Indagini

Minacciano e sequestrano dipendenti e clienti e poi “ripuliscono” le casse: banda di rapinatori di banche fermata dalla Polizia

Arrestato uno dei responsabili, altre tre persone indagate in stato di libertà

Savona. E’ stato arrestato uno dei presunti responsabili delle due rapine avvenute il 17 gennaio 2020 a Soave (VR) e il 13 febbraio 2020 a Savona a danno di due istituti di credito.

I tre uomini sono entrati all’interno della filiale di Banca Carige a Savona, in via Cadorna a Legino, indossando maschere in lattice ed hanno preso in ostaggio quattro dipendenti e due clienti per circa 45 minuti, dalle 15.50 e fino alle 16.35, in modo da aprire più volte la cassa automatizzata ed impossessarsi del contenuto, circa 37 mila euro in totale (dei quali 10 mila in monete).

Dopo aver messo le mani sul denaro, i malviventi hanno rinchiuso dipendenti e clienti e poi si sono dati alla fuga a bordo di un’auto dalla targa clonata. Uno dei dipendenti della banca rinchiuso all’interno dello sgabuzzino insieme alle altre persone aveva con sé le chiavi della porta e le ha utilizzate per riaprila e quindi liberare se stesso e gli altri “sequestrati”.

Questo episodio ha fatto “guadagnare” loro le accuse di rapina, sequestro di persona e falso.

Un altro episodio analogo si era verificato a Soave circa un mese prima, il 17 gennaio, nella filiale della Banca di Credito Cooperativo Vicentino situata in viale della Vittoria.

I due autori (come riporta il quotidiano Veronasera) sono entrati nella banca con il volto coperto e si sarebbero fatti aprire le casseforti e consegnare il denaro (circa 65 mila euro) dopo aver minacciato i dipendenti con un taglierino. Stesso modus operandi dell’altro colpo, i due uomini hanno chiuso a chiave dentro un bagno tre dipendenti e un cliente e poi scappati.

L’indagine per individuare i responsabili dei due episodi è stata piuttosto complessa (anche per le “precauzioni” prese dai malviventi) ma gli investigatori sono riusciti comunque ad arrestare uno degli autori materiali delle rapine: si tratta di un palermitano di 49 anni, disposto letteralmente ad attraversare l’intero Paese per effettuare i colpi.

Altre tre persone sono indagate in stato di libertà: secondo gli inquirenti, avrebbero effettuato sopralluoghi all’esterno e all’interno degli istituti di credito colpiti. In alcuni casi, per entrare nelle filiali avrebbero utilizzato scuse quali la necessità di aprire linee di credito o effettuare le cessioni di mutui.

Le perquisizioni sono ancora in corso. Nel corso di una di queste, le forze dell’ordine hanno rinvenuto abiti corrispondenti a quelli indossati dai rapinatori e, nella cassetta di sicurezza, un’ingente somma di denaro e vari metalli preziosi quali collane, bracciali e orecchini.

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