Val Bormida. Approvato a maggioranza in Consiglio regionale un ordine del giorno che impegna il presidente Giovanni Toti e la sua giunta “ad attivarsi presso il ministero competente affinché giunga alla conclusione del minor tempo possibile l’iter procedurale per l’individuazione dell’area e la costruzione del carcere” in provincia di Savona, “esplicitando quali siano le forme del finanziamento ed individuando esattamente i relativi capitoli di spesa programmati all’interno del bilancio dello Stato, con specifico vincolo destinato al sito”.
L’ordine del giorno è stato approvato con 23 voti a favore (maggioranza e Pd-Articolo Uno), 3 contrari (Linea Condivisa e Lista Sansa) e 2 astenuti (Mov5stelle).
A presentare il documento, votato anche dal Pd, era stato il gruppo di Cambiamo con Toti già nello scorso gennaio. “Il fatto che quest’ordine del giorno sia datato ma non sia stato modificato di una virgola la dice lunga su quanto la situazione si sia mossa – ha detto il capogruppo Angelo Vaccarezza -. Parole se ne sono fatte tante, fatti pochi. Nella comunità savonese si è avviato un dibattito su dove fare il carcere e questa è una cosa di cui l’aula dovrebbe farsi carico”.
“Noi chiediamo che il carcere sia fatto in Val Bormida e chi siano utilizzati gli spazi ex industriali – ha proseguito Vaccarezza, illustrando le premesse dell’ordine del giorno -. Chiediamo al Consiglio regionale di affiancare le amministrazioni comunali e provinciale e di individuare a Cengio o Cairo Montenotte la nuova sede del carcere di Savona, secondo la stessa direzione che i Comuni della Val Bormida hanno già preso”.
Nel documento su ricorda che la chiusura, nel 2015, del carcere Sant’Agostino di Savona ha determinato un ulteriore carico di lavoro per le forze dell’ordine, costrette da anni a sottrarre tempo e risorse al presidio del territorio per tradurre i detenuti del savonese verso le altre case circondariali liguri, e che la chiusura del polo savonese ha provocato il sovraffollamento del carcere genovese di Marassi. Savona – si legge nell’ordine del giorno – è l’unica Provincia d’Italia ad avere un tribunale e non un carcere. Le attuali amministrazioni comunali di Cairo Montenotte e Cengio hanno più volte ribadito la disponibilità di aree idonee.
Roberto Arboscello (Pd-Articolo Uno) ha concordato con Vaccarezza sulla necessità che la provincia di Savona abbia un carcere e ha ricostruito le iniziative assunte per individuare aree disponibili in accordo con alcuni amministratori locali: “Abbiamo votato a favore dell’ordine del giorno della maggioranza perché crediamo sia necessario al più presto dotare di un carcere la provincia di Savona, l’unica in Liguria priva da anni di una casa circondariale“.
“Abbiamo chiesto – sottolinea Arboscello – la modifica del documento perché in realtà l’iter è già avviato da tempo e il progetto è già finanziato. Grazie al tavolo interparlamentare costituito a gennaio sono stati fatti incontri con i sindaci del territorio, è già stato fatto un sopralluogo con i funzionari del ministero della Giustizia, le valutazioni tecniche sono al vaglio e verranno rese note a breve. La struttura è già finanziata con risorse ministeriali e il fatto che il carcere nel savonese sia una priorità per il ministero è una certezza, confermata da atti parlamentari formali. Le risorse ci sono e verranno collegate al progetto appena sarà individuata l’area”.
“Abbiamo votato a favore – conclude il consigliere – perché nella modifica si impegna il presidente della giunta ad interloquire con il ministero affinché l’iter sia portato a termine quanto prima, perché siamo tutti d’accordo sul fatto che la provincia di Savona ha bisogno di un carcere e anche velocemente”.
Sull’area da dedicare alla struttura “sono emerse varie disponibilità – conclude Arboscello – e l’individuazione ora è una questione puramente tecnica. I tecnici ministeriali dopo le loro valutazioni a breve incontreranno i sindaci del territorio ed i parlamentari e da lì si dovrà partire per portare a termine quanto prima l’iter di costruzione”.
Luca Garibaldi (Pd-Articolo Uno) ha proposto, insieme ad Arboscello, una modifica nell’impegnativa dell’ordine del giorno rispetto al testo presentato da Vaccarezza. La richiesta di modifica è stata accolta dal proponente.
Contrario alla costruzione del carcere in Val Bormida il consigliere Ferruccio Sansa, che non ha votato il documento: “La chiusura del carcere di Savona – ha ricordato – ha eliminato quello che era un insulto alla nostra regione e una violazione sotto gli occhi di tutti della Costituzione. Era un luogo di supplizio più che di pena. Siamo convinti che sia necessario realizzare nei tempi più brevi possibili una struttura carceraria a Savona, ma abbiamo molte perplessità sul fatto che sia collocato in Val Bormida, che è stata destinataria di tutte le attività più inquinanti e impattanti sul territorio”.
“Ora si accetta il carcere perché si teme che arrivi anche di peggio. Il mio auspicio è che in Val Bormida si possa fare anche qualcos’altro”.
Secondo Sansa sarebbe necessario costruire la nuova struttura il più possibile vicino a Savona per facilitare le visite dei parenti e non solo: “Penso anche alla polizia penitenziaria, che oltre a fare un lavoro faticoso sarebbe costretta a fare lunghi viaggi”.
Vaccarezza ha risposto per le rime allo stesso Sansa: “Un argomento, quello del carcere, molto sentito, sviluppato in una riunione alla quale hanno partecipato il collega Alessandro Bozzano, il presidente della Provincia di Savona, e sindaco di Calizzano, Pierangelo Olivieri, ed è sostenuto dalla quasi totalità dei comuni della Valle. Una parte della minoranza ha perso in merito un’altra occasione per tacere. Probabilmente Movimento 5 Stelle, Linea Condivisa e Lista Sansa pensano che la Valbormida sia un’area che non merita sviluppo, tipo una “terra di nessuno” che deve essere lasciata, lì senza sfruttarne potenzialità”.
“È vergognoso quello che è stato detto, la Valbormida più di altri territori ha pagato lo scotto di una crisi industriale pesante. Da anni combatte per la reindustrializzazione del suo territorio attraverso progetti di riqualificazione e bonifica come ad esempio le aree ex Acna di Cengio. Inascoltabili le parole chi in allora si è presentato come candidato per la presidenza che parla della Valle come una zona marginale, difficile da raggiungere, quindi non idonea. Caro Sansa, le ricordo che la Valbormida è facilmente raggiungibile, i caselli di Altare e Millesimo ne sono una prova“.
“Inoltre, è questo forse Lei non lo sa, a Cairo Montenotte ha sede la più grande Scuola di Polizia Penitenziaria d’Italia. Il territorio indicato, oltre a essere idoneo, è funzionale allo sviluppo di un corretto e sicuro sistema carcerario” ha concluso il capogruppo di Cambiamo!.
Favorevole all’opzione Val Bormida, invece, tutta la maggioranza.
L’assessore alla Pianificazione urbanistica Marco Scajola ha garantito l’impegno della giunta presso il governo affinché siano avviate rapidamente tutte le procedure per dotare la zona di un istituto di pena adeguato.
Brunello Brunetto (Lega Liguria-Salvini) ha auspicato che sia concluso al più presto lo studio propedeutico per individuare una sede idonea nella zona.
Alessandro Bozzano (Cambiamo con Toti presidente) ha rilevato che l’iter per la costruzione del nuovo istituto di pena richiederà molti anni e ha condiviso l’iniziativa di Vaccarezza.
Lilli Lauro (Cambiamo con Toti presidente), replicando ancora a Sansa, ha rilevato che la creazione di un carcere avrà ricadute positive nella zona circostante anche rispetto all’indotto e ha ribadito la condivisione dell’ordine del giorno di Vaccarezza definendola una scelta “illuminata”.
Stefano Mai (Lega Liguria-Salvini) ha ribadito che la presenza del carcere può essere un fattore di sviluppo per tutto il territorio e ha ricordato che gli orientamenti nazionali sono di realizzare la struttura in val Bormida.
Claudio Muzio (FI-Liguria Popolare) ha rilevato che a livello nazionale manca una strategia nella politica del sistema carcerario, in particolare per quanto riguarda la Liguria.
Ad ora l‘iter è rimasto sospeso dopo i sopralluoghi dei primi giorni di febbraio da parte degli ispettori del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia e il funzionario del Provveditorato Opere Pubbliche della Regione. In pole position ci potrebbe essere la cosiddetta Area A2 all’interno dell’ex Acna di Cengio, nel sito di proprietà di Eni-Rewind, già bonificata e infrastrutturata.