Effetto collaterale

I bambini non riescono a distinguere le emozioni che si nascondono sotto le mascherine: ecco lo studio dell’Iit

Solo il 40% dei piccoli tra i 3 e i 5 anni sa capire, osservando solo gli occhi, se la persona di fronte è felice, triste o arrabbiata

Generico giugno 2021

Liguria. È stato recentemente pubblicato su Frontiers in Psychology dal team di ricerca, guidato da Monica Gori, U-Vip (Unit for Visually Impaired People) dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) uno studio che dimostra per la prima volta, come i bambini dai 3 ai 5 anni abbiamo problemi a riconoscere le emozioni di persone che indossano mascherine chirurgiche.

Questo effetto collaterale delle misure di prevenzione nell’ambito della emergenza sanitaria Covid19 potrebbe influenzare il corretto sviluppo delle capacità di interazione sociale nei bambini.

Un documento redatto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’UNICEF fornisce una guida ai decisori e alle autorità in contesti pubblici e professionali sull’uso delle maschere per bambini nel contesto della pandemia COVID-19 scoraggiando l’esposizione all’uso di maschere quando si ha a che fare con bambini fino a cinque anni, dal momento che in quella fascia di età si raggiungono importanti traguardi evolutivi.

Inoltre anche per bambini di età più avanzata, l’OMS consiglia di valutare attentamente i vantaggi di indossare maschere contro potenziali danni che comprendono problemi sociali, psicologici, di comunicazione e di apprendimento.

Lo studio del team di ricerca IIT guidato da Monica Gori si inserisce in questo contesto e per la prima volta per la fascia di età prescolastica contribuisce a definire le misure che si potranno adottare per ridurre l’impatto dell’uso di mascherine chirurgiche nei bambini. Infatti, anche se tra i 3 e i 5 anni non vige l’obbligo di indossare mascherine, i bambini sono comunque esposti all’uso di tali misure preventive in diversi contesti sociali ed educativi quotidiani.

I ricercatori IIT hanno preparato un questionario contente immagini di persone con e senza mascherina e somministrato mediante computer, tablet o smartphone a 119 soggetti di cui 31 bambini tra i 3 e i 5 anni, 49 bambini trai 6 e gli 8 anni e 39 adulti tra i 18 e i 30 anni.

I soggetti, in autonomia o con l’assistenza dei genitori nel caso dei più giovani, dovevano provare a riconoscere le espressioni dei volti, con e senza mascherina chirurgica, che esprimevano diverse emozioni quali: allegria, tristezza, paura e rabbia.

I risultati hanno dimostrato come i bambini tra i 3 e i 5 anni siano in grado di riconoscere le espressioni facciali che esprimono felicità e tristezza se coperte dalla mascherina solo il 40% delle volte. Le percentuali salgono se si considerano le altre fasce di età: tra i 6 e gli 8 anni (55-65%) e tra gli adulti (70-80%) ma in generale si è osservata una difficolta di tutte le fasce di età nel interpretare tali emozioni espresse con il volto parzialmente coperto dalla mascherina. Per quanto riguarda le altre emozioni ci sono stati risultati migliori, ma possiamo dire che la fascia che ha più difficoltà a riconoscere le emozioni espresse con la mascherina rimane quella dei bambini in età prescolare.

L’esperimento è stato condotto nelle primissime fasi della pandemia nel 2020, le mascherine allora erano ancora una novità per tutti. Speriamo che oggi i bambini siano riusciti ad adattarsi” commenta Monica Gori “Il cervello dei bambini è dotato di grande plasticità e stiamo eseguendo in questi giorni i test per verificare se la comprensione delle emozioni nei bambini sia aumentata o meno” conclude Gori.

“Nello studio abbiamo lavorato con bambini e adulti che non presentavano alcun tipo di disabilità” spiega Maria Bianca Amadeo ricercatrice IIT e co-autrice dello studio “ovviamente queste osservazioni risultano ancora più importanti quando si parla di bambini affetti da disabilità che implicano difficoltà di interazione sociale”. “Ad esempio le disabilità visive implicano già grosse difficoltà nelle interazioni sociali, per questi soggetti sarà ancora più importante concentrarsi su possibili misure preventive o attività di riabilitazione specifiche” conclude Lucia Schiatti ricercatrice IIT e co-autrice dello studio.

Nei prossimi anni saranno fondamentali i lavori mirati a indagare quale sia stato l’effettivo impatto di questa misura precauzionale sanitaria sulla capacità di interagire dei bambini sia affetti da disabilità che bambini senza disabilità, ma nel frattempo lo studio IIT suggerisce di valutare l’utilizzo di mascherine trasparenti per tutti gli operatori a contatto con la fascia di età 3-5 anni o l’ideazione di percorsi di training specifici per insegnare ai bambini il riconoscimento delle emozioni solo mediante l’osservazione degli occhi.

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