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Zona bianca, il Priamar si illumina: “Restart Liguria”

Da oggi niente più coprifuoco e limiti orari per ristoranti e altre attività. Restano l'obbligo della mascherina e il divieto di assembramenti

Restart Priamar

Savona. “Restart Liguria”. Con questa scritta la Liguria ha salutato l’ingresso in zona bianca, grazie a un gioco di luci che ha illuminato quattro monumenti simbolo, uno per provincia. A Savona è toccato al Priamar di Savona: alle 23 (quando fino a domenica sarebbe scattato il coprifuoco) si sono accese le luci sulla parete in pietra della fortezza.

Nel resto della regione ad illuminarsi sono stati il palazzo di Regione Liguria in piazza De Ferrari a Genova, il municipio di Imperia e il castello San Giorgio alla Spezia. Il marchio colorato “Restart Liguria” è rimasto impresso per tutta la notte e ha accompagnato i cittadini intervenuti insieme a un intrattenimento musicale, per avviare definitivamente la ripartenza della regione.

“Un celebrazione sobria, ma molto convinta della riacquisizione da parte di tutti noi di un pezzo della nostra libertà – ha commentato il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti – I numeri ci dicono che lo possiamo fare con ragionevole sicurezza, perché da ieri siamo in zona bianca e da oggi siamo ancora più bassi con 12 casi su 100.000 abitanti la settimana su base regionale, quindi molto al di sotto dei campanelli di allarme del rischio. Quindi è giusto che tanti uomini e donne della nostra regione si riapproprino di un pezzo della loro vita. Invito tutti a farlo con grande prudenza e attenzione, perché la libertà riconquistata deve essere trattata ancora meglio della libertà di prima della pandemia, perché è costata fatica e dolore e molto impegno da parte di tanti cittadini, a cominciare dai nostri sanitari che stasera vanno ricordati. Però è una sera che va celebrata perché ci riporta alla vita”.

“E’ una bella sensazione – prosegue – perché tutta questa ripartenza vuol dire soprattutto occupazione, lavoro, possibilità di socialità, vuol dire riaprire le mostre, i teatri e I cinema. Le persone che non devono più fuggire da un ristorante e questo vuol dire che in quel ristorante lavoreranno tante persone, quindi signifia occupazione, crescita e riappropriarsi del proprio futuro. Complice una campagna vaccinale che ha fatto la differenza perché questa volta riapriamo nella convinzione di non dover richiudere più. Non sarà più un’estate in cui siamo in balia dei capricci un virus sconosciuto, ma un’estate in cui ogni settimana il 5% della nostra popolazione viene messa in sicurezza e in cui possiamo guardare al futuro con un po’ di ottimismo”.

La movida ovviamente si è concentrata soprattutto a Genova, con una serata come non la si vedeva da tanto tempo. Troppo tempo, per le centinaia di ragazzi che hanno invaso la zona più gettonata della movida, quella tra piazza delle Erbe, San Donato e salita Pollaiuoli, in cerca di una libertà a lungo negata. La prima volta in zona bianca senza coprifuoco stata celebrata come una liberazione collettiva a Genova, con tanto di countdown in stile Capodanno in piazza De Ferrari a precedere una breve festa improvvisata con musica e luci.

“Stasera vi riprendete un po’ della libertà che in quest’anno e mezzo non c’è stata – ha detto Toti parlando ai ragazzi dal palco – però, per tutto quello che abbiamo passato, dobbiamo prometterci che ci riprendiamo questa libertà con grande attenzione, prudenza e responsabilità, perché si tratta della vostra vita e della vita di molti altri. È giusto tornare a vivere e divertirsi, ma ricordando anche chi ha lottato e chi oggi non c’è più”.

Poi il conto alla rovescia e la scritta ReStart Liguria, nome ufficiale della campagna di promozione turistica della Regione, è stata proiettata sulla facciata del palazzo di De Ferrari tra giochi di luce. “Siamo venuti qui dalla Sicilia, non ci aspettavamo assolutamente questa festa”, commenta una coppia di ragazzi. Si balla, si canta, si beve e si sorride: “È una grandissima emozione, finalmente siamo liberi“.

Nei vicoli del centro storico la situazione è eterogenea. In piazza delle Erbe distanze rispettate e clienti seduti ordinatamente al tavolo. I gestori dei locali tirano un sospiro di sollievo: “La piazza è perfetta, non ci sono problemi, le persone in piedi non sono un problema nostro – spiega Marina Porotto, presidente del Civ Il Genovino e di Fipe Liguria -. Le regole vanno bene, speriamo che duri. Mancherebbero ancora i ristori del decreto Sostegni bis, se arrivassero sarebbe una vera ripartenza. Ma per noi è sicuramente una bella giornata. Tornare a lavorare quelle cinque ore in più e non doversi dividere tra ristorante o bar, e lavorare in modo più fluido e tranquillo, consente alle persone di godersela un po’ di più”.

In San Donato gran folla di giovani in coda per bere fuori dai locali. Le distanze sono oggettivamente un miraggio Partono cori da stadio, si sfogano settimane di restrizioni. Nella calca di salita Pollaiuoli, dove a fatica si riesce a camminare, incrociamo molti giovanissimi: “Domani torno a studiare perché ho l’esame di maturità – racconta un ragazzo – ma stasera vogliamo godercela. Quando si torna a casa? Non ci torniamo più”.

San Lorenzo e Porto Antico sono un altro mondo: qualche persona a passeggio, pattuglie della polizia a presidiare, poche saracinesche aperte e silenzio. La prima serata è stata un grande sfogo di massa, probabilmente oltre le aspettative. Ora c’è tutta un’estate davanti per verificare la tenuta del sistema.

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