Agg. ore 9:00. È iniziato l’abbattimento vero e proprio di container e strutture abusive (sono 7 strutture complete e 2 parziali) all’interno del campo nomadi della Fontanassa. Sono circa 35 le persone che dovranno essere ricollocate, tra cui diversi minorenni ed anche una bambina con disabilità (ipovedente).

Una decisione che è stata spiegata direttamente dal sindaco di Savona Ilaria Caprioglio, attraverso una nota ufficiale: “Si stanno svolgendo le attività di rimozione dei manufatti abusivi presso l’area parcheggio Fontanassa. Attività resa necessaria a seguito delle ordinanze emesse a fine dicembre 2019 e regolarmente notificate ai proprietari dei manufatti che non hanno provveduto a ottemperare. Tale attività è posta in essere contemperando l’esigenza di ripristino della legalità e l’esigenza di tutela dei soggetti fragili che risiedono nei manufatti interessati”.

Sgombero campo nomadi Fontanassa

E ci sarebbe già anche una sistemazione alternativa per coloro che resteranno senza abitazione. Ha proseguito il primo cittadino: “L’amministrazione comunale ha già provveduto a mettere a disposizione del nucleo familiare interessato alloggi di proprietà di Arte, all’uopo ristrutturati a carico del Comune, e già disponibili per il pronto trasferimento delle persone, alle quali momentaneamente è stata garantita l’accoglienza in apposita struttura residenziale, in attesa che vengano ultimate le operazioni di trasloco”.

Gli alloggi a disposizione sono 5 in totale: 3 già individuati e pronti allo scopo e 2 che si sono liberati negli ultimi giorni (uno anche molto grande, in grado di ospitare più persone). I preparativi per rendere accoglienti e pronte le strutture in questione, però, non sono ancora stati ultimati (mancano anche le utenze). Per questo è stata proposta temporaneamente una soluzione alberghiera.

Stupore e rabbia sono stati palesati, tra gli altri, da Giovanni, padre della bambina affetta da disabilità: abitavano insieme in uno dei container oggetto di sgombero, insieme ad altre 10 persone (12 in totale, un numero troppo elevato anche in termini di sicurezza che porterà, inoltre, a “spezzare” il nucleo familiare).

“Le case sarebbero dovute arrivare a settembre, invece sono state trovate oggi, all’improvviso, e si è provveduto a questo sgombero, – ha dichiarato con amarezza. – Oggi andremo là, in case impolverate, ancora da arredare e sistemare. Come possiamo fare in così poco tempo? Io ho anche una bimba disabile“.

Sgombero campo nomadi Fontanassa

Savona. Caos al campo nomadi della Fontanassa a Savona, già al centro di numerose polemiche, dove in mattinata, intorno alle 6,45, sono arrivate le ruspe per lo sgombero, ma non di tutto il campo, bensì dei container abusivi e delle strutture non autorizzate.

Un fulmine a ciel sereno per i sinti, che hanno accolto con stupore la notizia e, come prevedibile, hanno già palesato la ferma intenzione di non voler lasciare le proprie abitazioni. Al momento c’è, dunque, una situazione di stallo e non sono ancora chiari tempi e modalità con cui avverrà lo sgombero.

Sul posto, massiccio il dispiegamento di forze dell’ordine e soccorritori: polizia locale, digos, guardia di finanza, vigili del fuoco e croce rossa. C’è anche già stato un lungo confronto tra il comandante della municipale Igor Aloi e il capo della comunità sinti Mario Re.

Sgombero campo nomadi Fontanassa

Si segnala un malore, occorso ad una ragazza minorenne (14 anni), che ha avuto un attacco di panico ed è stata subito soccorsa e stabilizzata dal personale sanitario: ha poi rifiutato il trasporto in ospedale.

Un altro episodio ha invece visto protagonista un giovane, Gianmaria Pace, che ha superato i posti di blocco per schierarsi in difesa dei sinti: “Quanto sta accadendo è assolutamente folle, – ha affermato il ragazzo, – spero possano esserci prese di posizione, magari in piazza Sisto. Non è concepibile: vorrei vedere queste persone se domani io andassi in casa loro e bloccassi l’accesso”.

Queste le dichiarazioni del comandante della polizia municipale di Savona Aloi: “Ci sono delle ordinanze del sindaco di abbattimento delle strutture abusive per il ripristino della legalità. Non si tratta di uno sgombero ma di un alleggerimento del campo, contro strutture abusive non autorizzate e neanche autorizzabili, che quindi devono essere abbattute. Per le famiglie con fasce deboli, quindi bambini e anziani, è previsto un alloggio di Arte“.

“Sono in corso con loro delle trattative al fine di arrivare ad una soluzione pacifica della vicenda. Il preavviso è stato dato a gennaio, le ordinanze sono state notificate. Siamo venuti ad avvisare a gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio e ancora l’ultima volta il 17 giugno”.

“Inoltre c’è un grosso problema con la rete idrica, il 30 giugno l’acquedotto chiuderà il contatore per insoluti. Bisogna risolvere questa situazione, dovranno avere contatori d’acqua propri oppure cumulativi, ma dovranno allacciarsi all’acquedotto in maniera corretta. Ci sono anche problemi di sicurezza, perché all’interno di queste baracche abusive ci sono allacci elettrici non a norma, bombole del gas, stufe a legna. Una situazione che il sindaco di Savona ha valutato come pericolosa: la sua ordinanza è suffragata da sopralluoghi che sono stati fatti dagli organi tecnici, compresi i vigili del fuoco. Il campo deve essere messo in sicurezza“, ha proseguito.

E ancora, sulla situazione dei sinti: “Adesso verrà abbattuta la prima baracca in legno. È ovvio che la circostanza non li vede felici, però il comune ha adottato tutte le soluzioni possibili: alloggi temporanei per coloro che non possono disporre di una alloggio provvisorio e per alcuni addirittura l’assegnazione di alloggi popolari. Quindi lo sforzo è stato massimo“.

Sul posto, in mattinata, si è recata anche l’esponente del Partito Democratico Elisa Di Padova, che ha dichiarato ai microfoni di IVG.it: “Situazione delicata, non ho ancora parlato con i sinti. È stato preso questo provvedimento senza preavviso, in questi giorni gli abitanti non lo sapevano. In questo caso la politica deve fermarsi un attimo e fare delle azioni e costruire dei processi che siano un minimo condivisi. Ci sono di mezzo delle famiglie, delle persone, dei bambini, dei disabili“.

“Questa mattina l’impatto è stato grosso, la città di Savona non merita che accadano cose così. È stato un brusco risveglio, una mattinata triste. Una situazione che ha a che fare con le vite umane, troppo spesso strumentalizzata dalla politica. Gli uffici, in particolare i servizi sociali, sono al lavoro per trovare delle soluzioni che diano dignità alla famiglie e questo mi rassicura: sono venuta qui soprattutto per questo”.

Articolo in aggiornamento

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