Protesta

Autotrasportatori, proclamati 5 giorni di fermo totale in Liguria

Dopo la chiusura del viadotto sulla A12: "Chiediamo che sia garantita la sicurezza stradale e ristori sul modello del decreto Genova"

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Liguria. Le associazioni dell’autotrasporto della Liguria hanno proclamato cinque giorni di fermo totale a livello regionale dal 15 al 19 giugno.

La decisione è arrivata dopo la goccia che ha fatto traboccare il vaso: la chiusura ai mezzi pesanti del viadotto Valle Ragone sulla A12 che costringe i camionisti a lunghe code in Aurelia o ad allungare il percorso di 180 chilometri passando da Parma. Un “danno enorme, equivalente al crollo di ponte Morandi“, aveva spiegato a Genova24 il coordinatore di Trasportounito Liguria Giuseppe Tagnochetti.

L’iniziativa riguarderà anche tutti i porti della regione, tutte le piattaforme logistiche e il confine di Stato. Saranno coinvolti anche i corrieri e la distribuzione a livello locale. Tecnicamente si tratterà di un “fermo dei servizi” durante il quale i lavoratori saranno regolarmente pagati. La legge prevede almeno 30 giorni di preavviso ed è per questo che lo stop è stato proclamato per giugno inoltrato.

Sono tre le richieste sul tavolo: conoscere la situazione reale dello stato delle infrastrutture e avere un’evidenza veritiera dell’impatto dei lavori previsti, ottenere una programmazione dei cantieri che garantisca la sicurezza stradale e la produttività per gli operatori dell’autotrasporto, e vedersi riconosciuti i ristori per l’emergenza viabilità di questi anni in linea con i valori stabiliti dal decreto Genova fino al 2020 per il crollo del ponte Morandi, adottando gli stessi criteri.

“Non è possibile che solo ieri abbiamo scoperto che i viadotti devono sottostare a una nuova norma di sicurezza – tuona Tagnochetti -. Quanto tempo abbiamo perso pianificando i cantieri senza tenerne conto? Il tutto deve essere sostenuto da ristori, perché con una produttività così bassa e allungamenti chilometrici continui non ce la possiamo fare. I fondi del decreto Genova ci avevano consentito di sopravvivere, ma sono terminati”.

“Le nostre aziende non possono più sopportare in silenzio questo modus operandi da parte dei soggetti preposti per le cantierizzazioni liguri – aggiunge Franco D’Artizio, segretario di Fai Conftrasporto Liguria –. Dall’oggi al domani non riaprono le tratte rispettando i lavori programmati come è avvenuto venerdì scorso costringendo migliaia di imprese a riversarsi nel traffico cittadino e precludendo la sicurezza di un’intera città costretta a vedersi migliaia di camion in giro, tutto questo non è più tollerabile. È inutile partecipare ai tavoli tecnici se poi non ci ascoltano e la maggior parte delle volte ci coinvolgono a cose oramai fatte e programmate. Nei tavoli tecnici continuano a parlare della sicurezza dei cantieri ma non citano mai la sicurezza degli utenti che costringono a stare incolonnati ore e ore andando ad aumentare il rischio di disattenzione. Hanno messo in ginocchio una regione rovinandola”.

Intanto, come paventato nelle scorse ore, la maggior parte delle aziende sta decidendo di evitare il divieto di transito in A12 in favore del giro A7-A21-A15 che comporta un grande aggravio di costi. “Per questo motivo molti viaggi non vengono realizzati – spiega Tagnochetti – e questo provoca un ulteriore danno all’economia della Liguria perché non vengono garantite le consegne della merce”.

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