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Vaccino a medici e infermieri, Asl 2: “Costretti a ricollocare chi si rifiuta”

Martedì 15 maggio l’incontro in videoconferenza con i vertici dell’Asl2 per un confronto con l’azienda sanitaria

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Savona. Continua la battaglia della Cub Sanità contro l’obbligo di vaccinazione anti-Covid del personale sanitario. Si tratta dell’unica organizzazione sindacale del territorio che si è scagliata in difesa di infermieri, medici e operatori che non sono disponibili a sottoporsi al vaccino, nonostante la prospettiva di andare incontro alla sospensione dal lavoro e dalla retribuzione prevista dal D.L. 44 del 1/4/21 successivamente convertito in legge.

Questa settimana, martedì 15 maggio, l’incontro in videoconferenza con i vertici dell’Asl2 per un confronto con l’azienda sanitaria, alla quale il sindacato ha esposto tutte le ragioni per spingono alcuni lavoratori del comparto sanitario a rifiutare la loro dose.

“Non siamo pregiudizialmente contrari alle vaccinazioni, tanto che abbiamo aderito convintamente alla campagna internazionale ‘No Profit on Pandemic’ – hanno dichiarato dalla Cub Sanità – ma condividiamo le preoccupazioni dei lavoratori rispetto alla scarsa efficacia delle vaccinazioni in corso”. A dimostrazione della propria tesi, secondo il sindacato, “il fatto che nessuno potrà essere esentato dal continuare a seguire rigidamente le misure di protezione individuali ed ambientali” e “l’intrinseca insicurezza di chi si sottopone al vaccino” considerando “i rischi per la salute a breve ma soprattutto a lungo termine, così come confermato dal crescente aumento delle segnalazioni di reazioni avverse, purtroppo a volte anche mortali”.

Altro punto su cui si è concentrata la discussione è il rischio che correrà la sanità pubblica e privata nel momento in cui l’iter previsto dal D.L. 44 dovesse concludersi con l’espulsione del personale non vaccinato, “oltretutto in un momento in cui tutti i lavoratori hanno il sacrosanto diritto, dopo lunghi mesi di doppi turni e straordinari massacranti, di potersi godere un breve periodo di ferie”, hanno evidenziato dal sindacato

La Cub Sanità ha altresì sottolineato la necessità di una farmaco sorveglianza attiva, “basata non solo sulle segnalazioni degli utenti, ma su una iniziativa puntuale della sanità pubblica”.

Alle parole del sindacato, l’Asl2,  tramite il direttore amministrativo Beatrice Boccia, ha risposto rimarcando il ruolo di convinto sostegno alla campagna vaccinale da parte dell’azienda. Per quanto riguarda l’applicazione del D.L. 44, ha rimarcato di avere un compito meramente esecutivo al quale non può sottrarsi, nonostante le evidenti difficoltà cui andrà incontro nell’organizzazione del lavoro e nel cercare di garantire i servizi affidatigli.

La dr.ssa Boccia ha altresì ribadito che il compito di segnalare eventuali controindicazioni alla vaccinazione per motivi di rischio individuali spetta esclusivamente al Medico di Medicina Generale, e che a questi soggetti segnalati verrà data priorità nella ricollocazione in posti alternativi non a rischio di contatto col pubblico.

A conclusione dell’incontro è stata anche affrontata la questione di una possibile segnalazione dei lavoratori della costrizione operata nei loro confronti dal D.L. 44, da raccogliere sui moduli del Consenso Informato al momento della sua sottoscrizione, ipotesi respinta dalla Cub Sanità che ha sostenuto che il problema posto dai lavoratori riguarda fondamentalmente i rischi reali cui verrebbero sottoposti vaccinandosi e solo marginalmente quello della responsabilità penale e civile riguardo i possibili effetti avversi.

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