Grido d'allarme

Avis in difficoltà per mancanza di personale: “Chiediamo aiuto. Rischiamo non autosufficienza di sangue nel savonese”

Presidente Donzellini: "A causa della pandemia il nostro personale è stato in parte assunto dalle strutture ospedaliere dell’Asl2. Abbiamo bisogno di nuovi medici e infermieri"

avis varazze sala prelievi

Savona. L’Avis provinciale lancia un grido d’allarme per la mancanza di personale sanitario: “La nostra associazione sta vivendo da parecchi mesi una situazione a dir poco imbarazzante e inconsueta. Da una parte abbiamo A.Li.Sa che ci chiede, come a tutte le associazioni di volontariato che raccolgono il sangue, di impegnarci al massimo per la raccolta perché giustamente il sangue è un bene essenziale per la sanità; dall’altro il nostro impegno viene vanificato dalla carenza del personale sanitario”.

“La situazione attuale è figlia di questa pandemia perché il nostro personale sanitario (medici e infermieri liberi professionisti che hanno superato un corso di specializzazione per essere trasfusionalisti) è stato in parte assunto dalle strutture ospedaliere dell’Asl2 – spiega il presidente dell’Avis provinciale, Giovanni Donzellini -. Queste assunzioni hanno carattere di unicità lavorativa e non è possibile che un dipendente Asl possa esercitare anche in altro luogo. Inoltre per poter fare anche solo volontariato deve chiedere l’autorizzazione alla sua struttura”.

“Prima della pandemia la nostra situazione era precaria ma si riusciva a gestire le raccolte – continua Donzellini -, ora la scarsità di questo tipo di personale ci costringe a chiudere delle giornate di donazione. Avis comunali come Savona, Alassio, Andora, Albenga, Spotorno, Stella e altre (ricordiamo che la provincia di Savona vanta ben 26 sedi comunali di prelievo distribuite su tutto il territorio) hanno dovuto sospendere delle giornate e la situazione comincia ad essere pesante perché questa condizione dura oramai da quasi un anno. Da un mese all’altro non sappiamo quali Avis comunali saranno sicuramente aperte causa appunto la disponibilità del personale sanitario”.

“Ovviamente questo problema è stato esposto più volte non solo alla nostra struttura superiore (Avis Regionale Liguria) ma anche alla direzione sanitaria locale. Si sta tentando la strada di una convenzione tra la nostra associazione e l’Asl per eliminare il problema della unicità lavorativa ma attualmente non si riesce ad avere risposte – prosegue il presidente -. Il nostro regionale ha più volte contattato la dirigenza di A.Li.Sa esponendo il problema ma la situazione pandemica non ha dato molto spazio a risposte certe. Nonostante tutto è assolutamente necessario avere una risposta positiva al distacco del personale sanitario presso le Udr, anche perché gli unici a rimetterci sono i usufruitoti finali e cioè i malati che hanno bisogno del sangue e non ci si può permettere forse, a tutti i livelli, di perdere tempo con la burocrazia”.

“Il nostro grido d’allarme è che continuando di questo passo rischiamo di non poter garantire l’autosufficienza del sangue nella nostra provincia (ricordiamo che il sangue e plasma fornito dai donatori Avis riguarda almeno il 60% di tutto quello fornito nella Provincia). Chiediamo l’aiuto di tutti quei medici e infermieri che vogliono avvicinarsi al mondo trasfusionale. Occorre superare un corso FAD e un breve periodo di inserimento presso le strutture adibite alla donazione. Chiunque voglia è pregato di chiamare la segreteria dell’Avis Provinciale di Savona che sarà ben liete di dare tutte le indicazioni del caso” conclude Donzellini.

Dall’associazione ricordano comunque che esiste un calendario di aperture delle sedi programmato fin dall’inizio dell’anno, che tuttavia per lo stesso problema può essere soggetto a continua modifica.

leggi anche
Avis logo
Novità
“DinApp”, arriva l’applicazione per i donatori Avis: “Più consapevoli e partecipi”

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.