Pensiamoci

Il caso

Discoteche, attesa infinita: verso una stagione corta e piena di ostacoli. Nulla da fare per i locali al chiuso?

La protesta del settore: “Musica e assembramenti ovunque, ma nel mirino ci siamo solo noi”

discoteca

Provincia. “La musica è finita, gli amici se ne vanno, che inutile serata amore mio”, canta da anni Ornella Vanoni. Così si potrebbe parafrasare la lunga saga delle discoteche, alle prese con l’ennesima giravolta su riaperture, date e regole. Una cosa che assomiglia molto a una presa in giro. Cerchiamo di capire il perché in tutti i suoi aspetti, facendoci aiutare dalle opinioni di cinque accreditati addetti ai lavori.

Cominciamo – noblesse oblige – da Fabrizio Fasciolo, presidente regionale e membro della giunta nazionale del Silb, il sindacato dei locali da ballo, nonché titolare del Patio di Finale Ligure.

Spiega Fasciolo: “Intanto non sappiamo ancora se le discoteche potranno aprire nel prossimo weekend, il 10 o persino il 17 luglio, ma la stagione sarà comunque molto corta, un mesetto per arrivare a Ferragosto: dopo, si sa, per molti il tempo delle vacanze sarà finito. Intanto si parla solo di locali all’aperto, con capienza al 50 per cento rispetto a quella ufficiale, dipendenti compresi. Soprattutto, non ci sarà ripartenza per i locali al chiuso, che da noi sono una ventina, quando a Roma avevamo già concordato una ripresa dell’attività pur con capienza ridotta e precauzioni del caso”.

A questo punto va ricordato che nelle discoteche all’aperto (altra cosa sono quelle già attive come ristoranti o bar) potranno accedere solo coloro che sono in possesso del green pass, hanno già contratto la malattia o possono esibire un tampone negativo. A questo proposito i locali si stanno attrezzando per eseguirli anche di loro iniziativa.

Il tasto dolente che accomuna tutti i nostri interlocutori è però il fatto che in molti esercizi pubblici, come bar e ristoranti, si faccia musica, anche con dj, e si finisca col ballare senza che ci siano controlli adeguati.

Dice Niccolò Fiori delle Vele di Alassio: “Non si comprende perché certe regole valgano solo per noi. La stagione è comunque compromessa perché non possiamo attuare una pur minima programmazione artistica, dobbiamo lavorare sera per sera, settimana per settimana. Apriremo per tenere vivo in qualche modo il brand e pagare i dipendenti. Siamo il capro espiatorio di tutti”.

Angelo Pisella della Suerte di Laigueglia, uno dei più fortunati (e bravi) per l’ampiezza del suo locale, invita la categoria a tenere duro: “Dovremo lavorare con le regole dell’anno scorso, purtroppo non si tratterà di una vera riapertura come speravamo, nonostante tutte le precauzioni che siamo disposti a mettere in atto”.

Giacomo Canale dei Golden Beach di Albisola allarga il discorso: “Ancora una volta paga solo il nostro settore, proprio nel momento in cui, per le partite degli europei di calcio, ci sono ovunque piazze affollate con ogni genere di assembramento, e lo dico con tutto l’amore per la nostra nazionale che, grazie alla vittoria contro l’Austria, continua a farci sognare. Voglio poi sottolineare come l’anno scorso da noi, con le discoteche aperte, non si sia verificato alcun contagio. C’è stato il caso del locale di Briatore in Sardegna, ma si è trattato di una situazione particolare. Si fa musica e si balla dovunque, solo a noi si chiedono mille accorgimenti. A volte mi chiedo perché un ragazzino debba venire e pagare quando può andare dovunque prendendo una birra. Per fortuna i Golden hanno una clientela selezionata che ci segue da anni, ma questo è un altro discorso”.

Su tutto incombe poi la variante Delta, che pare destinata a peggiorare la situazione sanitaria se la campagna di vaccinazione dovesse rallentare, come sta già accadendo, soprattutto per quanto riguarda i più giovani, spesso generosi portatori asintomatici del virus.

La speranza è che gli ottimi dati sui contagi (soprattutto in Liguria) si confermino anche con la variante e che a tutti i locali da ballo sia consentita una stagione dignitosa e degna di questo nome: sarebbe bello rivedere qualche serata “vera”, con le sue atmosfere e i suoi magici riti.

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