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Psicosi AstraZeneca, falsi allarmi in pronto soccorso: quali sono i sintomi di una possibile trombosi

Gratarola: "Se avvertite questi sintomi tra 4 e 28 giorni dal vaccino, è bene recarsi al pronto soccorso"

pronto soccorso savona, 118

Liguria. Al cambio di piano per la vaccinazione viene da chiedersi: quante dosi di vaccino AstraZeneca sono state somministrate fino ad ora ai liguri sotto i 60 anni? A rispondere è Filippo Ansaldi, direttore della prevenzione di Alisa. In tutto sono circa 58 mila le prime dosi di vaccino AstraZeneca inoculate agli under 60 in tutta la regione e circa 12mila di queste hanno ricevuto anche la seconda

Ma se le seconde dosi “costituiscono un problema secondario, perché non abbiamo segnalazioni di un eccesso di trombosi profonda dopo la seconda dose”, precisa Ansaldi, sono numerose in questi giorni le persone che si rivolgono al pronto soccorso in preda al panico dopo aver ricevuto AstraZeneca, a maggior ragione dopo la morte della 18enne Camilla Canepa avvenuta ieri al San Martino. Al policlinico genovese, ad esempio, 7 persone si sono presentate ieri, altre 5 oggi, da quanto risulta, tutti falsi allarmi.

Ma quali sono i sintomi di una possibile trombosi in atto per cui è lecito preoccuparsi e andare al pronto soccorso? A rispondere è Angelo Gratarola, coordinatore del dipartimento regionale di emergenza-urgenza e primario del pronto soccorso del San Martino. Si tratta di istruzioni operative compilate da Alisa e inviate a tutte le Asl.

“Un passaggio al pronto soccorso – spiega Gratarola – è ragionevole per tutti i pazienti che, in un arco temporale tra 4 e 28 giorni dalla somministrazione di AstraZeneca, manifestino una sintomatologia di tipo neurologico, cioè cefalea intensa persistente o sintomi neurologici più gravi come ad esempio forme convulsive; oppure dolori toracici intensi o dolori addominali; dispnea non giustificata da altre ragioni; edema e dolore agli arti inferiori“.

Quando un paziente con questi sintomi arriva al pronto soccorso “vengono fatte indagini che sono volte a verificare se c’è una diminuzione delle piastrine e altri indicatori dell’assetto coagulativo. Nel caso di un’ipotesi di trombocitopenia trombotica vaccino-indotta, si fanno indagini di tipo strumentale, cioè tac o angiotac per capire se ci sono problemi a carico dei seni venosi centrali, della vena porta o di altre strutture”.

Ma anche la 18enne Camilla Canepa, residente a Sestri Levante e vaccinata a Chiavari, due giorni prima del ricovero si era presentata con mal di testa e fastidi alla vista al San Martino dove era stata sottoposta ad alcune analisi ma con esito negativo. I medici l’avevano rimandata a casa. Due giorni dopo aveva iniziato ad accusare problemi motori e ancora forte mal di testa. Tornata in ospedale, attraverso la Tac, le era stata diagnosticata una trombosi cerebrale. Poi, dopo pochi giorni, il tragico epilogo.

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