Critica

Albenga, Ciangherotti (FI): “La sanità savonese deve essere salvata”

"Siamo alle comiche, e se non fosse che di mezzo c’è la salute di persone gravemente malate, sarebbe una barzelletta"

ospedale albenga Ciangherotti

Albenga. “Siamo alle comiche, e se non fosse che di mezzo c’è la salute di persone gravemente malate, sarebbe una barzelletta, ciò che voglio raccontare da questa settimana. Una sorta di ‘the winner is…’ cui assegnare un premio all’ignominia”. Lo afferma oggi Eraldo Ciangherotti, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale ad Albenga e consigliere provinciale.

“Cominciamo da una storia di questi giorni, poi ve ne racconterò un’altra, altrettanto significativa. Un signore di 89 anni, malato e allettato da mesi, ha presentato a luglio scorso, ad un patronato ingauno, una pratica per richiedere l’accompagnamento. La pratica è andata perduta e a gennaio scorso sono stati raccolti di nuovo tutti i documenti per la valutazione della commissione invalidi. La commissione, da quando c’è il Covid, lavora a regime ridotto. A casa del paziente, come detto allettato, i membri della commissione non vanno. Si siedono ad un tavolo, settimanalmente, per valutare la documentazione pervenuta via internet e il protocollo di valutazione non cambia se anche il paziente ha 89 anni, e ha presentato alla commissione un certificato di dimissioni rilasciato da qualche giorno dal reparto di medicina interna del Santa Maria di Misericordia, dove è stato ricoverato per sepsi polmonare, con un quadro di grave insufficienza cardiaca (che aggrava un quadro di un paziente cardiopatico plurinfartuato) e un forte decadimento psicorganico aggravato ulteriormente dal Parkinson che gli rende ormai impossibile il movimento. Gli unici spostamenti, poltrona letto e viceversa, di quel paziente sono eseguiti grazie all’aiuto indispensabile dei familiari”.

“Bene. Che fa la commissione presieduta da Maria Celeste Landolfa? Chiede un’altra certificazione da parte di un geriatra pubblico o privato (in tutta la provincia ce ne sono pochissimi, quasi impossibile trovarne disponibili a fare visite domiciliari) che ne indichi la tipologia di infermità. Cioè, al posto di andare a casa del paziente ed attestare con i propri occhi un quadro clinico già diagnosticato dal reparto di medicina interna, la commissione richiede un’ulteriore consulenza medica entro 90 giorni con il rischio che il paziente muoia nell’attesa e resti privo di accompagnamento. Cosa, del resto, già successa lo scorso febbraio alla suocera di un caro amico, morta a 93 anni, pochi giorni prima di essere ‘valutata’ dalla commissione. La sanità savonese deve essere salvata. Lascio a disposizione il mio whatsapp (3465163207) per tutelare chi è vittima di questi disservizi”.

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