Dietrofront

Draghi: “Mix vaccini? Liberi di rifiutare”. E Toti avverte: “Stiamo rallentando, troppa incertezza”

Il premier apre al richiamo con AstraZeneca per under 60, Toti: "Non vorrei che il vaccino diventasse un'opinione"

Generico giugno 2021

Liguria. Il premier Mario Draghi apre alla possibilità di rifiutare il mix di vaccini anti Covid-19: “Se uno ha meno di 60 anni e gli è stato proposto di fare l’eterologa ma non vuole, questa persona è libera di fare la seconda dose di AstraZeneca purché abbia il parere del medico e il consenso informato”. Parole che aprono a una possibilità finora negata in Liguria in base a un’aderenza “pedissequa” alle indicazioni del Cts, come aveva sottolineato il presidente Giovanni Toti. La situazione pare dunque destinata a cambiare nelle prossime ore.

La raccomandazione data la settimana scorsa era ben precisa: richiamo con AstraZeneca sopra i 60 anni, con Pfizer o Moderna sotto i 60 anni, anche per chi ha ricevuto la prima dose AstraZeneca. “Non saprei cosa dire – commenta a caldo il governatore in conferenza stampa -. Aspettiamo che arrivino le note ufficiali, ovvero una circolare che sarà di Speranza o del generale Figliuolo. Evidentemente si sono posti il problema della timidezza di certa parte dell’opinione pubblica sulla campagna vaccinale”.

Ma il giudizio di Toti, che oggi rimarcava il concetto di un’osservanza “quasi ottusa” alle linee guida nazionali a differenza di quanto fatto da altre Regioni, non è entusiasta: “Non vorrei che i vaccini diventassero un’opinione, se no potremmo discutere di calcio e non di vaccini – commenta -. Personalmente non riesco a non pensare che tutti questi ulteriori cambi a distanza a poche ore uno dall’altro alla fine alimentino senso di incertezza. Se fino a poche ore fa chiedevi di poter fare la seconda dose sotto i 60 anni con AstraZeneca ti avremmo detto di no, probabilmente lunedì prossimo ti diremo di sì. Eppure non credo che siano cambiati il vaccino e la situazione soggettiva del richiedente. Capisco che siamo tutti in un campo nuovo, ma ritengo che un po’ di stabilità nelle decisioni non farebbe male. Evidentemente questo soddisferà quel pezzo di opinione pubblica che sul mix di vaccini, anche oggi però giudicato preferibile dal Cts, aveva perplessità”.

Una dichiarazione, quella del presidente del Consiglio, che potrebbe smuovere le acque in una situazione a rischio stagnazione. “Segnaliamo un rallentamento della campagna vaccinale – ha annunciato Toti -. Per la prima volta noi saremo in grado nelle prossime settimane, sia per dosi sia per capacità del nostro sistema sanitario regionale, di vaccinare più persone di quelle che sono prenotate nelle liste”.

“Vi è serie di concause – prosegue il presidente ligure -: la confusione comunicativa dopo la morte di Camilla, la fine della scuola e le ferie, le categorie d’età che man mano che passa il tempo si sentono meno esposte a virus. Circa la metà delle persone accetta l’anticipo del vaccino, la maggior parte preferisce lasciare data che ha fissato per svariate ragioni: motivi personali, ferie, la fretta di accaparrarsi il vaccino sta via via scemando”.

E a parte l’insistenza sulla comunicazione istituzionale, il problema è che la Regione non può contattare personalmente chi non si è vaccinato per convincerlo a ripensarci. Per questo Toti chiede un intervento della struttura commissariale: “Rilevo che se non modifichiamo significativamente le leggi sulla privacy non sarà possibile ai medici di medicina generale e a tutti gli altri operatori della sanità del territorio intervenire in modo adeguato – attacca Toti -. Al momento non è possibile trasmettere gli elenchi dei loro pazienti che non si sono vaccinati per contattarli e intervenire in modo persuasivo perché è vietato esplicitamente dal garante privacy. Se vogliamo incidere davvero sulla campagna vaccinale, che sta andando bene ma ha bisogno di essere spronata, abbiamo bisogno di togliere questi vincoli altrimenti non raggiungeremo mai in modo mirato la popolazione”.

Filippo Ansaldi, sub commissario di Alisa, aggiunge: “Il quadro epidemiologico è ormai caratterizzato da una incidenza decisamente molto bassa che si attesta intorno a 1 caso ogni 100.000 abitanti al giorno. Abbiamo raggiunto, insieme a Sardegna e Molise, la cosiddetta zona verde europea, con meno di 20 casi ogni 100.000 abitanti a livello regionale e un tasso di positività pari a 1,4%. Il report ministeriale mostra dati ottimali con indicatori da area bianca e un RT intorno a 0.6. Grazie alla campagna di vaccinazione sono diminuiti gli ospedalizzati che rispetto al picco della seconda ondata registrano una diminuzione del 93%, con una diminuzione dell’età media di 8 anni, calano anche le infezioni con una diminuzione dei positivi del 96%, in questo caso l’età media è diminuita di 11 anni. Nella nostra regione, coloro che hanno manifestato la volontà di vaccinarsi, in molti casi, hanno una proporzione molto elevata, è ottimale, ad esempio, per ospiti Rsa, over 80 e ultravulnerabilli, più bassa nella fascia tra i 70 e i 60 anni”.

Barbara Rebesco, responsabile politiche del farmaco di Alisa, chiosa: “Continua l’ottima performance della Liguria nel rapporto tra vaccini somministrati e consegnati, siamo infatti, tra le quattro regioni più performanti con una media del 92%. Si è ridotto l’utilizzo dei vaccini Johnson e AstraZeneca e si registra un aumento dell’impiego dei prodotti mRNA. Per quanto riguarda il numero di somministrazioni ogni 100.000 abitanti e in rapporto alla popolazione complessiva, siamo al primo posto tra le regioni italiane. Le dosi consegnate e previste mostrano un trend in crescita in termini di disponibilità”.

Angelo Gratarola, responsabile del Diar Emergenza-Urgenza e direttore unità operativa di anestesia e rianimazione dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova: “Si chiude una settimana con gli ospedali praticamente vuoti da pazienti Covid. Sono poche le unità rimaste in tutta la Regione e le terapie intensive contano numeri molto piccoli di pazienti ormai negativizzati. I Pronto Soccorso non vedono più circolare Covid ormai da settimane, ma lavorano in maniera abbastanza grande per patologie differenti. Segnalo tuttavia che: negli ultimi 10 giorni i Pronto Soccorso di tutta la Regione, e in particolare quelli della città, hanno avuto parecchi passaggi significativi. Dal 5 al 16 giugno sono passati solo a San Martino 280 pazienti con una patologia legata alla paura da complicanze vaccinali, anche se nessuno di questi casi è poi risultato avere una situazione compatibile con qualche complicanza vaccinale. Ricordo infatti che le complicanze gravi di queste campagne massicce di tipo vaccinale restano eventi estremamente rari”.

Matteo Bassetti, coordinatore del Diar Malattie Infettive e direttore della clinica di malattie infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova: “Si è chiusa una settimana fondamentalmente senza ingressi in Malattie Infettive. Il San Martino, questa settimana, torna praticamente Covid free, con il Pronto Soccorso che si è svuotato di tutti i pazienti Covid ricoverati, assorbiti nel reparto di Malattie Infettive, dove, in questo momento, ci sono due pazienti: uno debolmente positivo, che si appresta ad essere dimesso nelle prossime ore, e un paziente di 81 anni non vaccinato. E per questo ribadisco l’importanza della vaccinazione. Concludo affermando che: il reparto, in questo momento, non è Covid free, ma credo che per l’operazione “San Martino Covid free” si tratti ormai di pochi giorni”.

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