Numeri

Giovani liguri: il 17% va a lavorare fuori regione, ma questa tendenza sta rallentando

L'altra faccia della medaglia: in 3 anni gli iscritti da fuori regione all'Università di Genova sono aumentati del 26%

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Liguria. Sono più di 12 mila, precisamente 12.400, i ragazzi tra i 16 e i 34 anni che nel 2020 hanno deciso di andare a lavorare fuori dalla Liguria. Equivalgono a ben il 17.1% dei giovani liguri: più di quanto fossero dieci anni fa, ma quasi gli stessi in percentuale del 2015, segno che il fenomeno sta lentamente rallentando. Sono questi i numeri che l’assessore regionale alla formazione Ilaria Cavo ha fornito oggi rispondendo a un’interrogazione di Selena Candia (Lista Sansa) sulla situazione dell’emigrazione giovanile.

La fonte è rappresentata dalle comunicazioni obbligatorie relative a cittadini domiciliati in Liguria cha hanno avviato un’attività lavorativa presso unità ubicate in regioni diverse o all’estero. Dal 2011 al 2015 la quota è cresciuta dal 13,9% al 16,4%, dal 2015 al 2020 sono saliti dal 16,4% al 17.1%. Scorporando ulteriormente il dato per fasce d’età i risultati sono analoghi. Tra i 16 e i 25 anni, nel periodo 2011-2015 sono passati dall’11,8% al 14,5%, per arrivare al 15,1% nel 2020. Tra i 24 e i 34 anni, sono cresciuti dal 15,5% al 17,7% nel periodo 2011-2015, per poi attestarsi al 18,6% nel 2020.

“Il fenomeno dell’abbandono dei giovani impegnati nella ricerca di un’occupazione è stato particolarmente forte a inizio decennio, anche a causa della crisi economica – ha commentato Cavo – e sta progressivamente attenuandosi pur rimanendo su percentuali da monitorare”.

Dall’altra parte ci sono i numeri dell’università: sono sempre di più i giovani provenienti da altre regioni che scelgono Genova e la Liguria per i propri studi. Secondo i dati forniti dall’ateneo genovese, il numero complessivo di iscritti è passato dai 30.825 dell’anno accademico 2018-19 ai 33.817 dell’anno 2020-21, una differenza di quasi 3mila matricole, cioè il 9,7%. Nello stesso periodo si è verificato un incremento di iscritti da fuori regione: da 5.441 a 6.826, ben 26% in più.

Allo stesso tempo, però, aumentano i residenti in Liguria che scelgono università non liguri o telematiche: i dati dell’ufficio statistica del Miur per l’anno 2019-20 indicavano che il 64,7% si era iscritto all’Università di Genova mentre il restante 35,3% aveva deciso di studiare fuori regione e di questi il 6% aveva scelto un’università telematica. Quest’ultima percentuale, ha spiegato ancora l’assessora Cavo, “arriva quasi al 10% secondo i dati dell’ultimo anno”.

“I dati forniti dall’assessore Ilaria Cavo relativi all’emigrazioni dei giovani liguri sono preoccupanti – dichiara la consigliera regionale della lista Sansa Selena Candia dopo aver ricevuto dall’assessore la risposta alla sua interrogazione sui numeri degli studenti e dei lavoratori liguri che si trasferiscono in altre regioni -. I numeri non mentono: è evidente che negli ultimi anni la Regione non ha puntato sui giovani. Al trend negativo, iniziato dopo la crisi economica del 2008, la politica avrebbe dovuto dare, fin da subito, delle risposte chiare e puntuali”.

“Proponiamo – dice Candia – di iniziare un lavoro scientifico sull’emigrazione giovanile per capirne le cause e trovare le soluzioni. La nostra proposta è di lanciare un questionario indirizzato ai ragazzi che lavorano fuori regione per cercare di capire le motivazioni che li hanno spinti e li spingono ad andare fuori; chiederemo quali occupazioni mancano in Liguria e quali sono i loro desideri e le necessità che li porterebbero a rientrare nella nostra regione”.

“Se a questo si somma la tragedia del Covid – conclude Candia -, che nella nostra regione ha avuto tassi di mortalità altissimi a causa dell’età avanzata della popolazione e al diminuire delle nuove nascite, diventa urgente lavorare sui giovani. Ne va del nostro futuro”.

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