Non basterebbe un’enciclopedia per parlare del disastro di Chernobyl approfondendo ogni aspetto, dandogli l’importanza che merita.
Chernobyl è Valerij Legasov. Conoscerete il personaggio se avete visto la miniserie HBO messa in onda su Sky (d’impatto fortissimo, ma di cui consiglio la visione). Scienziato e professore all’università di chimica di Mosca, membro chiave della commissione che il governo sovietico incaricò per investigare sulle cause del disastro e per pianificare un piano di rimedio, Legasov si battè fin dall’inizio per la verità, andando sul luogo dell’accaduto, proponendo soluzioni, aiutando le persone. Tentando di andare contro al governo, che voleva censurare la verità sul disastro della centrale (che era stato causato principalmente da difetti di progettazione dell’impianto da parte del governo sovietico) e attribuendo la responsabilità al mero errore umano di chi ci lavorava.
Legasov venne costretto a dichiarare questa versione dei fatti durante il processo che si tenettero in merito. Ma dopo questo rapporto, egli scrisse altri dossier, in cui spiegava la verità, che vennero però tenuti segreti fino al momento della sua morte per divieto del governo russo. In seguito a questi dossier lo stesso governo gli impose di ritirarsi: non avrebbe mai più potuto lavorare fino alla sua morte. Morte che avvenne nel giorno del secondo anniversario del disastro, quando Legasov si impiccò nella sua abitazione. Prima di uccidersi, egli registrò personalmente una cassetta audio nella quale rivelava tutti i fatti relativi alla catastrofe che gli era stato impedito di rivelare.
Il suicidio di Legasov ebbe ripercussioni in tutto il mondo del nucleare nell’Unione Sovietica. In particolare, il governo dovette ricredersi su quanto detto e ammise le problematiche strutturali di cui l’impianto di Chernobyl soffriva già prima del disastro del 1986. Nel 1996, in occasione del primo decennale della tragedia, venne conferito a Valerij Legasov il titolo di Eroe Della Federazione Russa, per il ”coraggio ed eroismo” dimostrati nell’investigazione del disastro.
Chernobyl è Lyudmilla, la moglie incinta di uno dei pompieri intervenuti sul luogo radioattivo per tentare di spegnere l’incendio che, violando le regole e mentendo sulla sua gravidanza, si recherà in ospedale dove vedrà il marito in condizioni spaventose. Nonostante i divieti, rimarrà vicino a lui più del tempo previsto, toccandolo. Il marito Vasilij morirà atrocemente pochi giorni dopo. Lyudmilla prima verrà arrestata, poi liberata grazie all’intervento di Legasov, ma perderà il bambino per via di quello stretto contatto con un corpo fortemente radioattivo, che non riusciva a rassegnarsi a lasciare andar via.
Chernobyl sono i volontari incaricati, dopo l’evacuazione delle città, dell’atroce compito di uccidere gli animali domestici rimasti nella zona, in quanto considerati vettori radioattivi.
Chernobyl è l’Urrs che, poco dopo la tragedia, sembra aver trovato una soluzione miracolosa all’esposizione alle radiazioni: nel mese di maggio decide, come si legge da un documento desecretato, di aumentare i livelli massimi previsti per legge. Come per magia, diventa tutto legale: alcune donne incinte e bambini, a volte già indeboliti e malati per l’esposizione alla radiazioni, vengono addirittura rimandati nelle loro abitazioni.
Ma non viene secretato solo questo. Dal Politburo (ufficio politico, ndr) arrivarono anche delle “ricette” per rendere commestibili carne e latte contaminati dalle radiazioni, consigliando, ad esempio, la trasformazione di carne contaminata in salami e cibi conservati:
“Segreto. Protocollo n.32, 22 agosto 1986, paragrafo 10: considera opportuno conservare le carni con un elevato livello di contaminante radioattivo nella riserva del governo, in deposito, nonché soggette all’acquisto nell’anno in corso”. Ma quello che si legge sulla macellazione degli animali è davvero per stomaci forti: “Top secret. Risoluzione del Politburo […] 8 maggio 1986. Macellando bestiame e maiali, si è stabilito he la loro carne può essere approntata per essere consumata lavando gli stomaci con acqua e rimuovendo i linfonodi”. E poi c’è la raccomandazione: “Disperdere la carne contaminata con materiale radioattivo il più possibile in tutto il Paese e utilizzarla per la produzione di salsicce, conserve e prodotti a base di carne in proporzione di 1 a 10 con carne normale.”
Si tratta di quasi cinquantamila tonnellate di carne e di due milioni di tonnellate di latte prodotti dal 1986 al 1989 nelle zone contaminate, che avrebbero poi messo in pericolo, nel solo 1989, 75 milioni di persone.
[Dal libro “Chernobyl, Italia. Segreti, errori ed eroi: una storia non ancora finita”, di Stefania Divertito]
Chernobyl è stata l’Italia accogliente, che ha accolto ed ospitato almeno seicentomila bambini bielorussi ed ucraini, in seguito al disastro.
A Chernobyl, oggi, la natura ha preso il sopravvento. Sorgono prati rigogliosi tra le rovine. Oggi i padroni di Chernobyl sono alci, lupi e cavalli selvaggi, che vi crescono indisturbati. Chernobyl oggi è meta di numerosi tour di visitatori curiosi che, a bordo di un pullman con l’aria condizionata, sono guidati ad esplorare i siti deserti, il sarcofago che oggi contiene il reattore e la natura che si sta sviluppando nei paraggi.
Ma cosa sta succedendo, ultimamente, nel reattore 4? Abbiamo visto articoli e sentito notizie recenti che sostengono si sia “risvegliato”. A lanciare la notizia è stata la rivista “Science”, secondo la quale “sono riprese reazioni di fissione nucleare, ma la causa non sarebbe ancora chiara”. Gli scienziati ucraini ipotizzano che possa trattarsi di una conseguenza della disidratazione del combustibile nucleare, rimasto sepolto dopo la tragedia. Ciò sarebbe dovuto alla protezione data dal sarcofago costruito successivamente, che avrebbe impedito alla pioggia di penetrare, facendo così diventare i neutroni più instabili.
Gli scienziati affermano altresì che il movimento di questi neutroni sarebbe molto lento, potrebbe esserci il rischio di un nuovo incidente anche se molto più contenuto di quello del 1986, ma ci sarebbe molto tempo per ovviare al problema prima che ciò accada.
Ciò che è sicuro è che il reattore non dorme mai, e continuerà per migliaia di anni.
Così come per molto tempo rimarranno gli strascichi che questa tragedia ha lasciato nel cuore di tante, troppe persone.
“Nera-mente” è una rubrica in cui parleremo di crimini e non solo, scritta da Alice: clicca qui per leggere tutti gli articoli