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Cultura Capitale, la cappella dell’ex ospedale San Paolo da luglio ospita i primi eventi: performance art e dialoghi

Calvi e Bovio: "Facciamo scoprire al pubblico forme artistiche per stare bene"

Savona. Dal nome inciso sull’intonaco dell’antico ospedale civico di San Paolo, “Cultura Capitale“, nasce il progetto di Dialoghi d’Arte, un’impresa sociale con sede a Milano e a Savona, fondata da Gloria Bovio e Irene Calvi che ha l’obiettivo di sviluppare una cittadinanza culturale mettendo in contatto le persone con il mondo della cultura attraverso il dialogo e la partecipazione.

“Cultura Capitale – fanno sapere gli organizzatori – vuole dare al pubblico gli strumenti culturali per attivare processi di partecipazione, diventando un riferimento per tutti i savonesi, sia quelli che hanno già un rapporto consolidato con la cultura, sia quelli che fanno fatica ad avvicinarvisi”. “Cultura Capitale però non è da intendersi come un competitor del museo, della pinacoteca o del teatro – ci tiene a dire Gloria Bovio, che si occupa del progetto – ma agisce per far capire perché è importante andare al museo, a teatro, al cinema o in libreria, anche facendo scoprire al pubblico forme artistiche fino a quel momento sconosciute o considerate noiose per puro preconcetto o altro condizionamento”.

Questo significa che “lo scopo del progetto Cultura Capitale non è ‘fare eventi’, ma rendere riconoscibile il valore della cultura, far pensare le persone e farle stare meglio attraverso una programmazione di alto livello e, come ci piace dire, di alto coinvolgimento. L’evento non è mai l’obiettivo, è solo lo strumento per raggiungere uno scopo più alto: la partecipazione consapevole dello spettatore alla vita culturale della città e non solo” continua Bovio.

La cultura è strettamente correlata a tutti noi, al nostro tempo libero, al nostro benessere fisico e psichico e proprio oggi che siamo più indeboliti e più fragili nella nostra economia, nelle nostre relazioni, nella nostra identità sociale e culturale abbiamo bisogno di più cultura e di più arte. Arte e cultura uniscono le comunità, permettono di esprimerci, raccontano chi siamo, costruiscono la nostra storia e indirizzano le nostre scelte, che sono sempre una questione culturale” affermano gli organizzatori.

“Sono numerose le ricerche internazionali che lo dimostrano: un territorio che fruisce cultura regolarmente e consapevolmente è un territorio che cresce sotto tutti i punti di vista. Le ricadute sono di benessere fisico, psichico, sociale ed economico. I protagonisti sono tutti i cittadini, che oggi hanno una possibilità infinita di essere esposti a informazione e comunicazione culturale, di coltivare passioni, interessi, impegni intellettuali, ma spesso questi stessi cittadini non hanno gli strumenti per capire quanto la cultura possa farli stare bene, possa guidarli nella loro strada personale e professionale”.

Per questo progetto è già stato organizzato il primo ciclo di appuntamenti che si apre giovedì 1° luglio e si conclude il 15 luglio, ma altri ne seguiranno in autunno: in particolare il 1-2 luglio prenderà forma “Nuda Vita”, una performance continuativa di 48 h che ruota attorno a una bolla trasparente in cui si rappresenta la nostra esistenza durante il lockdown e che ci chiede di ripensare a quello che abbiamo vissuto e a cosa può aver significato. Nell’ambito delle due giornate ognuno potrà fruirla quando e per il tempo che vorrà. Il 3 luglio si terrà “Cittadinanza culturale, la comunità a venire”, un dialogo con Marco De Marinis, professore di Discipline Teatrali nel Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna. De Marinis è uno degli intellettuali più importanti sul piano nazionale per il mondo del teatro. Il suo intervento partirà dalla lezione inascoltata della pandemia, fino al senso profondo del teatro nel costituire una cittadinanza culturale.

L’8 luglio verrà organizzata “In nome del pubblico sovrano”, un’altra performance collettiva della compagnia Cattivi Maestri di Savona, che inscena un processo a tutti noi come spettatori presenti per discutere un nuovo patto da stringere con il rapporto con la cultura. Infine, il 15 luglio si svolgerà “Il futuro della memoria”, prima tappa di un progetto a lungo termine dedicato alla raccolta dei racconti delle vite e delle storie vissute nelle sale dell’ospedale civico di San Paolo. Non si tratta di una rappresentazione, ma di una vera e propria ricerca di storia orale. Ogni cittadino (medici, infermieri, pazienti) attraverso la registrazione privata della propria testimonianza contribuirà a un progetto collettivo legato alla memoria e alla identità di un luogo. Quest’ultimo appuntamento, che verrà ripreso in autunno, fa capire come sia “particolarmente significativo poter realizzare il progetto Cultura Capitale nella Cappella dell’ex ospedale civico di San Paolo di Savona, perché questo spazio oggi può continuare a prendersi cura del pubblico attraverso la cultura, che diventa così tramite per la restituzione ai Savonesi di una parte della città e della loro identità” fanno sapere gli organizzatori.

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