Appello

Avis Spotorno: “Raccolta sangue a rischio per mancanza di personale Asl”

La denuncia del presidente Andrea Rossello: "L'Asl non sottoscrive la convenzione per poter distaccare il personale presso le Avis territoriali"

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Spotorno. Ripetuti disagi causati dagli annullamenti delle giornate di raccolta dovuti alla carenza di personale sanitario. La denuncia arriva dal presidente dell’Avis di Spotorno, Andrea Rossello, che ha inviato una lettera aperta ai donatori sulla difficile situazione del centro di raccolta.

Secondo la missiva, si sta verificando un paradossale cortocircuito per cui il centro trasfusionale lamenta carenza di sacche di sangue mentre l’Asl non sottoscrive la convenzione per poter distaccare il personale presso le Avis territoriali: il risultato è il continuo rinvio delle giornate di raccolta continua a far diminuire la disponibilità di sangue per chi ne ha necessità.

“Una sezione che ha compiuto 50 anni di attività nel 2020, una sezione che ha circa 250 donatori attivi e che raccoglie più di 400 sacche di sangue ogni anno (nel 2020, anno di pandemia e restrizioni, grazie al vostro impegno e coraggio, abbiamo consegnato all’ospedale San Paolo 440 sacche), che in 50 anni ha raccolto più di 20.000 unità di sangue. Ora si sta vanificando il nostro impegno a causa di annullamenti continui e improvvisi di giornate di raccolta per la mancanza di infermieri disponibili a prestare servizio presso le unità di raccolta periferiche che, in Provincia di Savona, sono tante ed assicurano una quantità di sangue significativa e tra le più alte in Italia, percentualmente, in relazione alla popolazione residente” afferma il presidente Avis spotornese.

“Il personale medico e infermieristico è – nella maggior parte – dipendente dall’Asl 2, che non intende distaccarlo per i servizi di raccolta nei centri periferici e, di fatto, ne impedisce l’attività regolare, stabilita da un calendario preparato e concordato con il Centro Trasfusionale ospedaliero, all’inizio di ogni anno. Nel nostro caso, abbiamo sempre fatto due uscite al mese, chiamando e distribuendo i donatori nelle due giornate; ora molte volte siamo costretti ad una uscita al mese e l’organizzazione delle chiamate – pur con tutta la buona volontà – diventa difficile se non impossibile”.

“In questa situazione, per non perdere il prezioso patrimonio di donatori volontari e fare il più possibile per chi ha bisogno di sangue e soffre negli ospedali, proveremo a riorganizzare il sistema di chiamata alle donazioni. Contatteremo, telefonicamente o tramite WhatsApp i donatori più attivi negli ultimi mesi per fissare un appuntamento nella giornata di prelievo, con un massimo di 25/30 persone. Manderemo comunque una mail di informazione ai donatori in scadenza, invitando chi non è stato contattato e intendesse donare a chiamare (3485571610) per fissare un appuntamento, appena possibile” aggiunge.

“Continueremo ad affiggere i manifesti per accogliere nuovi donatori. La nostra sezione, come la maggior parte delle Avis periferiche, va avanti grazie all’impegno di volontari che lavorano e, a tempo libero, si dedicano all’Avis; non si può chiedere loro di più e costringerli a inutili stress, che portano solo all’abbandono dell’impegno”.

“Chiederemo alle autorità politiche di intervenire e, in ginocchio, ai dirigenti dell’Asl 2 competenti (facendo presente che nelle altre Asl regionali il personale è distaccato senza grossi problemi) di voler concludere la convenzione, di cui si parla da tanto tempo, con l’Avis provinciale per poter riprendere un’attività regolare, necessaria per raccogliere il sangue occorrente agli ospedali e – come da nostra missione – salvare vite umane” conclude.

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