcune parole, in particolare sulla prima (inizialmente “soffia” oppure “urla” oppure “fischia”), ma anche tra “ardir” ed “andar”, nonché, soprattutto, sull’aggettivo “rossa” oppure “nostra”, attribuito a “primavera” e “bandiera”: chi le voleva più marcatamente di parte, chi preferiva rispecchiare in quei versi l’unione di tutte le forze partigiane, senza distinzione di colore, così da unire in una sola causa tutti i combattenti antifascisti, manifestando un sentimento universale di fratellanza e unione tra gli uomini. La canzone riceverà forma matura a “Case Fontane” (sopra il Lago della Madonna di Alto-CN, alle pendici del Monte Dubasso), dove, pochi giorni dopo, Felice CASCIONE troverà eroica morte sotto il fuoco nazi-fascista, il 27 gennaio 1944.

Fischia il Vento” fu ufficialmente cantata per la prima volta in pubblico dalla Banda Partigiana, passata in rassegna da Felice CASCIONE, sul sagrato della Chiesa di San Michele in Alto (CN), il giorno dell’Epifania 1944, divenendo rapidamente “la canzone più nota ed importante nella Lotta di Liberazione”.

L’ARTISTA

Flavio FURLANI, torinese di nascita, ma da sempre villanovese, è stato valente fotografo. Egli scopre la sua inclinazione artistica da bambino, quando raccoglieva l’argilla destinata ai mattoni per modellare piccolo oggetti. Circa 30 anni fa comincia a dedicarsi alla scultura, in legno, marmo, materiali vari e poi approda al bronzo. Partecipa a numerose mostre ed ottiene successi in numerosi concorsi.

Sue, nel comprensorio ingauno, diverse altre sculture, tra le quali:
– ad Albenga, in piazza XX settembre – IL MULO E L’ALPINO
– ad Albenga, nella rotonda all’uscita dall’ autostrada – I RAGAZZI DI ALBENGA E LE TORRI STILIZZATE
– ad Albenga, in  piazza Tortora – CARABINIERI  NEL 100° ANNIVERSARIO FONDAZIONE DELL’ARMA (2014)
– ad Alassio, in  piazza Stalla – TOTO’
– a Ceriale, rotonda sull’Aurelia – GLI STUDENTI
– a Villanova d’Albenga, in piazza Torretta – LA DONNA DELLE VIOLETTE
– a Zuccarello, all’ingresso del paese  – ILARIA DEL CARRETTO

Il SITO

Il sito che ricorda questa “pagina strappata alla storia”, progettato dall’Architetto Pier Luigi BOVIO, vuole rappresentare due mani che si incontrano a formare un cuore, il popolo che abbraccia riconoscente chi ha lottato per la LIBERTA’.

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