Savona. La lotta dei Lavoratori dell’Ilva di Cornigliano, quella che abbiamo fatto anche nostra, ha dimostrato che il fronte unito dei lavoratori di Genova e Savona può rispondere all’arroganza dei padroni. Come delegati della Culp avevamo chiesto di usare il buon senso alle parti in gioco per evitare tensioni sociali che avrebbero peggiorato la situazione”.
“Al nostro appello hanno risposto con una provocazione che ci ha toccati nel profondo”.
“Dopo tre giorni di sciopero dei lavoratori Ilva, nel momento più difficile per loro, la nave Ursa Major (Merak) è stata fatta attraccare sulle “nostre banchine”. La nostra coscienza, l’orgoglio del portuale della Compagnia Unica e il bisogno di onorare il nostro retaggio storico ci hanno permesso di rispondere a questa provocazione creando un qualcosa che sarà ricordato come monito ai posteri”.
Nessuna operazione di sbarco di materiale dalla nave, attraccata allo scalo del ponente, partita dalla banchina ex Ilva di Cornigliano: per i sindacati il trasferimento del cargo, contenente 1.300 rotoli di acciaio, da Genova a Savona era un atto profondamente lesivo dei rapporti sindacali e delle rappresentanze dei lavoratori sui territorio.
Di fatto si tratta di sostituzione di manodopera in sciopero.
“Una delegazione della Culp è stata invitata alla scorsa assemblea dei lavoratori Ilva, con l’applauso degli operai genovesi”.
“E’ stato riconosciuto il valore dei portuali di Savona…”.
“La nave, a seguito della protesta, ha tolto gli ormeggi per rientrare all’Ilva di Cornigliano, senza aver sbarcato neanche un coils”.
“Un segno di solidarietà e di lotta sull’asse Genova-Savona che unisce i temi caldi dell’occupazione ligure e savonese, partendo dalla stessa portualità e passando per i settori industriali al centro di crisi o vertenze irrisolte” concludono.