A zero

Savona 2021, Di Tullio ne ha per tutti: “Schirru una vittima, il centro sinistra un paracarro”

"Se i savonesi decideranno chi votare negli ultimi 15 giorni di campagna elettorale vincerà chi ha più soldi da spendere e non le migliori idee"

Piazza Sisto

Savona. Livio Di Tullio, ex vicesindaco della giunta Berruti ed ex segretario provinciale del Partito Democratico ne ha per tutti: sia a destra che a sinistra. Si sfoga in due post sulla sua pagina Facebook entrando nel merito delle scelte intraprese dai due schieramenti per le prossime elezioni comunali previste per l’autunno 2021.

Riferendosi alla scelta del candidato sindaco per il centro destra del presidente di Regione Liguria e leader di Cambiamo Giovanni Toti scrive in un post sulla sua pagina Facebook: “Pare di capire che sua maestà Giovanni Toti Primo – parafrasando ironicamente il nome del presidente di Regione – abbia trovato il candidato sindaco del centro destra, per la sua contea di Savona. Non che Savona sia tra le sue principali preoccupazioni (non si ricorda un citto dato dalla Regione alla città) ma un re che si rispetti, anche controvoglia, deve occuparsi delle lande sottosviluppate del suo reame. Dopo innumerevoli casting falliti e tra gli appetiti voraci dei suoi vassalli in terra savonese, tutti impegnati a depredare Savona come novelli sceriffi di Nottingham, l’esausto monarca ha individuato finalmente il candidato”.

Dopo aver escluso Dario Amoretti, ex funzionario dell’Unione industriali, sembrerebbe ormai quasi certo il nome di Angelo Schirru per il centro destra anche se l’attuale sindaco uscente Ilaria Caprioglio non ha ancora sciolto la riserva. Il candidato definitivo arriverà domani pomeriggio quando gli esponenti dello schieramento lo presenteranno ufficialmente.

Di Tullio immagina un futuro tutt’altro che roseo nel caso in cui Schirru dovesse diventare il nuovo sindaco della città della Torretta: “Pare certo che il candidato sia riuscito a superare almeno la prima prova, dove gli esponenti legaioli, forzaitalioti e fratellastriitaliani hanno fallito. Fare una O con il bicchiere. Superato il primo test, il novello candidato ha iniziato a recitare i salmi programmatici. Che lui è civico, che non è legato a nessun partito, che non ha mai fatto politica e come tutti i salmi anche i suoi presto finiranno in gloria come già accaduto all’attuale sindaco, immediatamente defenestrato, per aver talvolta alzato il capino e fatto notare che il sindaco era lei contro i voraci appettiti dei partiti del centro destra. Un deja-vu. Questa volta con un medico. Un’altra utile vittima. Sinceramente: ma come si fa a votarlo?”.

Toni non meno aspri sono riservati allo schieramento al quale appartiene il Partito Democratico, dove è stato segretario provinciale fino al 2016. Critica apertamente la scelta adottata dai Dem di non accogliere la proposta dei pentastellati: “Liquidata per viltà da parte dei geniali dirigenti del PD, l’unica proposta sensata dei Cinque Stelle savonesi (lo so, lo so, uno non ci può credere che facciano una proposta sensata) ovvero di fare le primarie (avrebbero comunque mobilitato le persone e dato una scossa al mortorio cittadino), siamo di nuovo nella noia”.

I Cinque Stelle avevano proposto di lasciare agli elettori la scelta del candidato attraverso uno strumento a cui il Pd era già ricorso nel 2016, ma la proposta non è stata accolta positivamente. Marco Russo e il suo Patto per Savona è riuscito ad avere l’appoggio di quasi tutte le anime dello schieramento di centro sinistra.

Se per la coalizione probabilmente guidata dal medico savonese si limita a giudicare il processo di scelta del nome, per lo schieramento di sinistra si lascia andare a commenti sul programma: “Se Atene piange, Sparta non ride. Lo schieramento avverso al Centro destra pare del tutto immobile. Tecnicamente un paracarro. Dopo centinaia di incontri di ogni partito, minipartito, micropartito, lista civica, semplici cittadini, ognuno impegnato a preparare il suo personale programma e le 69 slide del Patto per Savona (interessanti giuro, se avete quelle tre ore di tempo leggetevele). Continua a mancare una narrazione che dia speranza e passione alla città. Una proposta chiara sulle cinque cose da fare. Un qualcosa che resti impresso nella mente, che mobiliti una città allo stremo dove migliaia di persone hanno la testa altrove impegnati nella personale e quotidiana fatica di sopravvivere. Nulla”.

“Sì, vabbè, il Covid e adesso l’estate. Le difficoltà ci sono. Ma se i savonesi decideranno chi votare negli ultimi 15 giorni di campagna elettorale vincerà chi ha più soldi da spendere e non le migliori idee. E non sarà il centro sinistra – conclude pungente – che ha certo migliori idee e migliori persone ma, come si sa, in quanto a soldi da spendere in pubblicità elettorale, ha poche risorse”.

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