Savona. Boom di presenze e impennata degli spostamenti in Riviera, così i savonesi (e chi ha una seconda casa in Liguria) hanno reagito al primo weekend di riaperture. Un segnale positivo per bar e ristoranti, ma non altrettanto soddisfacente per le strutture alberghiere del Savonese.
“Un po’ di movimento c’è stato, ma per lo più i turisti hanno fatto un ‘mordi e fuggi’. Pochi i soggiorni negli hotel, nulla di paragonabile al periodo pre pandemia, ma considerando che fino ad ora non abbiamo lavorato, il dato è positivo” commenta Angelo Berlangeri, presidente dell’Unione provinciale albergatori di Savona.
E per chi si sarebbe aspettato anche un boom delle prenotazioni per l’estate, è rimasto deluso (almeno per ora). “C’è ancora troppa incertezza – spiega Berlageri – abbiamo avuto delle richieste, ma i clienti hanno paura che da un momento all’altro il governo cambi le carte in tavola. Pur garantendo la restituzione della caparra in caso di Covid e chiarendo il via libera al turismo anche verso zone rosse e arancioni, le persone rimangono titubanti”.
Per i turisti stranieri, l’incertezza influisce ancora di più sulla volontà di prenotare un soggiorno in Liguria. “La credibilità dell’Italia è molto bassa – prosegue – in questo periodo lavoriamo molto con svizzeri, tedeschi e francesi che nel loro Paese festeggiano l’Ascensione e la Pentecoste e hanno alcuni giorni di ferie. Ma la paura che da un giorno all’altro cambino le restrizioni imposte dal governo è alta. Ne è un esempio l’ordinanza del ministro Speranza di venerdì scorso, che all’ultimo ha prorogato di altri 15 giorni le misure di contenimento relative agli arrivi dai Paesi Europei”.
Un cittadino europeo che vuole recarsi in Italia, infatti, deve sottoporsi ad un tampone alla partenza e ad una quarantena di 5 giorni (10 per chi arriva da paesi extra Ue) al termine dei quali dovrà effettuare un’ulteriore test anticovid.
“Dal 16 maggio non dovrebbero esserci problemi, ma l’incertezza di certo non aiuta” conclude Berlangeri.